Dopo l’ elezione di Barack Obama, si sono moltiplicati le pubblicazioni dedicate alla situazione americana e alla biografia del nuovo presidente. Si tratta di testi spesso occasionali, e di taglio giornalistico. Le componenti sociali, politiche e culturali della politica americana sono estremamente complesse e difficili da governare tutte insieme, e vi riescono in pochi - anche tra gli studiosi oggi più in voga.
Uno di questi è certamente Stefano Rizzo, docente di relazioni internazionali e funzionario parlamentare, che prosegue in questo volume, La svolta americana. Cronache dalla fine del bushismo (2006-2008) - Ediesse, 2009, € 16,00 - la disanima attenta del mondo politico americano, già condotta con il libro precedente Ascesa e caduta del bushismo (Ediesse, 2006).
Rizzo non è soltanto un generico osservatore politico degli avvenimenti politici, ma conosce molto bene la cultura americana di cui è stato anche traduttore attento. Basti ricordare, tra i suoi interessi: Hemingway, McLuhan, Bob Dylan.
La tesi centrale del libro è assai acuta e molto utile per capire gli avvenimenti di questi mesi, in cui Obama registra le prime serie difficoltà. Le forze radunate intorno a Bush non hanno rappresentato secondo Rizzo un’ organica ideologia o solo un singolo partito, ma piuttosto una coalizione magmatica di interessi, che avevano origini diverse: le grandi corporazioni petrolifere, i gruppi religiosi del fondamentalismo, i ceti popolari della cosidetta America profonda.
Questi diversi elementi si sono trovati uniti già alla fine degli anni settanta da una reazione culturale di segno conservatore ai grandi cambiamenti della stagione dei diritti civili e del pacifismo.
In quella reazione maturarono le idee, i progetti del neoconservatorismo nei suoi aspetti politici, culturali e religiosi. Il libro di Rizzo ripercorre tutte le vicende che hanno portato alla crisi del bushismo, con una finezza esemplare di dati e elementi analitici: l’ Afghanistan, la guerra irachena, una crisi economica fronteggiata con un' imperizia tragica.
La ricostruzione aiuta a comprendere che la caduta di Bush è stata non solo la fine di un presidente, ma la sconfitta di un’ insieme di forze sociali, che intorno quel progetto si erano coalizzate. Un libro importante sul presente dell’ America, per guardare dentro un futuro che appare ancora incerto. Ultimo dato, mai secondario in un saggio di storia politica: è scritto benissimo!
Per saperne di più
http://www.ediesseonline.it/
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