" Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente, come perfettamente sono conosciuto. Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità" ( S. Paolo, 1° lettera ai Corinzi 13,1 )

martedì 6 ottobre 2009

Fare il prete non è un mestiere

Il titolo provocatorio di questo bel volume di Laura Badaracchi richiama alla memoria una grande tradizione di pensiero teologico - filosofica su un tema decisivo: il rapporto tra il lavoro, la professione e la vocazione spirituale. Con l’ avvento della modernità la società si è fatta più complessa, come si usa dire, e la chiamata alla testimonianza di fede si è caricata di significati sociali e culturali ben definiti: il ruolo profetico, misurandosi con la concretezza della storia, si professionalizza, diventando - in qualche modo- mestiere. Le tensioni inevitabili di questo rapporto attraversano almeno gli ultimi quattro secoli.La Badaracchi si misura sull’ argomento sviluppando un’ analisi che alterna un’ acuto sguardo sociologico alla vivacità documentaria dell’ inchiesta giornalistica.
Gli elementi sociologici della condizione del prete oggi in Italia sono dibattuti da tempo e l’ autrice li espone senza timore di velare i dati, cercando di cogliere le tendenze in atto. C’ è innanzi tutto una crisi delle vocazioni, che determina una crescita della presenza di preti provenienti dal terzo mondo, e un invecchiamento medio che interessa tutte le diverse aree dei sacerdoti diocesani.Qualche esempio: “ .. A Roma città. su circa 500 preti diocesani che operano nelle parrocchie circa 80 provengono dai paesi del sud del mondo...Nella diocesi di Livorno.. quasi il 40% dei sacerdoti è ultrasettantenne: quasi 20 i preti stranieri, ma molti a tempo determinato…” ( p. 21- 22). Il quadro d’ insieme alterna i dati statistici, che comprendono anche un fenomeno come “ i ritorni”, alla descrizione illuminante dei problemi sociali ed etici alla base dell’ testimonianza del prete sui territori.

Le difficoltà di un cammino
Il volume offre così una gamma vastissima di esperienze umane e di percorsi biografici. Si va dai preti di frontiera impegnati in situazioni sociali al limite, come quelle infestate dalla camorra e dalla mafia, sino alla periferia delle grandi città metropolitane, ove si mescolano consumismo, degrado e solitudine. Si può dire in sintesi che - da un ventennio e più - tutte le contraddizioni della situazione sociale in crisi si stanno rovesciando con violenza sulla parrocchia e sulla figura del sacerdote.
I quartieri operai e popolari si affiancano così nel racconto a quelli borghesi e benestanti, documentando bene le ambiguità della testimonianza di fede nella dimensione della modernità.Le luci e le ombre in questi cammino di vocazione sono tutte presenti. L’ autrice ci ricorda come il bisogno di incarnare in silenzio la parola di Gesù Cristo si può affiancarsi alle deformazioni del “ carrierismo” o peggio.
Il libro di Laura Badaracchi rimarrà nel tempo come uno strumento necessario a comprendere le dinamiche del cattolicesimo italiano. Consiglio di integrarlo con un altro volume, uscito tempo fa, Fare Comunità di Vinicio Albanesi ( Redattore sociale, 2007). Il presidente della Comunità di Capodarco ricostruisce il cammino sociale e religioso di un gruppo che ormai da vari decenni è impegnato nell’ assistenza ai disabili e ai soggetti più fragili.
La sua riflessione mette a nudo un ‘altro tema, che aiuta ad inquadrare meglio la funzione del sacerdozio: la presenza di una comunità di credenti, impegnati a testimoniare la parola tra gli ultimi. Il vero nodo che caratterizza il ruolo sociale della fede oggi mi sembra proprio questo: l’essere comunità, o meglio il riuscire a fare comunità, nell’epoca dell’ individualismo diffuso.

Laura Badaracchi
Fare il prete non è un mestiere. Una vocazione alla prova
Edizioni dell’ Asino, Roma, 2009, p. 259, € 12,00

(Recensione uscita sul n. 10, Ottobre 2009, di Confronti)

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