" Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente, come perfettamente sono conosciuto. Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità" ( S. Paolo, 1° lettera ai Corinzi 13,1 )

martedì 28 aprile 2009

Un libro di Marisa Galli

Marisa Galli
Una storia unica.
Redattore sociale edizioni
2007, p. 125, €. 19.00

Giornalisti ed operatori del mondo del volontariato e del terzo settore riflettono da tempo sul modo di fare comunicazione sociale nell' epoca della crisi globale, che logora sempre di più gli spazi dello stato sociale. Vi sono due modi possibili per praticare un' informazione efficace sul mondo della diversità e del disagio : attraverso un uso critico e consapevole dei mezzi di informazione di massa, oppure testimoniando e raccontando direttamente situazioni e storie esemplari. E' la strada del racconto, delle storie di vita su cui lavorano in molti: un nome per tutti, Duccio Demetrio.
Quest' ultima modalità si ritrova in questo libro di Marisa Galli, pubblicato non a caso da una casa editrice impegnata sul fronte dell’ informazione sociale. Fondatrice della Comunità di Capodarco, l' autrice lavora da vari decenni nella difesa della condizione dei disabili ed è affetta da una paralisi spastica che lei stessa così descrive: “…mi toglie fin dalla nascita la mobilità degli arti. Per questo non riesco a fare i primi passi traballanti come tutti i bambini del mondo.”(p. 13)
Nella sua narrazione si intrecciano tante cose: il coraggio ( chi l' ha conosciuta ne esce trasformato e non la dimentica); le esperienze personali e i giudizi sulle istituzioni e la società. Il racconto diviene così un documento concreto sul modo di comunicare il mondo della diversità nella vita di oggi. La sua storia di disabile si intreccia con un'altra ancora più dolorosa e difficile : quella di Maria Pia, una schizofrenica che - sola e senza nessuna assistenza di alcun genere- viene accolta dalla stessa comunità in cui vive Marisa.
Ma qui notiamo un altro dato di interesse di questo racconto per motli aspetti eccezionale: tra i disabili fisici la condizione di sofferenza profonda di una schizofrenica può creare incomprensioni e fratture. Spesso è difficile attuare la solidarietà anche tra le persone che vivono in condizioni di emarginazione apparentemente analoghe. La Galli sceglie di prendersi cura di questa ragazza che quasi tutt guardano con diffidenza. Inizia così un lungo cammino fatto di lacerazioni e di problemi, ma anche di scoperte e di relazione umana.
L' autrice descrive gli aspetti bui di questo rapporto, ma anche quelli luminosi che sintetizza così in un ritratto della ragazza:"..(è) la Maria Pia attiva, attenta, vigile e osservatrice che vede attraverso le cose e rileva anche le sfumature più piccole” (p. 121).
Il racconto è il resoconto di un progetto d’ amore consapevole e adulto, che va al di là del semplice caso individuale: diviene l' esempio di una proposta etica che la società deve assumere. Agli operatori della comunicazione rimane un lascito importante dalla lettura: Per l’ informazione sociale occorrono rigore morale e attenzione agli ultimi. Il sensazionalismo fa male ai disabili e a noi tutti.

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