" Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente, come perfettamente sono conosciuto. Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità" ( S. Paolo, 1° lettera ai Corinzi 13,1 )

mercoledì 29 aprile 2009

CONFRONTI : UNA RIVISTA, QUASI UNA VITA

Confronti : questa rivista mensile impegnata da un ventennio sui temi del dialogo fra le religioni, della cultura e della politica, per chi ha superato come me la soglia fatidica dei sessant' anni non rappresenta soltanto una palestra giornalistica, ma un pezzo importante della mia esistenza personale. E' stata molto di più: un luogo pubblico di iniziative culturali e di dibattito durante anni difficili e tormentati, in cui la partecipazione si è rinsecchita.
Per questo segnalo con piacere questo DOSSIER dedicato al tema della scuola nella crisi attuale. La formazione è un tema essenziale per l' avvenire dei nostri giovani, e per la sopravvivenza della democrazia in Italia. Tra i contributi presenti, ricordo appena: Gian Mario Gillio, Cristina Mattiello, Emanuele Barbieri, Gustavo Zagrebelsky, Marco Rossi-Doria, Alberto Alberti, Clotilde Pontecorvo, Antonio Delrio, Luigi Sandri, Giuliano Ligabue, Mostafa El Ayoubi, Francesco Tonucci e tanti, tantissmi altri. E' bellissimo, ricco di stimoli edi proposte per chi nella scuola lavora o manda i propri figli.
La redazione di CONFRONTI: Via Firenze, n. 38, 00184,
Roma- tel. 064820503. Il sito: http://www.confronti.net/

UN PROGETTO DI SCRITTURA PER LE SCUOLE DI ROMA E DEL LAZIO

Dal 31 marzo 2009 è sul web http://www.lamialetteralmondo.com, un nuovo blog sulla “scrittura creativa” dedicato agli alunni delle scuole medie. Questa iniziativa nasce dalla collaborazione fra il MIUR – Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio, il MIBAC – Direzione Generale per i beni Librari e il Centro per il Libro e la lettura. “La mia lettera al mondo” – titolo tratto da una poesia di Emily Dickinson - è mosso dalla voglia di dar voce alle generazioni che si stanno formando, lavorando con le scuole e nelle scuole, attraverso lo strumento della letteratura e l’educazione all’uso critico e attivo dell’informazione.
Il blog è espressione di un progetto che - da ottobre 2008 fino alla conclusione dell’anno scolastico in corso – sviluppa una serie di interventi per gli studenti e gli insegnanti delle scuole medie di Roma e del Lazio. Il nuovo blog ha già una sua community formata dagli oltre 800 alunni, dai loro insegnanti e dagli scrittori e autori delle riviste di cultura che hanno dato vita a circa 90 workshop,coinvolgendo 50 istituti scolastici per complessive 400 ore di laboratorio. Esso è dunque aperto agli alunni e agli insegnanti impegnati in queste attività, ma anche alla più vasta community on line di lettori giovani e adulti.
Autori di riviste di cultura, scrittori di narrativa, illustratori, personalità impegnate nel mondo della scuola e dell’università, che hanno offerto il loro contributo al progetto, costituiscono una sorta di redazione allargata del blog: Alberto Alberti, Andrea Ciantar, Anna Maria Crispino, Michele Emmer, Rosario Garra, Mia Lecomte, Walter Pedullà, Emanuela Solaroli, Nadia Tarantini hanno partecipato come docenti nel corso per gli insegnanti e/o animatori nei laboratori con i ragazzi.
Fra i materiali di lettura offerti vi sono le riviste: “il Caffè illustrato”, “Primapersona”, “Sapere”. Il focus della “scrittura creativa” rimanda ad aree tematiche del blog: Le tecniche del racconto; Raccontarsi in un diario; Scritture di altre culture;Il libro e la recensione; La letteratura al femminile; Raccontare con le immagini; Giovani autori. Nell’area Giovani autori sono pubblicati racconti, poesie, pagine di diario, articoli, recensioni, illustrazioni realizzati dai ragazzi.L’indirizzo a cui inviare i post con commenti è: info@lamialetteralmondo.com.
Nella Video Gallery è possibile scaricare materiali visivi: tra questi vi sono le testimonianze sulle esperienze narrative delle scrittrici Eliana Bouchard, Anilda Ibrahimi e Maria Rosa Cutrufelli, un’intervista a Giuliano Vigini. Oltre al blog, il progetto comprende un Concorso letterario, un Corso di formazione e Laboratori sulla scrittura creativa.
L’ ideazione e il coordinamento sono dello Studio Rosario Garra e CRIC - Coordinamento Riviste Italiane di Cultura. Il blog è realizzato sulla piattaforma informatica di Vejo Park, ed è anche accessibile nel portale Showfarm, canale “Cultura”. Le illustrazioni della home page sono di Stefano Navarrini.

LINK

http://www.lamialetteralmondo.com

martedì 28 aprile 2009

IL DETOUR RISCHIA DI CHIUDERE

Chi vive a Roma e ha amato il cinema in questi anni, conosce almeno di nome il cineclub Detour. Situato nel centro storico di Roma, coltiva da 12 anni una atttività professionale di promozione del cinema di qualità: vi sono passati centinaia di spettatori, registi importanti e giovani autori alle prime prove, insieme a giornalisti e critici famosi (un nome per tutti, Enrico Ghezzi).
Il Detour è forse il solo cinema del centro storico di Roma
che organizza con cadenza settimanale iniziative accessibili a persone diversamente abili e proiezioni commentate per non vedenti. Oggi si discute molto nel mondo del disagio sul modo di usare il cinema come strumento di integrazione sociale: il Detour lo pratica da tempo. Basti ricordare il ciclo organizzato in collaborazione con il Gruppo Asperger , che ha registrato una notevole partecipazione ed è ancora in corso.
Oggi il cineclub Detour rischia la chiusura, perché non gli verrà rinnovato il contratto d’ affitto e mille difficoltà burocratiche impediscono la rapida ricerca di altri locali.
Potete scrivere e manifestare il vostro interesse e sostegno per il Detour. (niente di impegnativo, solo poche righe all’ email aiutiamodetour@gmail.com indicando i vostri dati e la vostra professione.

LINK
http://www.cinedetour.it/
http://www.asperger.it/

Un libro di Marisa Galli

Marisa Galli
Una storia unica.
Redattore sociale edizioni
2007, p. 125, €. 19.00

Giornalisti ed operatori del mondo del volontariato e del terzo settore riflettono da tempo sul modo di fare comunicazione sociale nell' epoca della crisi globale, che logora sempre di più gli spazi dello stato sociale. Vi sono due modi possibili per praticare un' informazione efficace sul mondo della diversità e del disagio : attraverso un uso critico e consapevole dei mezzi di informazione di massa, oppure testimoniando e raccontando direttamente situazioni e storie esemplari. E' la strada del racconto, delle storie di vita su cui lavorano in molti: un nome per tutti, Duccio Demetrio.
Quest' ultima modalità si ritrova in questo libro di Marisa Galli, pubblicato non a caso da una casa editrice impegnata sul fronte dell’ informazione sociale. Fondatrice della Comunità di Capodarco, l' autrice lavora da vari decenni nella difesa della condizione dei disabili ed è affetta da una paralisi spastica che lei stessa così descrive: “…mi toglie fin dalla nascita la mobilità degli arti. Per questo non riesco a fare i primi passi traballanti come tutti i bambini del mondo.”(p. 13)
Nella sua narrazione si intrecciano tante cose: il coraggio ( chi l' ha conosciuta ne esce trasformato e non la dimentica); le esperienze personali e i giudizi sulle istituzioni e la società. Il racconto diviene così un documento concreto sul modo di comunicare il mondo della diversità nella vita di oggi. La sua storia di disabile si intreccia con un'altra ancora più dolorosa e difficile : quella di Maria Pia, una schizofrenica che - sola e senza nessuna assistenza di alcun genere- viene accolta dalla stessa comunità in cui vive Marisa.
Ma qui notiamo un altro dato di interesse di questo racconto per motli aspetti eccezionale: tra i disabili fisici la condizione di sofferenza profonda di una schizofrenica può creare incomprensioni e fratture. Spesso è difficile attuare la solidarietà anche tra le persone che vivono in condizioni di emarginazione apparentemente analoghe. La Galli sceglie di prendersi cura di questa ragazza che quasi tutt guardano con diffidenza. Inizia così un lungo cammino fatto di lacerazioni e di problemi, ma anche di scoperte e di relazione umana.
L' autrice descrive gli aspetti bui di questo rapporto, ma anche quelli luminosi che sintetizza così in un ritratto della ragazza:"..(è) la Maria Pia attiva, attenta, vigile e osservatrice che vede attraverso le cose e rileva anche le sfumature più piccole” (p. 121).
Il racconto è il resoconto di un progetto d’ amore consapevole e adulto, che va al di là del semplice caso individuale: diviene l' esempio di una proposta etica che la società deve assumere. Agli operatori della comunicazione rimane un lascito importante dalla lettura: Per l’ informazione sociale occorrono rigore morale e attenzione agli ultimi. Il sensazionalismo fa male ai disabili e a noi tutti.

domenica 26 aprile 2009

Roma, tra dolore e sarcasmo

Ho esitato a lungo, prima di recensire l’ ultimo film di Francesca Archibugi, Questione di cuore. Il mondo raccontato in quest’ opera è una questione di cuore anche per me!!. E' la Roma del Prenestino - dagli anni ottanta ad oggi, quella segnata dalla morte di Pasolini come spartiacque di una crisi culturale prima che politica della sinistra e di quello che chiamavamo il popolo comunista. Di quelle strade, di quei quartieri ho respirato odori e umori, vivendone direttamente le trasformazioni umane e quelle del paesaggio urbano.
In queste zone, famiglie di ceto medio e classi popolari si incontravano, mescolando vite e destini in un meticciato che aiutava gli intellettuali ad essere meno presuntuosi e il popolo ad avvicinarsi alla coscienza politica, uscendo dal plebeismo. E’ stata la parte migliore dell’ esperienza del PCI che va difesa ancora oggi con orgoglio: era la stagione dei Pasolini, dei Moravia e di alcuni registi e autori come Vittorio De Seta (cercate il suo grande Diario di un maestro) Tutti, in modi diversi, seppero interpretare un rapporto autentico con la città (sino alla fine degli anni sessanta). Poi, in un quindicennio, quel mondo è esploso in una serie di ripetute apocalissi: molti di noi hanno impiegato anni- colpevolmente - a elaborare il lutto per quella scomparsa, rompendo abbastanza le scatole quando la riflessione diventava lagnosa e autoassolutoria.
Dopo alcune opere esitanti, Francesca Archibugi era riuscita a dare ne il Grande Cocomero ( 1993) , una lettura commossa ed equilibrata degli anni settanta, a cavallo delle due epoche. Era una rievocazione della figura di Marco Lombardo Radice, e del suo lavoro di psichiatria che cercò di combattere le strutture oppressive della sua professione. Faceva da cornice alla storia una Roma periferica, incerta tra politica e degrado sociale osservata con partecipe malinconia.

La città e i dolori del cuore

In Questione di cuore ritorna su quel mondo, e lo osserva , avvicinandosi ai nostri giorni. Secondo un codice tipico della commedia italiana, i due protagonisti – uno sceneggiatore ansioso e un carroziere, di robuste origine popolari - si ritrovano in ospedale, in uno di quei gironi infernali che in questi ultimi anni continuiamo a chiamare luoghi di cura. Colpiti entrambi da infarto, la solidarietà naturale tra malati si converte a poco a poco in uno scambio reciproco di sentimenti, esperienze e abilità, che apre ad una buona amicizia. Tra prime rivalità, mascherate da un cinismo irriverente, il rapporto tra l’ intellettuale e il popolano si complica, mentre la trama ritorna su luoghi che di recente sono diventati anche di moda : consumiamo tutto troppo velocemente. Specialmente i quartieri.
Per questo ho voluto rivedere il film a mente fredda, per coglierne eventuali errori o furberie. E la seconda prova ha avuto una conferma. Questa Roma, tra il Policlinico e il Prenestino, è descritta con affetto, ma senza compiacimenti mistificanti. Il carroziere non è solo un popolano vitale e positivo, ma anche un commerciante che diffida della dichiarazione dei redditi e di fronte alla violenza razzista chiude gli occhi, seppure con dolore ( quel popolo comunista è scomparso da tempo). La metafora del rapporto tra ceto medio e popolo non ha quindi più nessun eco gramsciano o tanto meno politico. I due amici sono uniti piuttosto dalla sofferenza e dalla solitudine: li separerà un destino ineluttabile.

Uno sguardo sul dolore dell’ uomo

Sono tante le scene divertenti o tragiche, curate con un professionismo esemplare, che rimanda alla stagione migliore di Risi e Scola (quello di uno dei suoi film più riusciti, C’eravamo tanto amati). Ma una sequenza brevissima eleva la storia della Archibugi più in alto, verso una commozione profonda. Quando il dolore estremo della separazione si insinua tra i due amici, non resta che il silenzio e il gioco assoluto degli sguardi dei due straordinari protagonisti, Kim Rossi Stuart e Antonio Albanese. La verità profonda del film è qui: nello sguardo pieno d’ amore (usiamo con parsimonia questa parola) che la regista sa rivolgere al dolore e allo smarrimento degli uomini.

Fare inchiesta nell' Italia di oggi

Le pratiche dell'inchiesta sociale
a cura di Stefano Laffi, Edizioni dell' Asino, 2009, euro 12.00.

“ Fare inchiesta” è stata la parola d’ ordine, spesso mitizzata più che praticata, di almeno un paio di generazioni: quella degli anni sessanta, dei “Quaderni Rossi” e dell’ avvento della sociologia in Italia , che cercava di uscire dalla prigionia di un Italia provinciale e bigotta; e quella che dopo il 1968 cercò di trovare nuove strade all’ impegno politico e sociale, senza riuscirci.
Oggi, nelle condizioni drammatiche che stiamo attraversando ( crisi della democrazia parlamentare, nuove povertà, mutazioni del lavoro, ecc,) si può dire con tranquillità che non conosciamo più niente del nostro paese ( e quello che riusciamo a vedere ci disgusta).
Questo volume, curato da Stefano Laffi, ha un intento meritorio in questi tempi piuttosto oscuri. Vuole fornire strumenti a chiunque operi con spirito riformatore nel tessuto civile: operatori sociali, giornalisti insegnanti e militanti politici (quest’ ultimi sicuramente ne hanno più bisogno di tutti). Con originalità e giusto pragmatismo il libro si sofferma sui i diversi ambiti che utilizzano l’ inchiesta come strumento di lettura del reale: il quotidiano, la radio, il cinema, le organizzazioni di terzo settore ed ovviamente il libro.
Intervengono giornalisti impegnati nella lotta alla camorra come Rosaria Capacchione, o indagatori curiosi e intelligenti dell’ Italia meno nota come Pino Corrias (autore di inchieste giornaliistiche famose). Ad uno scrittore come Lorenzo Pavolini è affidata una bella analisi dell’ inchiesta radiofonica: c' è un ritorno della radio, mai abbastanza indagato.
Vale la pena segnalare, tra gli altri, l’ intervista di Maurizio Braucci a Leonardo Di Costanzo sul documentario cinematografico: non è un caso che da anni il documentario sia ritornato all’ attenzione di una fetta di pubblico in cerca di analisi critiche e di verità.
Nei loro due interventi ,Stefano Laffi e Goffredo Fofi raccontano e spiegano il valore e il senso dell’ inchiesta sociale per un paese che non ha mai amato guardarsi allo specchio, e quando lo ha fatto, è sempre stato attraverso l' opera faticosa di minoranze, ignorate o derise.

Contributi di Maurizio Braucci, Rosaria Capacchione, Pino Corrias, Leonardo Di Costanzo, Goffredo Fofi, Stefano Laffi, Alessandro Leogrande, Gilberto Marselli, Giuseppe A. Micheli, Giacomo Panizza, Lorenzo Pavolini.

sabato 25 aprile 2009

Il cinema che sa pensare: registi a confronto

Cinema vivo. Quindici registi a confronto a cura di Emiliano Morreale e Dario Zonta, Edizioni dell' Asino, 2009, euro 14,00.


Da anni non si discute più di cinema in modo rigoroso. Da quindici anni almeno le trasformazioni nel mondo della comunicazione, e le megaproduzioni commerciali hanno ridotto ai margini del dibattito critico la sperimentazione e narcotizzato i gusti del grande pubblico. La capacità del cinema di entrare in sintonia con le fantasie e le paure degli uomini sembra da tempo esaurita.
Ma non è così, o almeno vale la pena non cedere al pessimismo, mantenendo la mente aperta alle possibili sorprese. Questa raccolta di interviste e opinioni di alcuni tra i più vivaci registi del cinema italiano di questi ultimi anni sono uscite su "Lo Straniero". raccolte in volume,in una nuova versione, diventano un prezioso strumento per capire: registi già affermati come Winspeare. Garrone o Zanasi, si alternano ad altri meno noti al grande pubblico. Tutti raccontano con vivacità le loro opere, e i loro progetti.
Scrivono gli autori nell’ introduzione:“...Quel che abbiamo cercato in quest’elenco arbitrario e diseguale di registi è appunto capire come si trovano e come agiscono nella realtà di questo paese, e soprattutto i loro elementi di radicalità e diversità, magari irrisolti o sopiti. Ci si è soffermati soprattutto sulla dimensione estetica del loro lavoro, cercando di sottrarli alla dimensione socio-giornalistica… Ne è risultato, crediamo, il ritratto di una generazione che è in fondo sola nella sua ricerca, ma anche consapevole delle difficoltà e della mancanza di punti di riferimento nei produttori, nei critici, nei media”.
Ne emerge un ritratto ricco e sfacettato di un cinema che si mette in discussione, non acquietato dentro la logica più bieca del mercato: questi registi ci raccontano regioni, ambienti e città meno note o istituzioni su cui non discutiamo più come il carcere. L’ antologia , curata con intelligenza appassionata da Dario Zonta e Emiliano Morreale, è una lieta sorpresa per chiunque conservi un amore viscerale per la narrazione cinematografica anche nell’ epoca della rete: cambiano i nostri contesti ambientali, ma non il bisogno di storie.
Da segnalare, alla fine del libro, un vera sorpresa. ricca di notazioni perfide e intelligenti: un dialogo tra Goffredo Fofi e il grandissimo Mario Monicelli. Tutto da godere, dall'inizio alla fine.


Incontri con: Marco Bechis, Leonardo Di Costanzo, Nina Di Majo, Giorgio Diritti, Daniele Gaglianone, Matteo Garrone, Giovanni Davide Maderna, Alina Marazzi, Salvatore Mereu, Andrea Molaioli, Francesco Munzi, Paolo Sorrentino, Marina Spada, Edoardo Winspeare, Gianni Zanasi e con un intervento di Mario Monicelli.