Lo sforzo del Governo Monti in materia di welfare si concentra
su pensioni e lavoro, temi sui quali c’è una richiesta esplicita di
impegno da parte della Banca Centrale Europea. L’esecutivo, però,
dimentica così le politiche sociali, proprio nel loro anno più
difficile. Nel 2012, infatti, le politiche sociali vivranno un momento
storico. E’ questa in estrema sintesi l’analisi contenuta nel nuovo
numero (il quinto) di Welfare Oggi, la rivista di sociale bimestrale
edita da Maggioli e diretta da Cristiano Gori.
Quali prospettive per i servizi sociali? Cerca di capirlo un focus contenuto nella rivista. Per la prima volta – quest’anno - diminuirà la spesa dei Comuni destinata ai servizi sociali e socio-educativi, novità eclatante in un settore già sottofinanziato. Un focus della rivista mostra come nello scorso decennio la spesa sociale comunale è cresciuta in modo lento ma costante sino al 2009, toccando lo 0,42% del Pil. Lo scenario è mutato nel recente biennio (2010-2011), un periodo di stabilizzazione, durante il quale i Comuni hanno mantenuto - con difficoltà - i livelli di offerta raggiunti.
“Nella fase appena cominciata (2012-2013), invece, la spesa sociale diminuirà – si evidenzia -: secondo le previsionidell’Ifel, nel solo 2012 si ridurrà del 13%. Il cambiamento si deve, principalmente, all’azzeramento dei fondi nazionali dedicati (Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondo Non Autosufficienze, Piano Nidi e altri) e alle robuste riduzioni nei trasferimenti indistinti dallo Stato ai Comuni”.
Secondo l’analisi pubblicata da Welfare oggi il pesante impatto dei tagli sui principali utenti dei servizi comunali - bambini piccoli (nidi), famiglie in povertà, anziani non autosufficienti e persone con disabilità – si coglie solo valutando i precedenti incrementi. Questi ultimi, infatti, sono risultati ben inferiori a quanto - secondo tutte le ricerche - sarebbe stato necessario, basti pensare che a metà anni ’90 la spesa comunale ammontava allo 0,3% del Pil e la più autorevole commissione sul welfare in epoca recente (Commissione Onofri, 1997) ne suggerì l’aumento sino all’1,4%: non siamo andati oltre lo 0,42%. Il sociale, dunque, era quantitativamente inadeguato anche prima dell’attuale contrazione, lo confermano pure i confronti internazionali. “Durante la Seconda Repubblica (1996-2011), nondimeno, l’incremento di risorse pubbliche destinate agli altri settori del welfare - come sanità, previdenza e contributi monetari assistenziali - è stato ben superiore di quello rivolto ai servizi sociali e socio-educativi”, si scrive. Secondo Welfare Oggi, dunque, la crescita degli stanziamenti rappresenta una tra le sfide per il Ministro del Welfare, Fornero, e il Sottosegretario con delega al sociale, Guerra. “È senza scappatoie: se non s’incrementano le risorse aumenteranno disagio e diseguaglianza, tendenza della quale sono già visibili numerosi segni”.
Welfare Oggi ospita anche uno speciale “2012 – L’anno della verità”, che presenta - sulla base dei più aggiornati dati disponibili – le prospettive per l’anno in corso dei servizi sociali, di quelli sociosanitari e del terzo settore. Contiene, inoltre, un’ampia sezione dedicata alle esperienze – i servizi raccontati da chi li fa – con approfondimenti su anziani, disabilità, profughi, prima infanzia e tossicodipendenza.
(fonte redattoresociale.it)
Quali prospettive per i servizi sociali? Cerca di capirlo un focus contenuto nella rivista. Per la prima volta – quest’anno - diminuirà la spesa dei Comuni destinata ai servizi sociali e socio-educativi, novità eclatante in un settore già sottofinanziato. Un focus della rivista mostra come nello scorso decennio la spesa sociale comunale è cresciuta in modo lento ma costante sino al 2009, toccando lo 0,42% del Pil. Lo scenario è mutato nel recente biennio (2010-2011), un periodo di stabilizzazione, durante il quale i Comuni hanno mantenuto - con difficoltà - i livelli di offerta raggiunti.
“Nella fase appena cominciata (2012-2013), invece, la spesa sociale diminuirà – si evidenzia -: secondo le previsionidell’Ifel, nel solo 2012 si ridurrà del 13%. Il cambiamento si deve, principalmente, all’azzeramento dei fondi nazionali dedicati (Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondo Non Autosufficienze, Piano Nidi e altri) e alle robuste riduzioni nei trasferimenti indistinti dallo Stato ai Comuni”.
Secondo l’analisi pubblicata da Welfare oggi il pesante impatto dei tagli sui principali utenti dei servizi comunali - bambini piccoli (nidi), famiglie in povertà, anziani non autosufficienti e persone con disabilità – si coglie solo valutando i precedenti incrementi. Questi ultimi, infatti, sono risultati ben inferiori a quanto - secondo tutte le ricerche - sarebbe stato necessario, basti pensare che a metà anni ’90 la spesa comunale ammontava allo 0,3% del Pil e la più autorevole commissione sul welfare in epoca recente (Commissione Onofri, 1997) ne suggerì l’aumento sino all’1,4%: non siamo andati oltre lo 0,42%. Il sociale, dunque, era quantitativamente inadeguato anche prima dell’attuale contrazione, lo confermano pure i confronti internazionali. “Durante la Seconda Repubblica (1996-2011), nondimeno, l’incremento di risorse pubbliche destinate agli altri settori del welfare - come sanità, previdenza e contributi monetari assistenziali - è stato ben superiore di quello rivolto ai servizi sociali e socio-educativi”, si scrive. Secondo Welfare Oggi, dunque, la crescita degli stanziamenti rappresenta una tra le sfide per il Ministro del Welfare, Fornero, e il Sottosegretario con delega al sociale, Guerra. “È senza scappatoie: se non s’incrementano le risorse aumenteranno disagio e diseguaglianza, tendenza della quale sono già visibili numerosi segni”.
Welfare Oggi ospita anche uno speciale “2012 – L’anno della verità”, che presenta - sulla base dei più aggiornati dati disponibili – le prospettive per l’anno in corso dei servizi sociali, di quelli sociosanitari e del terzo settore. Contiene, inoltre, un’ampia sezione dedicata alle esperienze – i servizi raccontati da chi li fa – con approfondimenti su anziani, disabilità, profughi, prima infanzia e tossicodipendenza.
(fonte redattoresociale.it)
Nessun commento:
Posta un commento