Una recente vicenda ha
offerto l’ occasione di riflessioni critiche
e dure polemiche pubbliche sulla tendenza ancora presente nella nostra società a
identificare il disabile con l’ altro da sé ( mostro, diavolo, ecc.). Tutto ha
avuto origine da un ’intervento video,
sotto riportato, di monsignor Andrea Gemma, Vescovo di Isernia, andato in onda
il 9 giugno scorso sul canale tv della Conferenza Episcopale Italiana - Tv2000 -,
nel corso del programma “Vade retro”. Il tema era il rapporto tra i bambini
down e gli “indemoniati”.
Andrea Pancaldi fornisce
in questo articolo (fonte: Bandiera Gialla) la documentazione degli avvenimenti e ne trae alcune
considerazioni. Sulla vicenda si può leggere utilmente il commento di Luciano Battizocco, teologo e padre di un ragazzo down, qui
°°°°°°°°°
Atto primo: guardare il video
Atto secondo:
leggere la dichiarazione, dopo le polemiche, di TV Sat 2000 qui
Atto terzo: qualche breve riflessione
Forse, ascoltando tutti e 42 i minuti della trasmissione, sicuramente avremmo elementi in più sulla vicenda narrata e sulla cultura complessiva che ne emerge; ma certamente quelle riportate nel video sono frasi “molto sfortunate” uscite dalla bocca del vescovo di Isernia, ed hanno un loro preciso significato anche estrapolate dal resto dell’intervista.
Per precisare le citiamo testualmente:
“..un posseduto che come conseguenza della sua possessione è diventato simile... mi spiego... a un down... non capisce... fa gesti.. .a un certo punto quando il demonio... per fortuna la famiglia lo sapeva già perché un esorcista lo aveva scoperto”.
“... voi conoscete un bambino, di quelli che chiamiamo psicolabili ... o... disabili... che fanno dei gesti inconsulti... quando il demonio è stato costretto dall’esorcista a manifestarsi... ha assunto fattezze da boxeur... è diventato un mostro...”.
La seconda precisazione è che nelle dichiarazioni del conduttore della trasmissione (vedi link sopra) si dice che il Vescovo parlava di un ragazzino disabile posseduto dal demonio, mentre nel video sembra che il Vescovo paragoni ad un disabile un ragazzino posseduto dal demonio.
Fatte queste due doverose precisazioni personalmente evito di dire le cose, giuste, sacrosante, che con ogni probabilità leggeremo nei tantissimi commenti su carta e web per l’accostamento tra indemoniati e persone con sindrome di Down (... doverose le scuse... genitori offesi... cultura da medioevo... parole assurde per un uomo di chiesa..) e mi limito a constatare come siano profonde ed ancestrali le radici che accostano la pazzia, la disabilità, la malattia alla presenza del “maligno”, da una parte, e alla dimensione del divino, del sacro, del miracolo dall’altra...Lucifero non a caso era un angelo.... “traditore”.
Personalmente credo che la religione non basti e che nemmeno
basti la razionalità scientifica. Credo però
che conoscere serva molto, per evitare molti degli abbagli che dall’uno e
dall’altro versante possono arrivare, e sicuramente Monsignor Gemma di
ragazzini con la sindrome di Down non ne ha frequentati molti... non è una
colpa, ma se si apre bocca bisognerebbe fare attenzione.
Sul fatto che conoscere serva molto faccio un altro esempio; a Bologna, ma anche da molte altre parti, abbiamo spesso una cultura della disabilità esclusivamente sociale, culturale, politica, che si occupa solo dell’handicap (le ricadute sociali) tralasciando, o meglio saltando a piè pari, la disabilità (gli aspetti clinici) e sarebbe interessante riflettere sul perché. Credo che una buona cultura sanitaria sarebbe invece molto importante anche per chi è più avvezzo a corde sociali, culturali, politiche e farebbe vedere le cose con più sfaccettature e meno, a volte, ideologismi.
La seconda e ultima considerazione la riservo per un nodo che nei commenti dei media non appare, data la forza catalizzatrice di quel “indemoniati” (mediaticamente il diavolo funziona a meraviglia). Il Vescovo di Isernia oltre a indemoniati spende anche la parola “mostro”. L’indemoniato ha assunto le fattezze da Down... l’indemoniato ha assunto le fattezze da mostro: se A=B e A=C è inevitabile che B sia uguale a C e che quindi indemoniato e mostro vadano a braccetto.
Mostro è tutto ciò che va contro la natura (da “monere”, avvertire... mostrare; il mostruoso come avvertimento degli dei)....insomma, non solo medicina, ma anche teologia, filosofia, storia, antropologia sarebbe utile studiarsi. Che Monsignor Gemma si sia laureato a Tirana come il Trota? .. Ben consapevole delle tante “Tirane” che si annidano nella testa e nel cuore di ognuno di noi.
Sul fatto che conoscere serva molto faccio un altro esempio; a Bologna, ma anche da molte altre parti, abbiamo spesso una cultura della disabilità esclusivamente sociale, culturale, politica, che si occupa solo dell’handicap (le ricadute sociali) tralasciando, o meglio saltando a piè pari, la disabilità (gli aspetti clinici) e sarebbe interessante riflettere sul perché. Credo che una buona cultura sanitaria sarebbe invece molto importante anche per chi è più avvezzo a corde sociali, culturali, politiche e farebbe vedere le cose con più sfaccettature e meno, a volte, ideologismi.
La seconda e ultima considerazione la riservo per un nodo che nei commenti dei media non appare, data la forza catalizzatrice di quel “indemoniati” (mediaticamente il diavolo funziona a meraviglia). Il Vescovo di Isernia oltre a indemoniati spende anche la parola “mostro”. L’indemoniato ha assunto le fattezze da Down... l’indemoniato ha assunto le fattezze da mostro: se A=B e A=C è inevitabile che B sia uguale a C e che quindi indemoniato e mostro vadano a braccetto.
Mostro è tutto ciò che va contro la natura (da “monere”, avvertire... mostrare; il mostruoso come avvertimento degli dei)....insomma, non solo medicina, ma anche teologia, filosofia, storia, antropologia sarebbe utile studiarsi. Che Monsignor Gemma si sia laureato a Tirana come il Trota? .. Ben consapevole delle tante “Tirane” che si annidano nella testa e nel cuore di ognuno di noi.
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