" Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente, come perfettamente sono conosciuto. Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità" ( S. Paolo, 1° lettera ai Corinzi 13,1 )

giovedì 16 febbraio 2012

Il giornalismo sociale oggi

La categoria  di giornalismo sociale si è precisata  una trentina di anni fa, nel contesto della prima crisi del welfare  che vide la nascita del fenomeno del volontariato e il dibattito sul no- profit. Si  definì con questo termine quella porzione  dell’informazione  dedicata alle nuove questioni sociali, nate con l’abbandono dei tradizionali modelli di sicurezza sociale.  
Da allora temi come la povertà, la droga, gli anziani, ma anche il sottosviluppo  e l’ emigrazionecominciarono a trovare uno spazio nuovo nel panorama  dell’ informazione. Le conseguenze di questa irruzione di nuovi temi sono state diverse. Come ha ricordato Mauro Sarti in un  volume di qualche anno fa - l giornalismo sociale, Carocci, 2007- , le redazioni di molti giornali  modificarono  atteggiamenti e obiettivi – e non fu un processo indolore. Si è compreso lentamente che l’ informazione su questi temi implica una specifica capacità di analisi dei contesti socio-economici e  una forte disponibilità etica all’ ascolto dell’ altro da sé.
Contribuirono a questo mutamento della sensibilità l’ irruzione sulla scena pubblica delle organizzazioni di volontariato, che hanno poi trovato nella rete un formidabile strumento di intervento: siti Internet, blog, ecc. diventano rapidamente spazi per denunce e analisi, anche se non vanno dimenticati  strumenti cartacei singolari come i “ giornali di strada”. 
In questo  processo l’ esperienza più nota è quella dell’agenzia Redattore Sociale. Si tratta di un’agenzia di stampa quotidiana dedicata al disagio e all’impegno sociale, nata dalle sollecitazioni delle centinaia di giornalisti che dal 1994 partecipano a Capodarco al seminario di formazione "a partire dai temi del disagio e delle marginalità".  
E’ impossibile però citare l’ enorme quantità di strumenti cartacei, pubblicati da enti pubblici e privati, di siti Internet, blog, che oggi occupano uno spazio importante nel mondo della comunicazione. Se ne può trovare una segnalazione esaustiva nella  Guida all' informazione sociale, realizzata  da Redattore Sociale e reperibile  in rete, con centinaia di voci, in 28 Aree tematiche. 
Con l’ ampliamento del settore no  - profit si sono registrati nell’ ultimo decennio ulteriori cambiamenti, che la crisi sociale  rende assai complessi. Ne ricordiamo due. La necessità per il settore dedito al sociale di confrontarsi con il mercato e le istituzioni pubbliche  rischia di condizionare  la capacità di stimolo critico, quando questa deve scontrarsi con la delicatezza delle decisioni politiche. Ai fini della raccolta  necessaria di fondi, prevale spesso  un utilizzo  a fini emozionali della notizia.
L’ avvento delle nuove tecnologie inoltre  muta radicalmente le redazioni. Scompaiono giornali, figure professionali e  cresce  la funzione di Internet come orizzonte della comunicazione pubblica. Qui si giocherà il ruolo dei giornalisti sociali,  di fronte   ad un futuro  piuttosto oscuro. 

( in uscita sul mensile  Confronti)

                                                                                                     Umberto Brancia

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