" Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente, come perfettamente sono conosciuto. Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità" ( S. Paolo, 1° lettera ai Corinzi 13,1 )

domenica 27 maggio 2012

Adriano Olivetti e la responsabilità sociale d' impresa

Si è svolto nei giorni scorsi a cura del Dipartimento benessere di comunità del Comune di Bologna un insolito incontro centrato sulla visione del film In me non c'è che futuro, del regista Michele Fasano, dedicato alla vicenda umana e professionale di Adriano Olivetti (...si proprio quello delle macchine da scrivere e dei personal computer) svoltasi in una arco di tempo che va dagli anni '20 a quelli '60.
Olivetti a tutti gli effetti può essere considerato un antesignano dei temi e delle riflessioni attorno alla responsabilità sociale che le imprese hanno o possono avere nei confronti del territorio dove operano e dei proprio dipendenti.
La Responsabilità sociale di impresa (RSI), assieme anche alle Fondazioni di comunità, è tra i temi che sono all'attenzione della Giunta comunale e del Dipartimento benessere di comunità circa alcuni aspetti che potrebbero risultare innovativi degli scenari di welfare e di benessere della comunità che si stanno, pur tra mille difficoltà e approssimazioni, delineando nell'era della "crisi".
Su questi aspetti, si è ribadito, è necessario muoversi sia attraverso il livello organizzativo, ma avendo cura di promuovere anche occasioni di approfondimento e dibattito per costruire un'orizzonte di senso condiviso.
Il regista del film, Michele Fasano, ha tra l'altro recentemente pubblicato sulla rivista on line Inchiesta un contributo dedicato alla figura di Olivetti e al tema della RSI.

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