Se si riflette con attenzione alla produzione editoriale sulla crisi economica e sociale che attraversa l’ Occidente, si individuano due filoni significativi, che permettono di fare qualche riflessione interessante.
C’ è una prima area di testi che da anni hanno trovato una stabile collocazione di mercato nel corso di questi ultimi dieci anni: si tratta di libri- inchiesta, spesso sotto forma di intervista,basati sulla tecnica dello smascheramento polemico, della rivelazione dei segreti inconfessabili del “ potere”. L’attenzione si focalizza soprattutto su una denuncia degli aspetti evidenti di corruzione patologica, sempre più evidenti nel nostro sistema politico, messo a confronto con gli altri. Questo genere ha una lunga tradizione nella storia del giornalismo tradizionale. I nomi attualmente più noti e di maggior successo editoriale sono ovviamente quelli di Marco Travaglio, Peter Gomez e Gianni Barbacetto ed altri ancora.
Il successo è stato tale da favorire di recente la nascita di una casa editrice, Chiare lettere, che rivendica come temi centrali del proprio lavoro questioni “la giustizia, la libertà di informazione, la speculazione edilizia, la questione morale, la crisi economica”. Si veda il sito: http://www.chiarelettere.it/.
Crisi del liberismo a livello mondiale
Accanto a questo segmento se ne può segnalare un altro, di taglio più saggistico ed approfondito,nato in connessione con la crescita dei sintomi della crisi economica, che diviene anche sociale: il movimento no- global alle soglie del 2000, e subito dopo il collasso di alcune grandi corporations americane, come la Enron nel 2004.
Autori come Joseph Stiglitz, a partire "La globalizzazione e i suoi oppositori" , uscito in Italia nel 2002, denunciano con un’ ottica tipica del pensiero critico liberale i mali più evidenti di una globalizzazione malata: crescita patologica dell’economia finanziaria, collasso degli interventi sociali, in relazione alle politiche liberiste dell’ultimo ventennio.
Vincitore del Premio Nobel per l'economia nel 2001, consigliere di Bill Clinton durante il primo mandato, e vicepresidente della Banca Mondiale dal 1997 al 2000 affronta il tema della globalizzazione con una forte spirito riformatore, e sottolineando il nesso tra politiche economiche e riforme sociali.
Questo secondo filone di riflessione va oltre la lettura della contingenza quotidiana (scandali e denunce politiche), cercando di individuare le tendenze di lungo periodo, e le vie d’ uscita a fenomeni che stanno suscitando in molti paesi paura sociale e disgregazione.
Si intreccia qui un insieme molto complesso di questioni politiche ed etiche, connesse ad un modello di sviluppo dell’ Occidente dominante per più di un secolo.
(prima parte)
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