" Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente, come perfettamente sono conosciuto. Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità" ( S. Paolo, 1° lettera ai Corinzi 13,1 )

mercoledì 7 aprile 2010

Riflessioni notturne. Cercate buoni esempi, non solo teorie

Mai come in queste settimane post- elettorali mi è apparso lancinante l' aforisma di Nietzsche: " Il guerriero in tempo di pace fa guerra a se stesso". Vedo aggirarsi volti smarriti, che sfogano le proprio fragilità l' uno contro l' altro, addolorati, segnati dai " rancori irrazionali", di cui parla Francesco Guccini in una vecchia canzone dei nostri anni giovanili, da personalismi e fantasmi della vita privata che erano stati sepolti con troppa fretta.
Tra convulsioni dolorose, che oggi diventano ormai patetiche o peggio, stiamo consumando da vent' anni (!!!) gli ultimi esiti di una stagione, quella del comunismo italiano, che tra gli anni trenta e gli anni sessanta - settanta, stata nobile e alta. Tra mille contraddizioni, quella tradizione, insieme ad altre (quella cattolica democratica, innanzi tutto), aveva contribuito a civilizzare questo paese.
Dopo è andata lentamente decomponendosi. Ne sono emersi gli elementi negativi, come accade sempre nelle epoche di grande trasformazione: l' etica machiavellica e la doppia morale soprattutto. Privati della giustificazione ideologica, i comportamenti pubblici di troppi hanno prodotto disastri morali prima che politici.
Non se ne doveva uscire con un ripudio inconcludente e generico, ma con una riflessione critica, con la ripresa di tutta la tradzione profonda del movimento operaio che si è battuto nel '900 contro l' ingiustizia in Europa e ha prodotto le conquiste dello stato sociale : il socialismo, il pensiero democratico radicale, l' ambientalismo, ecc.
Nel frattempo, tutto il mondo è mutato alla radice. Le parole le conosciamo tutti e le ripetiamo ogni volta, sempre bravissimi a teorizzare: globalizzazione economica, società multiculturale, povertà, nuovi problemi dell' etica, collasso ambientale, guerra. La destra ha colto questo vuoto, facendo il suo gioco con il populismo e la rozzezza brutale che la rendono capace di fiutare ove tira il vento. Il risultato è questo regime mediatico che mescola egoismo di massa e innovazioni autoritarie.
Per ora l' orizzonte politico sembra chiuso, anche se si intravvedono nel sociale segnali sempre più forti di un disagio informe, senza prospettive. In periodi come questi, non c'è che una soluzione: il lavoro di ricerca culturale e l'impegno sociale ai margini del sistema, dove si può e come si può, senza nessuna cinture ideologica.
Basta passeggiare per le nostre strade e si può vedere nitidamente una quantità spaventosa di dolore muto, che nessuno raccoglie. Anziani abbandonati, immigrati poveri che mendicano. Per non parlare dei giovani delle ultime due generazioni, senza più punti di riferimenti educativi ed etici. Ma bisogna comunque avere speranza.
La storia antica del socialismo e della semplice fraternità umana ce lo ricorda bene. Altri fratelli più giovani verrano comunque, con indignazioni più concrete, capaci di costruire nuovi legami. Come ama ripetere Goffredo Fofi, non abbiamo bisogno di troppa teoria, ma di buoni esempi. E, come sempre, " le domande sono sempre più importanti delle risposte".
PS. Ho messo in testa a questo testo un libro semplice ed esemplare, edito dalle edizioni dell' Asino. Una bibliografia di libri indispensabili da leggere a vent' anni in tutti i campi, dalla politica alla società al cinema. Mi pare una bella indicazione di lavoro.

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