" Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente, come perfettamente sono conosciuto. Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità" ( S. Paolo, 1° lettera ai Corinzi 13,1 )

giovedì 16 febbraio 2012

Gli "invalidi presunti": un'invenzione infelice de LaVoce

Francamente si rimane un po' esterefatti per la superficialità del contributio pubblicato su LaVoce.info  in tema di invalidità a firma di Andrea Tardiola. In questo contributo non si tiene conto di tutto quanto il movimento associativo della disabilità ha prodotto da due anni a questa parte (si vedano ad esempio il n.4/11 della rivista Welfare oggi o gli innumerevoli contributi sul sito della) sia sulla regolamentazione delle prestazioni legate al riconoscimento dell'invalidità civile sia in termini di analisi mediatica sulla campagna contro i "falsi invaldi".
Sul primo aspetto l'omissione più grave mi pare quella che non riferisceche il riconoscimento dell'invalidità (a partire dal 34%) comporta anche benefici di altra natura oltre a quelli, eventuali, di ordine economico, nel campo della protesica, dell'esenzione ticket, del collocamento al lavoro.
Sul secondo aspetto l'introduzione della nuova categoria degli "invalidi presunti" (che l'autore così definisce "coloro che presentano domanda senza averne i requisiti") non fa che riproporre un ennesimo stigma, di peso solo apparentemente inferiore: ci sono quelli che hanno truffato e quelli che, almeno in una certa misura, hanno provato a farlo e che qui diventano un numero preciso, ben 744.000.
Mi pare quindi del tutto fuorviante sostenere che chi fa domanda e non ottiene benefici economici "contribuisca alla lentezza e farraginosità del sistema". Si leggano inoltre in rete alcuni commenti di esponenti di patronati che smentiscono  che il meccanismo dei finanziamenti funzioni così come descritto nell'articolo de LaVoce. Non bastavano i falsi invalidi, ora arrivano anche gli "invalidi presunti".
                                                                        
                                                                        Andrea Pancaldi

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