Il
convegno sull’
inserimento lavorativo dei disabili psichici, che si svolgerà a Roma il 27 marzo 2012 ( Sala Di Liegro, Provincia di Roma, ore 9,30 ), con la
partecipazione di forze sindacali come la CGIL, associazioni di genitori e
esponenti delle istituzioni, è importante per diversi motivi che vale la pena
sottolineare.
Vi
sono state in questi anni alcune esperienze
importanti a livello locale, ma si può dire con sicurezza che il problema dell’
avviamento al lavoro dei disabili psichici nel suo complesso è stato progressivamente rimosso dall’ opinione pubblica nazionale e
dalle forze politiche e sociali. Le ragioni sono molte e basterà qui accennarle.
Si
sono andate man mano affievolendo le
potenzialità riformatrici e civili
legate a alcune leggi fondamentali come
la riforma psichiatrica, L.
13 maggio 1978, n. 180,
voluta con grande determinazione da Franco Basaglia e quelle legate alla riforma sanitaria, a partire dalla l.833/78 .
Dopo
gli anni Novanta sono ricomparsi sempre
più nel tessuto sociale pregiudizi
oscuri e la tendenza ad una nuova ghettizzazione del “ diverso”. La sofferenza mentale è
tornata ad essere per molti sintomo di minaccia o addirittura agitata da quelle
forze politiche che fanno un ‘uso indiscriminato delle paure collettive.
A
questo si è aggiunto un’ altro problema, tutto oggettivo. La crisi dei modelli
industriali fondati sulla grande fabbrica, la diffusione del lavoro precario ed
informale ha fatto sì che le possibilità di sbocchi lavorativi per i disabili
psichici si riducessero a tre settori, con problematiche molto diverse e complesse: il settore pubblico (ministeri ed
enti decentrati), il terziario (supermercati, commercio, ecc.), il privato-
sociale.
Rispetto
a queste trasformazioni, si pone il
problema di una verifica della legge 68/ 99 e di una sua effettiva applicazione, in particolare rispetto ad un tema come il
funzionamento dei Centri per l’ impiego.
Il Convegno di Roma è in questo senso significativo perché si svolge
nella città con maggiore densità di amministrazioni centrali dello stato, che
hanno organici nazionali. Il pubblico impiego
sta subendo da anni poderosi processi di ristrutturazione. Ridefinire un
quadro d’ insieme delle vacanze organiche
degli apparati pubblici è una priorità fondamentale, in rapporto alle richieste
di avviamento al lavoro per i disabili psichici. Specie in un’ epoca di crescente scarsità di lavoro.
Ma
c’ è un’ altra priorità. I convegni sono
preziosi, ma rischiano di rimanere senza conseguenze se non si realizza una
presa di coscienza e una mobilitazione di altre componenti decisive della
società: gli intellettuali e il mondo della comunicazione, che devono
trasmettere un’ immagine meno piagnona e sentimentale della disabilità.
A tutto questo andrà aggiunta
quindi una riflessione più
vasta
su se e come il tema lavoro e
disabilità sia oggetto di interessi informativi ed editoriali.
L'impressione è che a fronte della sua grande importanza sia invece
estremamente sottostimato nel panorama informativo ed editoriale
sia del mondo della disabilità, sia esterno a questa.
Sono pochissimi i libri ed articoli
che vengono prodotti, tutti o quasi di
taglio essenzialmente tecnico o
normativo e manca quasi totalmente una pubblicistica in materia. Basta
dare un occhio alle principali riviste cartacee o anche ai siti che vanno per la maggiore per rendersi conto
che di lavoro si scrive molto meno che di turismo, di sport, di barriere e trasporti,
di scuola, di tecnologie per l'autonomia.
Un’ annotazione del genere era scritta nel n.50/199 della rivista
Rassegna stampa handicap, curata dall' AIAS
di Bologna: sono passati più di vent'anni e tutto è rimasto, su
questo aspetto specifico, apparentemente inalterato.
Umberto Brancia
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