Pubblico di nuovo l' appello di alcune grandi organizzazioni del terzo settore a Mario Monti perchè prenda in esame le drammatiche difficoltà delle fasce sociali più deboli in una crisi economica che tocca non solo l' Italia, ma tutta l' Europa. E' in corso in molte città la raccolta delle firme. Firmate e fate firmare l' appello !
Al Presidente del Consiglio Mario Monti
Come cittadini italiani responsabilmente ci faremo carico dei duri sacrifici imposti dalla necessaria manovra finanziaria. Siamo fiduciosi che possano servire a salvare il Paese, a sanare i conti pubblici e, soprattutto, a costruire un futuro più sereno per i nostri figli. Per quanto, pur nei limiti imposti dalla gravissima situazione dell’economia mondiale, avremmo auspicato più determinazione in Parlamento nell’alleggerire il carico sulle pensioni, sulle prime case, sui consumi delle famiglie, per trasferire oneri su chi dispone di redditi e beni più consistenti, ma soprattutto su chi in questi anni ha evaso il fisco.
Come cittadini responsabili chiediamo, però, al Governo di valutare
le conseguenze che il Decreto legge 201/2011 inevitabilmente andrà a
determinare sulle fasce sociali più disagiate, sugli 8 milioni e 272
mila di poveri, sui 2 milioni e 734 mila famiglie in drammatiche
difficoltà economiche contate dall’Istat. Sono queste che si aspettano
più di ogni altro che prenda corpo con chiarezza quel termine equità più
volte ribadito nei suoi interventi di queste settimane.
Tra i poveri ci sono ben 1,5 milioni di anziani, e proprio in quella
fascia di età malattie croniche e degenerative moltiplicano gli stati di
non autosufficienza. Sono più di 1 milione e 300 mila gli anziani non
autosufficienti. Godono di un’indennità di accompagnamento largamente
insufficiente a coprire i costi dell’assistenza, a garantire una vita
dignitosa. La non autosufficienza in terza età è ormai tra le prime
cause di impoverimento delle nostre famiglie, perché l’Italia non si è
dotata, a differenza del resto dell’Europa, di un adeguato fondo per
fronteggiare questi pesanti bisogni assistenziali.
Le famiglie italiane sono impoverite da una seconda emergenza: i
figli che non lavorano. Sono 1,8 milioni i giovani poveri, perché privi
di reddito o drammaticamente precari. E, per quanto apprezziamo nel
decreto le misure che premiano le imprese che assumono stabilmente
giovani, le chiediamo: quanto dovranno aspettare così tanti ragazzi e
ragazze senza reddito per trovare un approdo al loro futuro?
Per queste ragioni chiediamo a Lei ed alle forze che sostengono il
suo Governo una convocazione urgente delle Parti Sociali per concordare
ed avviare da subito un processo, anche graduale, che porti
all’istituzione per giovani e disoccupati di un Reddito Minimo di
Cittadinanza a sostegno, come ci indica l’Europa, di percorsi di
formazione, di avviamento al lavoro, di impiego in attività socialmente
utili. Che istituisca, altresì, un nuovo Fondo per un sostegno più
adeguato alle famiglie che assistono i loro anziani non autosufficienti o
i figli gravemente disabili. Chiediamo a Lei di dare, con misure
urgenti e concrete, alle famiglie italiane un segno tangibile della
volontà del suo Governo di uscire dalla crisi attraverso un virtuoso
percorso che porti più giustizia ed equità nel nostro vivere quotidiano.
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