" Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente, come perfettamente sono conosciuto. Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità" ( S. Paolo, 1° lettera ai Corinzi 13,1 )

lunedì 14 novembre 2011

Belle novità per la Mediateca LEDHA : crescono cinema e letteratura

                               

Finalmente grazie ad un contributo della Regione Lombardia, Bando Associazionismo, un piccolo sogno nel cassetto, quello di ampliare la Mediateca LEDHA a libri e romanzi è diventato realtà.Analogamente con l'impostazione della Mediateca Film, anche in questo caso abbiamo scelto la letteratura d'autore, quindi la Narrativa e il Racconto, non la saggistica.
Un'attenzione particolare è riservata alla letteratura per l'infanzia, scegliendo libri che possano introdurre i bambini ai temi della diversità/disabilità. Da oggi è attiva una libreria accanto alla già esistente mediateca, presso gli uffici LEDHA di Milano. L'elenco dei libri disponibili accompagnato da una breve recensione sarà consultabile sia presso la biblioteca stessa, sia comodamente da casa, collegandosi al sito www.ledha.it/mediateca.
La consultazione e il prestito dei volumi sarà gratuita per tutti previa registrazione alla mediateca.
Dal sito sarà inoltre possibile consultare l'elenco dei volumi, che dovranno essere ritirati personalmente presso la sede LEDHA in via Livigno 2 a Milano.
Invitiamo inoltre voi lettori a segnalarci libri di narrativa non presenti nel nostro catalogo che trattano il tema della disabilità. L'obiettivo, ambizioso, della mediateca libri è infatti quello di raccogliere nel tempo il maggior numero di testi che raccontano la disabilità attraverso lo strumento della narrazione, cercando di diffondere anche le opere di autori che difficilmente riescono a trovare spazio negli scaffali delle grandi librerie. Anche organizzando momenti di incontro, letture pubbliche e presentazioni, nei nostri spazi di via livigno 2 o presso biblioteche e librerie sensibili alle tematiche a noi care.
LEDHA offre, inoltre, la possibilità agli aspiranti scrittori e agli accaniti lettori di scrivere una recensione ad un libro a loro particolarmente gradito che sarà poi pubblicato sulla nostra testata on-line Personecondisabilita.it.

Potete inviare le vostre segnalazioni a:
Francesco Villabruna - mediateca@ledha.it

mercoledì 2 novembre 2011

Promuovere la lettura: metafora di un paese più civile


Potrebbe sembrare un paradosso, ma non lo è: una legge di iniziativa popolare per un' attività e un oggetto tra i meno popolari in Italia. Il libro e la lettura. A rilevare l' apparente incongruenza è Gian Arturo Ferrari, presidente di quel Centro per il libro chiamato a svolgere un ruolo centrale nella nuova geografia disegnata dalla legge. Un progetto ambizioso, che sarà discusso oggi pomeriggio al Forum per il libro ospitato a Matera. Poi l' approdo in Parlamento, ma solo dopo aver raccolto cinquantamila firme. 
La legge di iniziativa popolare - promossa da Giuseppe Laterza, Giovanni Solimine e dalle innumerevoli associazioni che fanno capo al Forum - si propone di attenuare il grave ritardo culturale che affligge il nostro paese. I dati sono sempre gli stessi - metà degli italiani non legge un solo libro e il 70 per cento non riesce a comprendere fino in fondo il significato di un testo - ma come per altre cose abbiamo finito per farci l' abitudine. Senza capire che, anche in conseguenza di questo analfabetismo diffuso, il declino italiano rischia di virare in catastrofe. Potrà una leggere risolvere il problema? Certamente no. Però può rimettere in moto un meccanismo arrugginito, motivando l' eroica comunità che opera intorno ai libri. Innanzitutto sarebbe necessario trovare un raccordo tra i vari livelli istituzionali e le diverse amministrazioni che hanno competenza nel settore. 
«Una delle maggiori difficoltà», spiega Solimine, «è la frammentazione delle competenze, oggi distribuite tra presidenza del Consiglio, ministeri, organismi centrali come la Siae, Regioni ed Enti locali». Da qui l' idea di potenziare il Centro per il Libro, trasformandolo in agenzia indipendente che possa funzionare da catalizzatore di iniziative pubbliche e private. Il Centro per il Libro, tuttavia, oggi dipende dai Beni Culturali. E dunque andrebbe sganciato da quel ministero. A questo sta già lavorando Gian Arturo Ferrari, il quale vorrebbe trasferirlo alla vicepresidenza del Consiglio, così come inizialmente era stato progettato. «Essendo il suo compito la promozione alla lettura», dice Ferrari, «il Centro starebbe meglio presso la vicepresidenza, che ha già competenze in questo campo, mentre il ministero dei Beni Culturali è un ente preposto alla tutela e alla conservazione». Una struttura agile è quella che ha in mente Ferrari, in grado di mettere insieme pubblico e privato. Trasferito nella nuova sede, il Centro dovrebbe definire un programma nazionale e pluriennale di promozione della lettura, con il concorso dell' amministrazione centrale e degli enti locali, ma anche del mondo della scuola e degli editori. Con quali fondi? «Intanto», risponde Solimine, «occorrerebbe utilizzare bene i fondi che già ora lo Stato, le Regioni e gli Enti locali destinano alla promozione, evitando sovrapposizione e sprechi». 
Ma è ipotizzabile che tutti questi soggetti accettino di essere coordinati da una struttura centrale? «Non è certo immaginabile una struttura centralizzata e piramidale», interviene Ferrari, «semmai bisognerebbe costruire un centro propulsore che spinga in avanti e funzioni da modello nazionale, intervenendo là dove gli Enti locali non arrivano». Tutti d' accordo? Marco Polillo, presidente degli editori, mostra scetticismo. «Unificare le competenze di cinque ministeri in un unico centro? Mi sembra dura. Nel migliore dei mondi, può accadere che ci si metta d' accordo. Per come sono organizzate le cose in Italia, vedo molte difficoltà». Dal laboratorio di Matera arrivano tante idee che potrebbero avere una traduzione concreta. «Tra le nostre richieste», spiega Solimine, «è che venga esteso al Centro per il libro, alle biblioteche, agli istituti scolastici il regime già previsto per le ONLUS, in modo che possano essere destinatari del cinque per mille dell' Irpef». 
Altra proposta è quella di consentire alle donazioni realizzate a favore della lettura gli sgravi fiscali contemplati per altro genere di mecenatismo. «Se un privato contribuisce al restauro di un monumento», esemplifica Ferrari, «ha dei vantaggi fiscali. Non li otterrebbe se destinasse i soldi per la promozione della lettura». Idee utili, applaude Polillo, che possono essere messe in pratica. Da Matera parte dunque la nuova sfida.E nona caso la sede scelta è la regione con gli indici di lettura più bassi. Ancora un paradosso, o forse un auspicio: rendere popolare ciò che non lo è.

La notte delle biblioteche
















In queste ore di  angoscia e di preoccupazione per la crisi dell' Italia e dell' Europa, mi sembra indispensabile  rilanciare l' appello sul rischio di scomparsa delle biblioteche, lanciato qualche settimana fa dagli operatori e da un gruppo di intellettuali. La cultura e la memoria sono due risorse indispensabili per rilanciare l' attività economica e la qualità della vita di un paese. E' bene ricordarsene  quando bisognerà  decidere che cosa tagliare  nei vari settori della produzione.

A fronte dei pesanti tagli alle biblioteche e dopo gli avvenimenti dell'11 ottobre, quando un'assemblea convocata nella Biblioteca centrale nazionale di Roma è stata impedita da agenti di polizia in tenuta antisommossa, l'Associazione Italiana Biblioteche, insieme ad altre realtà, ha deciso di promuovere l'appello che viene riportato di seguito. Nazione Indiana sostiene questo appello e invita tutti a firmarlo.  
Ci vuole sottoscrivere l' appello, può andare sul sito:
http://www.aib.it/

L’Associazione Italiana Biblioteche, il Forum del Libro, l’Associazione Bianchi Bandinelli, Generazione TQ e i Presìdi del libro, con il sostegno di IFLA – International Federation of Library Associations and Institutions, ed EBLIDA – European Bureau of Library, Information and Documentation Associations, promuovono un appello a tutta la società italiana, per chiedere un’inversione di rotta che porti maggiore attenzione e maggiori risorse per le biblioteche italiane, prima che sia troppo tardi.
Le biblioteche sono un servizio essenziale per la vita culturale, sociale e civile del Paese e rappresentano un presidio di democrazia fondato sulla libertà di espressione e sul confronto delle idee.
Le biblioteche costituiscono un’infrastruttura della conoscenza che raccoglie, organizza e rende disponibili i prodotti della creatività e dell’ingegno, fornisce accesso a una pluralità di saperi e di informazioni, agevola l’attività dei ricercatori e degli studiosi, tutela la memoria culturale della nazione, offre a tutti i cittadini occasioni di crescita personale e culturale, favorisce l’acquisizione di competenze che possono essere spese nella vita sociale e lavorativa.
In Germania i frequentatori delle biblioteche superano gli spettatori delle partite del campionato di calcio; negli Stati Uniti l’investimento sulle biblioteche è parte integrante degli interventi governativi per contrastare la crisi economica; in Francia, Gran Bretagna e Spagna le biblioteche nazionali ottengono finanziamenti e dispongono di personale, attrezzature, risorse adeguate a un paese ad economia avanzata.
Mentre in queste nazioni le biblioteche sono considerate servizi indispensabili, da tutelare in quanto bene comune, da promuovere perché grazie ed esse è possibile costruire una coscienza civica fondata sulla centralità della cultura e dell’istruzione, in Italia, per colpa della crisi economica e di una politica culturale miope, le biblioteche sono allo stremo e hanno bisogno del supporto di tutti coloro che hanno a cuore le sorti della cultura.
Moltissime biblioteche (statali, di ente locale, universitarie, scolastiche, di istituti culturali) hanno subito pesanti tagli ai bilanci e al personale, blocchi all’aggiornamento delle raccolte e riduzioni all’orario di apertura, e ciò rende spesso impossibile l’esercizio delle funzioni più elementari, pregiudicando il diritto dei cittadini alla cultura, all’istruzione, alla conoscenza, alla condivisione dei valori su cui si è costruita la nostra storia.
Un paese senza biblioteche efficienti è un paese senza memoria e senza futuro. Per ogni biblioteca che chiude, si restringono gli spazi di democrazia e di libertà. Uno Stato che ha paura di discutere i problemi delle biblioteche e della cultura, riducendo la richiesta di dare vita a un dibattito pubblico sul loro ruolo e sulla loro crisi a un problema di ordine pubblico – come è avvenuto martedì 11 ottobre davanti alla Biblioteca nazionale centrale di Roma, dove cittadini che volevano difendere le biblioteche e valorizzarne la funzione hanno trovato i cancelli sbarrati e sono stati accolti da poliziotti in tenuta antisommossa – è uno Stato che tradisce l’interesse pubblico, che nega a chi ha a cuore le sorti delle biblioteche persino la possibilità di parlarne.

Roma, 22 ottobre 2011

venerdì 28 ottobre 2011

Le mille fragilità della metropoli

                      Salone Editoria Sociale 2011 - Porta Futuro Roma
                       Sabato 29  Ottobre 2011 ore 16.15-18.00 Sala B              
                            via Galvani 106, nel cuore di Testaccio

                                                  
 "Poesie della città"
di Marco Brancia - fotografie di Rocco Luigi Mangiavillano
Edizioni Com Nuovi Tempi - CONFRONTI


I versi ci introducono alle mille facce della fragilità: “ Avere trent’ anni è un lusso,/ avere trent’anni è una comodità,/ trent’anni sono un secolo/ e pare di no.” Un filo sotterraneo collega tutti i componimenti poetici: l’amore, evocato e descritto con semplicità e lirismo: “ C’è un modo per parlare./ C’è un modo per dire ti amo./ C’è un modo per sorridere./ I modi sono tanti, / basta trovarli”.
Il volume, che  è stato curato dalla rivista Confronti, mette in relazione  le poesie di  Marco e una serie di immagini che raccontano momenti del disagio nelle periferie di Roma, realizzate da Rocco Luigi Mangiavillano. Questo racconto ci guida lungo le vie consolari sino ad un quartiere difficile come Tor Bella Monaca. Le poesie entrano così in dialogo con i molteplici aspetti di una metropoli: strade ed edifici segnati dalle difficoltà, migranti in fuga, volti di disabili che chiedono diritti e aspirano ad una personale felicità. Sono proprio le mille fragilità che per fretta, egoismo o crudeltà, non riusciamo  a vedere.
Completano il volume vari contributi  di riflessione critica. Augusto Battaglia fornisce un quadro analitico delle vecchie e nuove forme del disagio sociale a Roma.  Simonetta Salacone riflette sul ruolo della scuola per favorire l' integrazione dei giovani più fragili. Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, ci invita ad uno sguardo più umano su persone e cose. Anna Maria Torroncelli evoca con sensibilità  gli stimoli che la lettura dei libri apre nell' animo dei giovani. Un gruppo di ragazzi  del gruppo Asperger esprime il proprio parere sul volume, in frasi brevi e paradossali. Infine, Riccardo Pieroni ci racconta la fotografia come sguardo "altro" sulla realtà.
Il libro verrà presentato il 29  Ottobre alle ore 16, 15 al Salone dell’ editoria sociale a Roma.

martedì 18 ottobre 2011

La carità oltre la fede? L' ultimo film di Olmi

Nella tradizione teatrale tra Medioevo e Rinascimento, l' oratorio ha una lunga ed affascinante storia. Questa forma di rappresentazione, dedicata a   temi religiosi e spirituali, non aveva una struttura di tipo realistico, ma attraverso il dialogo tra diverse  voci esemplari  rappresentava   il percorso  interiore dell' uomo  verso  Dio. Il film di Ermanno Olmi ha una struttura che richiama  la forma dell' oratorio. In una chiesa sconsacrata, presieduta solo da un vecchio sacerdote, compaiono un gruppo di immigrati clandestini, ricercati dalla polizia. In pochi  minuti,  entrano in scena  diverse figure che  esemplificano  i vari aspetti dei dilemmi posti dall' arrivo dei migranti.

Nel racconto non vi è   una vera evoluzione psicologica dei personaggi e la costruzione narrativa è abbastanza esile. Il portatore di una visione fondata sul  dialogo e l' integrazione tra le culture si scontra  con i seguaci della violenza e della lotta all' Occidente: silenziosi e discreti assistono a questo scontro gli anziani, le donne e i bambini. Dall' altro lato, il sacerdote, dilaniato dall' angoscia per una chiesa priva di funzione, trova un nuovo senso in quella piccola comunità provvisoria, che   chiede di non essere denunciata  e  rimandata verso una morte sicura.

Il religioso li difende dalla polizia e trova per loro tutto l' aiuto possibile. L' alba non porterà  una conclusione, ma nuovi interrogativi. Una frase epigrammatica conclude la breve vicenda: " Se noi non saremo capaci di cambiare, la storia cambierà noi". Questa affermazione  rende bene il senso del racconto. Olmi, che aveva deciso di non fare più film, ma solo documentari, era mosso da un urgenza profonda.

L' immigrazione pone agli uomini dell' Occidente  la necessità di un vera e propria conversione. I migranti, con il loro bisogno di riconoscimento, ci costringono ad abbandonare l' edificio sicuro delle nostre certezze. Che cosa deve fare un cristiano ( e di più, ogni essere umano) di fronte a uomini assetati o a rischio di morte ? La risposta che il vecchio sacerdote trova è radicale: " Il bene è più importante della fede" o - se si vuole - la fede  senza la carità non ha significato.

Il film non è  dedicato quindi all' immigrazione, ma a noi  stessi, alle nostre ipocrisie.
Ha detto il regista in una delle sue interviste: " Non credo più alle chiese  religiose, laiche  e culturali... Altro non sono se non il luogo in cui ci rassicuriamo, demandando ad esse di occuparsi di noi". Non  si pensi che la tensione etica e religiosa abbia fatto velo alle  doti stilistiche del regista, costringendolo alla retorica. Olmi   ha costruito il suo film secondo un rigoroso gioco di relazioni simboliche. La vicenda è racchiusa nello spazio ristretto delle stanze della chiesa e la macchina da presa lavora sull' espressività dei volti e la forza evocativa delle immagini: le tende dei migranti, che alludono a  quelle  del presepio, i rumori  e la musica che hanno in questo film una  funzione precisa. In sintesi, un film da non mancare.
( In uscita sul prossimo numero di Confronti )

venerdì 23 settembre 2011

Arriva il Salone dell' Editoria sociale

A giorni verrà diffuso il programma dettagliato della III edizione del Salone dell' Editoria sociale, che si svolgerà a Roma dal 28 Ottobre al 1 novembre 2011. Sarà Porta Futuro, il nuovo spazio, nel cuore di Testaccio, voluto dalla Provincia di Roma e dedicato alla formazione e all’orientamento, ad ospitare la manifestazione di questo anno.
L' iniziativa, che avrà  come tema centrale "Etica e responsabilità pubblica", sarà ovviamente caratterizzata dal nodo della crisi economica e dalla necessità  per i cittadini, le associazioni culturali, i movimenti  di prendere posizione e impegnarsi, indicando soluzioni dal basso, proposte collettive e non solo una generica indignazione.
Goffredo Fofi, direttore de " Lo Straniero" e uno degli organizzatori, illustra nel video   contenuti e impostazione del Salone.