E’ abbastanza scontato dire che in
Italia si parla di carcere poco, e spesso in modo fuorviante o ipocrita. I
detenuti e il personale di custodia arrivano sulle prime pagine grazie ad eventi drammatici o spettacolari ( suicidi, evasioni, rivolte, ecc) o per
dibattiti politici su riforme che raramente arrivano in porto. Il carcere e la
società vivono come entità separate, che quasi mai entrano in dialogo.
Non caso su questo tema l’ Italia ha ricevuto spesso numerosi ammonimenti da parte degli organismi internazionali che si occupano di
diritti umani. Per questo va segnalata con evidenza l’ iniziativa realizzata a Bologna. Si tratta di un settimanale on line dal e sul carcere
di Bologna, dal titolo: Ne vale la pena.
Così ne parlano i protagonisti: " ...Iniziamo. Si, da oggi e speriamo per lungo tempo, iniziamo a pubblicare questo settimanale scritto all’interno del carcere Dozza da 10 detenuti, quattro volontari del Centro Poggeschi e da un giornalista di BandieraGialla.
Così ne parlano i protagonisti: " ...Iniziamo. Si, da oggi e speriamo per lungo tempo, iniziamo a pubblicare questo settimanale scritto all’interno del carcere Dozza da 10 detenuti, quattro volontari del Centro Poggeschi e da un giornalista di BandieraGialla.
E prima di dire di cosa scriveremo, diciamo subito che siamo contenti di farlo.
Tutti, volontari e detenuti, siamo contenti, probabilmente per motivi diversi
ma per uno comune, uno solo, ma pesante come una montagna. Siamo tutti
consapevoli del fatto che chi vive in carcere sconta oltre alla sua pena, anche
un isolamento ulteriore, quello prodotto dall’oblio. Il carcere, la condizione
carceraria è un argomento ancora dimenticato.
La città di Bologna conosce poco il suo carcere; del resto i mass media locali ne parlano soprattutto in occasione di fatti cronaca nera e questo non aiuta a comprendere una cittadina in cui vivono dalle 1.500 alle 2.000 mila persone (agenti compresi). Un paese alle porte di Bologna completamente ignorato.
La condizione del detenuto, a differenza di altre situazioni difficili come l’essere anziano o disabile, non fa scattare nella gente sentimenti di solidarietà o almeno di curiosità, che porta poi alla conoscenza di un problema ".
( fonte bandieragialla.it )
La città di Bologna conosce poco il suo carcere; del resto i mass media locali ne parlano soprattutto in occasione di fatti cronaca nera e questo non aiuta a comprendere una cittadina in cui vivono dalle 1.500 alle 2.000 mila persone (agenti compresi). Un paese alle porte di Bologna completamente ignorato.
La condizione del detenuto, a differenza di altre situazioni difficili come l’essere anziano o disabile, non fa scattare nella gente sentimenti di solidarietà o almeno di curiosità, che porta poi alla conoscenza di un problema ".
( fonte bandieragialla.it )