I fondi strutturali europei, che rappresentano uno degli strumenti per intervenire nella crisi, sono volti a ridurre il divario di sviluppo e a promuovere
la coesione economica e sociale all'interno dell' Unione europea (UE). L' articolo ne chiarisce alcuni aspetti riguardanti le politiche sociali
EAPN ( Rete europeada oltre 20 anni è convinta
che i Fondi Strutturali siano un essenziale strumento per l’uscita delle
persone da una condizione di esclusione sociale e povertà. Le sue posizioni
sono note, a livello europeo, attraverso le consultazioni con le istituzioni
europee e in particolare con la Commissione, il Comitato economico e sociale e
con il Parlamento europeo e, a livello nazionale, attraverso il lavoro svolto
dalle reti nazionali e dalle organizzazioni europee ad essa aderenti.
L'impegno principale è quello di
premere verso le istituzioni affinché assumano decisioni nei confronti di chi è
a rischio o vive già in una condizione di povertà, che è escluso e che non può entrare nel
mercato del lavoro.
Le pubblicazioni di questi anni,
le conferenze periodiche, le realizzazioni di progetti dove si è trattato di
inclusione sociale, sono stati e sono tutt’ora strumenti attraverso cui EAPN ha
definito meglio il suo contributo verso quelle politiche che sostengano e non
deprimano il modello sociale europeo, proprio a partire dalle possibilità e
opportunità offerte dalla UE nel suo insieme.
Quanto EAPN afferma trova
riscontro negli strumenti normativi europei non ultimo l’iniziativa faro sulla
Piattaforma della Povertà di dicembre 2010, dove la Commissione europea
sollecita l’uso dei fondi strutturali come strumento importante nella lotta
contro la povertà e l’esclusione sociale. In particolare, la Commissione
europea afferma che il Fondo Sociale Europeo (FSE) deve essere reso più
accessibile alle organizzazioni non profit, che bisogna specificare meglio i
destinatari intesi sia come persone (categorie di), sia come aree deprivate;
vanno assicurati gli investimenti in infrastrutture sociali.
Le organizzazioni non profit che
si occupano di sociale sono quelle più vicine ai più poveri e ai maggiormente
esclusi e sarebbero in grado di gestire progetti a valere sui fondi strutturali
se non vi fossero così tanti limiti nell’accesso.
È giunto il momento, dopo oltre
30 anni, di rivedere le modalità di accesso al FSE che può offrire molto di più
di quanto non abbia dato sinora. In particolare attraverso questo fondo europeo
si possono prevedere programmi, progetti e servizi e non solo attività
formative di avvio al lavoro o per chi ha bisogno di riqualificarsi. Attraverso specifiche misure, diverse dalla
formazione, si può raggiungere un pubblico più vasto che vive ai margini e
oltre il mercato del lavoro.
Anche il Fondo Europeo per lo
Sviluppo Regionale (FESR) offre altrettante possibilità. Le proposte di EAPN per
assicurare una maggiore inclusione sociale e quindi garantire una ricaduta
effettiva dall’uso dei fondi strutturali e raggiungere gli obiettivi della
Strategia Europa 2020 includono:
- - una visione più allargata di cosa significa
inclusione sociale. Per la rete europea, infatti, non si tratta solo di mercato del lavoro, ma
di costruire percorsi personalizzati di inclusione che abbiano una visione
multi dimensionale: accesso ai servizi pubblici più agevole (servizi che vanno
dai trasporti alla sanità, ai servizi di protezione sociale) ivi inclusi
strumenti quali un reddito adeguato (si veda il sito www.adequateincome.eu)
- assicurare che le organizzazioni
non profit che lavorano a diretto contatto con le persone maggiormente escluse
possano accedere ai fondi strutturali
- che la gestione, il monitoraggio
e la valutazione siano effettivi al fine di verificare l’efficacia e
l’efficienza delle azioni messe in pratica
- poter contare sull’assistenza
tecnica per rafforzare le capacità delle organizzazioni non profit ad accedere
ai fondi
Nicoletta Teodosi
Nessun commento:
Posta un commento