Questo che si chiude è stato un' anno molto difficile per chi ama la lettura, e in particolare i libri legati alle tematiche del sociale, del disagio e della solidarietà. Hanno inciso in maniera pesante il taglio dei finanziamenti alla cultura a livello nazionale e locale, ma anche la crisi progettuale dell' associazionismo e delle forze politiche che almeno a parole sembrano interessate ad un dialogo con questi mondi. E' difficile quindi formulare auguri ottimistici, ma non bisogna mai rinunciare alla speranza. Il blog non rinuncerà all' ispirazione che scaturisce dal titolo, cercando nella realtà e nei libri stimoli inediti per una lettura critica del sociale, dal punto di vista degli ultimi. Spero quindi di riservarvi sorprese e novità anche nel 2012.
Il video che vi doniamo come augurio per il nuovo anno è la prima parte di uno splendido documentario di Massimo Coppola sullo scrittore Luciano Bianciardi, l' autore della " Vita agra" e uno degli intelllettuali più indipendenti della storia del Novecento. Su You Tube potete trovare le altre puntate. Vale la pena segnalare che sono uscite in questi ultimi mesi due ottimi studi dedicati alla figura di Luciano Bianciardi:
- Pino Corrias, Vita agra di un anarchico, Luciano Bianciardi a Milano, Feltrinelli, 2011, euro 9,00. E' la ristampa, rivista e aggiornata di un libro di vari anni fa, in cui il giornalista ricostruisce con esemplare vivacità stilistica le vicende pubbliche e private dello scrittore, alle prese con il suo rifiuto meditato di integrarsi nel clima opprimente della nascente industria culturale.
- Giuseppe Muraca, Luciano Bianciardi, Quaderni dell' Italia Antimoderata, Centro di Documentazione di Pistoia, 2011, euro 10,00. Il volume è inserito all' interno di una collana che tratteggia grandi figure di militanti e scrittori che si caratterizzano per un profilo e una storia critica e anticonformista.
Scrive Attilio Mangano a questo proposito : ".. La figura di Bianciardi campeggia ormai come un classico e continua a consegnarci
il ricordo dell' Italia del miracolo economico e del neocapitalismo degli anni
sessanta, quella "grande trasformazione" che lo scrittore riesce a cogliere con
ironia graffiante, da "cane sciolto" e battitore libero in un mondo che aveva
bisogno di irregolari come lui, anche se allora ai riconoscimenti e ai successi
si aggiungevano le polemiche e i litigi. Bianciardi non perdeva un colpo e
rispondeva a sua volta".