" Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente, come perfettamente sono conosciuto. Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità" ( S. Paolo, 1° lettera ai Corinzi 13,1 )

giovedì 24 novembre 2011

Il libro di Sandro Ferri e una serata deludente

Quando è uscito il libro di Sandro Ferri sull' attività della sua casa editrice ( I ferri del mestiere, E/O, 2011), in cui l' editore racconta le proprie esperienze, i metodi di lavoro e gli interrogativi, l' ho letto immediatamente con grande entusiasmo. Il libro è scritto benissimo ed illustra con chiarezza i dilemmi seri che affronta un editore di cultura, preso nel vortice dei cambiamenti che stanno sconvolgendo il mondo editoriale. 
Le nuove tecnologie permettono ormai di pubblicare in proprio un libro, anche se  rimane all' autore l' onere pesantissimo della promozione. Termini come self-publishing, print on demand stanno diventando familiari ad un pubblico vasto, che vuole scrivere e comincia a guardare con diffidenza alla costosa mediazione dell' editore. Ormai alcuni dubitano sull' utilità stessa della funzione dell'editore: anche perché nelle grandi case editrici quella funzione la svolgono ormai dei manager
D' altro canto, le case editrici, che si dedicano ad un progetto culturale rigoroso, sono oppresse dalla marea di manoscritti di chi aspira ad una folgorante carriera come autore, oltre che dalla concorrenza spietata delle grandi corporazioni editoriali. Ferri illustra questi problemi (e molti altri) con perizia narrativa e molto umorismo (ed è uno dei meriti del libro  che si legge d' un fiato, come si usa dire! ). Ci introduce nel laboratorio dell'editore di cultura con passo tranquillo e disincantato, fornendo al lettore ( e all' aspirante scrittore)  una guida per orientarsi. 
In sintesi, un libro che consiglio con calore. Con questo spirito sono andato ad ascoltare la presentazione del volume alla Libreria Feltrinelli, qualche giorno fa. Una serata piacevolissima, in cui il volume ha avuto un giusto  battesimo. Ma sono tornato a casa con una delusione. In mezzo a interventi divertenti e acuti di molti operatori del settore, ho visto circolare uno sconcertante snobismo verso le  trasformazioni in atto, che sembravano suscitare nei partecipanti ironia e distacco. 
Venivano denunciate le ingenuità e la soffocante diffusione dell' aspirazione alla scrittura.  Sono caratteristiche  in un gran parte vere, ma a me, che non sono nè un letterato, nè un editore di professione, ma uso solo di un po' di sociologia spicciola,  è venuto in mente una domanda. Possibile che non si rendessero conto che la diffusione di massa del bisogno di scrivere, di esprimersi, di essere presenti è un fenomeno culturale inedito, ma assai fecondo? Chi percorra questo spazio virtuale, fatto di blog, di siti letterari, di e-book, ecc. scopre un formidabile deposito di aspirazioni, sogni, incubi. Un deposito fangoso, che però dovrebbe essere utile per il lavoro di un editore che vuole promuovere i propri libri e la lettura. Non parliamo poi per la scuola,
Ma forse si trattava solo di uno snobismo difensivo di intellettuali un po' affaticati  e le mie erano le ubbie di un vecchio pensionato. In ogni caso, il libro di Sandro Ferri va letto: vi divertirà e  aiuterà ad affrontare il viaggio dei principianti nel mondo dell' editoria.


Per saperne di più:
http://www.edizionieo.it/news_visualizza.php?Id=454
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/tecnologia/grubrica.asp?ID_blog=30&ID_articolo=9768&ID_sezione=38
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/hrubrica.asp?ID_blog=285

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