Francamente si rimane un
po' esterefatti per la superficialità del contributio pubblicato su LaVoce.info in tema di invalidità a firma di Andrea
Tardiola. In questo contributo non si tiene conto di tutto quanto il movimento
associativo della disabilità ha prodotto da due anni a questa parte (si vedano
ad esempio il n.4/11 della rivista Welfare oggi o gli innumerevoli contributi
sul sito della) sia sulla regolamentazione delle
prestazioni legate al riconoscimento dell'invalidità civile sia in termini di
analisi mediatica sulla campagna contro i "falsi invaldi".
Sul primo aspetto l'omissione più
grave mi pare quella che non riferisceche il riconoscimento dell'invalidità (a
partire dal 34%) comporta anche benefici di altra natura oltre a quelli,
eventuali, di ordine economico, nel campo della protesica, dell'esenzione
ticket, del collocamento al lavoro.
Sul secondo aspetto l'introduzione
della nuova categoria degli "invalidi presunti" (che l'autore così
definisce "coloro che presentano domanda senza averne i requisiti")
non fa che riproporre un ennesimo stigma, di peso solo apparentemente inferiore: ci sono
quelli che hanno truffato e quelli che, almeno in una certa misura, hanno
provato a farlo e che qui diventano un numero preciso, ben 744.000.
Mi pare quindi del tutto fuorviante
sostenere che chi fa domanda e non ottiene benefici economici "contribuisca
alla lentezza e farraginosità del sistema". Si leggano inoltre in rete alcuni commenti di esponenti di patronati che
smentiscono che il meccanismo dei
finanziamenti funzioni così come descritto nell'articolo de LaVoce. Non bastavano i falsi invalidi, ora
arrivano anche gli "invalidi presunti".
Andrea Pancaldi
Per approfondire
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