" Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente, come perfettamente sono conosciuto. Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità" ( S. Paolo, 1° lettera ai Corinzi 13,1 )

lunedì 30 luglio 2012

Non profit al tempo del web 2.0

I cambiamenti nel mondo dei nuovi media e l' avvento del web 2.0, se usati col necessario spirito critico, possono aiutare chi è impegnato nel sociale a lavorare con più efficacia.
Da oggi sono disponibili due nuovi strumenti gratuiti per le associazioni non profit e per i volontari: "guida ai social media" e "guida al digital storytelling". Due ebook creati in collaborazione con Quintadicopertina che AISM, Associazione Italiana Sclerosi Multipla, mette a disposizione per tutti coloro che vogliano raccontare, partecipare, condividere le proprie esperienze e le proprie attività legate al mondo non profit.
Scariva i due e-book nel sito AISM

giovedì 26 luglio 2012

Down eguale indemoniato? L'ignoranza provoca danni seri

Una recente vicenda   ha offerto l’ occasione di riflessioni critiche  e dure polemiche pubbliche sulla tendenza ancora presente nella nostra società a identificare il disabile con l’ altro da sé ( mostro, diavolo, ecc.). Tutto ha avuto origine  da un ’intervento video, sotto riportato, di monsignor Andrea Gemma, Vescovo di Isernia, andato in onda il 9 giugno scorso sul canale tv della Conferenza Episcopale Italiana - Tv2000 -, nel corso del programma “Vade retro”. Il tema era il rapporto tra i bambini down e gli “indemoniati”.
Andrea Pancaldi fornisce in questo articolo (fonte: Bandiera Gialla) la documentazione degli avvenimenti e ne trae alcune considerazioni. Sulla vicenda si può leggere utilmente il commento di Luciano Battizocco, teologo e padre di un ragazzo down, qui

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Atto primo: guardare il video

Atto secondo: leggere la dichiarazione, dopo le polemiche, di TV Sat 2000  qui

Atto terzo: qualche breve riflessione
 
Forse, ascoltando tutti e 42 i minuti della trasmissione, sicuramente avremmo elementi in più sulla vicenda narrata e sulla cultura complessiva che ne emerge; ma certamente quelle riportate nel video sono frasi “molto sfortunate” uscite dalla bocca del vescovo di Isernia, ed hanno un loro preciso significato anche estrapolate dal resto dell’intervista.
Per precisare le citiamo testualmente:
“..un posseduto che come conseguenza della sua possessione è diventato simile... mi spiego... a un down... non capisce... fa gesti.. .a un certo punto quando il demonio... per fortuna la famiglia lo sapeva già perché un esorcista lo aveva scoperto”.
“... voi conoscete un bambino, di quelli che chiamiamo psicolabili ... o... disabili... che fanno dei gesti inconsulti... quando il demonio è stato costretto dall’esorcista a manifestarsi... ha assunto fattezze da boxeur... è diventato un mostro...”.
La seconda precisazione è che nelle dichiarazioni del conduttore della trasmissione (vedi link sopra) si dice che il Vescovo parlava di un ragazzino disabile posseduto dal demonio, mentre nel video sembra che il Vescovo paragoni ad un disabile un ragazzino posseduto dal demonio.
Fatte queste due doverose precisazioni personalmente evito di dire le cose, giuste, sacrosante, che con ogni probabilità leggeremo nei tantissimi commenti su carta e web per l’accostamento tra indemoniati e persone con sindrome di Down (... doverose le scuse... genitori offesi... cultura da medioevo... parole assurde per un uomo di chiesa..) e mi limito a constatare come siano profonde ed ancestrali le radici che accostano la pazzia, la disabilità, la malattia alla presenza del “maligno”, da una parte, e alla dimensione del divino, del sacro, del miracolo dall’altra...Lucifero non a caso era un angelo.... “traditore”.
Personalmente credo che la religione non basti e che nemmeno basti la razionalità scientifica. Credo però che conoscere serva molto, per evitare molti degli abbagli che dall’uno e dall’altro versante possono arrivare, e sicuramente Monsignor Gemma di ragazzini con la sindrome di Down non ne ha frequentati molti... non è una colpa, ma se si apre bocca bisognerebbe fare attenzione.
Sul fatto che conoscere serva molto faccio un altro esempio; a Bologna, ma anche da molte altre parti, abbiamo spesso una cultura della disabilità esclusivamente sociale, culturale, politica, che si occupa solo dell’handicap (le ricadute sociali) tralasciando, o meglio saltando a piè pari, la disabilità (gli aspetti clinici) e sarebbe interessante riflettere sul perché. Credo che una buona cultura sanitaria sarebbe invece molto importante anche per chi è più avvezzo a corde sociali, culturali, politiche e farebbe vedere le cose con più sfaccettature e meno, a volte, ideologismi.
La seconda e ultima considerazione la riservo per un nodo che nei commenti dei media non appare, data la forza catalizzatrice di quel “indemoniati” (mediaticamente il diavolo funziona a meraviglia). Il Vescovo di Isernia oltre a indemoniati spende anche la parola “mostro”. L’indemoniato ha assunto le fattezze da Down... l’indemoniato ha assunto le fattezze da mostro: se A=B e A=C è inevitabile che B sia uguale a C e che quindi indemoniato e mostro vadano a braccetto.
Mostro è tutto ciò che va contro la natura (da “monere”, avvertire... mostrare; il mostruoso come avvertimento degli dei)....insomma, non solo medicina, ma anche teologia, filosofia, storia, antropologia sarebbe utile studiarsi.  Che Monsignor Gemma si sia laureato a Tirana come il Trota? ..  Ben consapevole delle tante “Tirane” che si annidano nella testa e nel cuore di ognuno di noi.

mercoledì 25 luglio 2012

Una riflessione sui cambiamenti della maternità


Due convinzioni ispirano il lavoro di documentazione e la ricerca del nostro blog. Il lavoro sociale con i soggetti più fragili della società, l’intervento sui nodi della vita collettiva ( famiglia, giovani, ecc.) richiede strumenti culturali complessi, che leghino la formazione  specifica alle grandi questioni culturali della vita pubblica. Uno strumento formidabile di lettura  dei meccanismi psicologici e culturali delle persone è il cinema sin dalle sue origini..
Raffaella Scalisi, psicologa, fondatrice e attuale responsabile dell'associazione Il melograno, Centro informazione maternità e nascita di Roma, nel percorso di lettura del numero 1/2012 della Rassegna bibliografica, appena uscito  ci racconta come sono cambiati, negli anni, i servizi di accoglienza e assistenza al parto, come si è evoluta l'attenzione sociale e culturale all'evento nascita.  Il volume contiene, come di consueto, un percorso filmografico e alcune segnalazioni e proposte di lettura. Un saggio prezioso, che trovate qui.

Per saperne di più: 

domenica 22 luglio 2012

La principessa dei libri

 Le biblioteche sono uno strumento prezioso di integrazione sociale e contribuiscono a trasmettere l' identità culturale di un  paese, educando alla diversità  e al confronto delle idee. In una situazione sociale  difficilissima, molti organismi lavorano oggi alla promozione della lettura. Il progetto Nati per leggere, è promosso dall'alleanza tra bibliotecari e pediatri attraverso le seguenti associazioni: l'Associazione Culturale Pediatri - ACP che riunisce tremila pediatri italiani con fini esclusivamente culturali, l'Associazione Italiana Biblioteche - AIB che associa oltre quattromila tra bibliotecari, biblioteche, centri di documentazione, servizi di informazione operanti nei diversi ambiti della professione e il Centro per la Salute del Bambino - ONLUS - CSB, che ha come fini statutari attività di ricerca, formazione  e solidarietà per l'infanzia. Dal profilo Facebook di Nati per leggere traiamo questo commovente elogio dellabiblioteca scritto da Alessandro Conti, un volontario nelle biblioteche del Friuli.

C’era una volta, c’è ancora oggi, ci sarà anche domani… un luogo fantastico; dove buoni e cattivi, felicità e paura, luce e buio vivono assieme. Questo luogo si chiama Biblioteca. Dentro la biblioteca vive una splendida Principessa. A differenza delle solite principesse non è vanitosa, non ha la testa fra le nuvole, non sta attenta solo a come vestirsi, non è sempre addormentata; ma cura e custodisce dei tesori preziosissimi; tesori che consegna a tutti i sudditi che vogliono sognare mondi fantastici o vivere emozioni intense. Questi tesori sono i Libri.
La Principessa dei Libri, come un sapiente sarto, sa abbinare il libro giusto a ogni persona.Quando entra lo studioso, lei va fra gli scaffali dove stanno i libri ciccioni, quelli pesantissimi, con tantissime pagine tutte scritte fitte fitte e senza neanche una immagine. Prende a fatica il libro enorme e lo consegna allo studioso.
Se entra un ragazzino, voglioso di avventura, lei si dirige verso uno scaffale irrequieto, dove i libri fanno un sacco di rumore: spari di cannone, urla di pirati, guaiti di lupi. E’ facile scegliere un libro per il ragazzino, il difficile è consegnarlo: il libro non sta mai fermo, è desideroso di raccontare la sua avventura. Quando una nonna  entra in biblioteca, per la Principessa è un momento bellissimo. Chiude gli occhi e si dirige verso lo scaffale che odora di lasagne appena sfornate, di patatine fritte salatissime e di torta con panna montata e fragole. E’ lì  che trova il libro di ricette di cucina e lo consegna alla nonnina pensando alle gustose pietanze che cucinerà.
Ecco che arriva l’esploratore, il viaggiatore impavido. Per lui la scelta del libro è facile, la Principessa prende la scala, va nello scaffale più alto e preleva libroni pieni di polvere e ragnatele. In questi libri polverosi ci sono vecchie carte geografiche, antichi percorsi, descrizioni di luoghi mai visti ma che saranno il traguardo di nuove avventure.
All’arrivo di una ragazza, la Principessa dei Libri non ha dubbi, segue per istinto il profumo delicato di rose perché è là che si trovano i libri che parlano d’amore. E’ venuta sera, tutti sono usciti, è ora di chiudere e spegnere le luci; ma prima di uscire lei, la Principessa del Libri, si avvicina, come ogni sera, allo scaffale più remoto e delicatamente prende un vecchio piccolo libro, con le pagine rovinate e le immagini ormai sbiadite. 
E’ il libro che preferisce, quello che da piccina le veniva letto prima di andare a dormire, quello che le ha regalato fantastiche notti e splendidi giorni.

domenica 15 luglio 2012

Un Asino testardo per portare in giro riviste e buoni libri

Tra le molteplici e diverse esperienze  culturali del mondo del sociale, le Edizioni dell’ Asino rappresentano uno dei casi più interessanti e fuori da schemi tradizionali.Il progetto nasce dalla collaborazione tra due realtà  del lavoro sociale e  dell’ editoria: la rivista  Lo Straniero, diretta da Goffredo Fofi, e l’ associazione Lunaria, impegnata da molti anni  in progetti di solidarietà internazionale. La creazione della casa editrice  si è svolta  in sintonia con una realtà più vasta di enti e associazioni, che  danno vita dal 2009 al Salone dell’Editoria sociale: l’ Agenzia di informazione  sociale on line Redattore Sociale, la Comunità di Capodarco, Famiglia cristiana e molte altre.
Nel progetto culturale della casa editrice sono esplicitate alcune premesse generali, che vale la pena riassumere. Viene innanzi tutto sottolineata una critica forte all’ involuzione economicistica di una parte del terzo settore, che negli ultimi due decenni è divenuto troppo subalterno al rapporto con il potere pubblico, perdendo di vista l’ iniziale carica etica.
Viene poi messa in evidenza la necessità di riprendere un  vero dibattito politico sui grandi temi della solidarietà e della  giustizia sociale, di fronte  ad un sistema politico sempre più autoreferenziale. 
I filoni ispiratori di questa riflessione sulle culture politiche sono quelli rimasti per troppo tempo marginali nel dibattito pubblico italiano: il cristianesmo sociale, sia sul versante cattolico che protestante ( basti citare nomi come Dietrich Bonhoeffer, Aldo Capitini, Don Lorenzo Milani ); un ambientalismo rigoroso ed insieme concreto, che si richiama alla figura di Alex Langer; la passione democratica dell' azionismo ( ricorrono nel catalogo della casa editrice le idee e i testi di Claudio Pavone e Norberto Bobbio). 
Da ultimo, non va dimenticato un  singolare interesse per l' anarchismo pacifista dei movimenti americani ( penso ad un autore importante come Colin Ward). Questi incroci culturali diversi trovano una sintesi nella documentazione puntuale  di tutte le più vive esperienze di base nell' ambito della scuola, del lavoro sociale sull' emarginazione e l' ambiente.
Un buon esempio di questo impegno si trova nell' ultimo numero della rivista di giugno - luglio 2012, L' Asino. Per saperne di più, qui. ( Umberto Brancia)
                                                                                                                   

mercoledì 11 luglio 2012

Perché è stato tagliato il Welfare?

La  situazione  drammatica delle politiche sociali ha origini lontane, che vanno  oltre l' esplosione della crisi economica  avvenuta in quest' ultimo anno e che sta colpendo milioni di famiglie. 
Se ne possono indicare alcuni  fattori precisi: le culture politiche neo-liberiste, dominanti in Italia da un trentennio e oltre; lo scarso interesse per le politiche sociali, manifestato da troppi governi;  un federalismo fiscale applicato a metà,  che ha impedito una  efficace politica di  redistribuzione dei poteri alle autonomie locali.  Sui motivi reali per cui è stato tagliato il Welfare, nel sito del Gruppo solidarietà, si può leggere su tutto il contributo di Angelo Marano, economista.
(newsletter gruppo solidarietà)

Ascoltare il carcere. Ne vale la pena

E’ abbastanza scontato dire che in Italia si parla di carcere poco, e spesso in modo fuorviante o ipocrita. I detenuti e il personale di custodia arrivano sulle prime pagine grazie ad eventi drammatici o spettacolari ( suicidi, evasioni, rivolte, ecc) o per dibattiti politici su riforme che raramente arrivano in porto. Il carcere e la società  vivono come entità separate,  che quasi mai entrano in dialogo.  
Non caso su questo tema l’ Italia ha ricevuto spesso numerosi ammonimenti da parte degli organismi internazionali che si occupano di diritti umani. Per questo va segnalata con evidenza  l’ iniziativa realizzata a Bologna.  Si tratta di un settimanale on line dal e sul carcere di Bologna,  dal titolo:  Ne vale la pena. 
Così ne parlano i protagonisti: " ...Iniziamo. Si, da oggi e speriamo per lungo tempo, iniziamo a pubblicare questo settimanale scritto all’interno del carcere Dozza da 10 detenuti, quattro volontari del Centro Poggeschi  e da un giornalista di BandieraGialla.
E prima di dire di cosa scriveremo, diciamo subito che siamo contenti di farlo. Tutti, volontari e detenuti, siamo contenti, probabilmente per motivi diversi ma per uno comune, uno solo, ma pesante come una montagna. Siamo tutti consapevoli del fatto che chi vive in carcere sconta oltre alla sua pena, anche un isolamento ulteriore, quello prodotto dall’oblio. Il carcere, la condizione carceraria è un argomento ancora dimenticato.
La città di Bologna conosce poco il suo carcere; del resto i mass media locali ne parlano soprattutto in occasione di fatti cronaca nera e questo non aiuta a comprendere una cittadina in cui vivono dalle 1.500 alle 2.000 mila persone (agenti compresi). Un paese alle porte di Bologna completamente ignorato.
La condizione del detenuto, a differenza di altre situazioni difficili come l’essere anziano o disabile, non fa scattare nella gente sentimenti di solidarietà o almeno di curiosità, che porta poi alla conoscenza di un problema ".

( fonte bandieragialla.it )  

giovedì 28 giugno 2012

Un silenzio particolare




Proseguiamo il nostro itinerario attraverso il cinema della disabilità, che negli ultimi due decenni è divenuto un fenomeno sempre più  significativo, sia dal punto di vista umano e psicologico che da quello critico. Sono diventati sempre più numerosi  i documentari e le opere creative dei diretti protagonisti: si tratta spesso di registi e intellettuali che mettono in scena la loro vicenda personale, non per lenocinio sentimentale, ma per  intervenire nel dibattito pubblico sulla questione della disabilità.
In una società dominata dalla logica dello spettacolo e dal consumo frenetico delle notizie, queste opere vogliono invitare ad una riflessione più matura e cosciente sulla vita del disabile e sulle difficoltà drammatiche delle famiglie. Un silenzio particolare di Stefano Rulli narra, tra fiction e documentario, le vittorie e le sconfitte di una famiglia “ diversa” – Clara, Stefano e Matteo – che, attraverso l’ esperienza di una country – house aperta anche a persone con problemi psicofisici, cerca di ribaltare la sua diversità dolorosa in un’occasione di emancipazione per se e per gli altri. Ma questo esperimento di “ turismo sociale” si rivela positivo per tutti tranne che per Matteo. Cosa impedisce a questo ragazzo schizofrenico di vivere bene come gli altri quello spazio di accoglienza e a questa famiglia di sentirsi unita e solidale? Per saperne di più sul film, leggi qui.
Clara Sereni ha raccontato questa vicenda in alcuni libri ( tra cui, Amore caro. Afilo doppio con le persone fragili, Cairo) e in molti interventi nel mondo dell’ associazionismo. Un’ esempio illuminante è in questa intervista del 2009 sul  sito della UILDM .
Sull’ esperienza della Fondazione La città del sole, vedi qui 

mercoledì 20 giugno 2012

Giffoni: il cinema per la solidarietà

In una sua celebre lettera, il regista Francois Truffaut definì il Festival del cinema di Giffoni (Salerno)  " il più necessario tra i festival". Giunto alla 42 edizione, questa manifestazione dedicata al cinema per i ragazzi e i giovani è riuscito a superare ogni angusta dimensione di genere, ospitando autori ed opere di grande rilevanza artistica. 
Nel corso degli anni molti dei film presentati hanno affrontato il problema della disabilità e del disagio, con un rigore che ha attirato l' attenzione  dei critici e del pubblico. Si è tenuta il 19 giugno al Palazzo delle Arti di Napoli la conferenza stampa per il Giffoni Film Festival di quest' anno, che si svolge dal 14 al 24 luglio, ed è dedicato interamente a cultura e solidarietà. Una conferenza ricca di volti organizzativi dell’evento, ma anche di assessori e sindaci delle città coinvolte in questo grande progetto.  
Per ulteriori notizie sul programma e la partecipazione, prosegui qui  
(Segnal. da Francesca Gallini)

Link

martedì 19 giugno 2012

I disabili e il lavoro: nuove iniziative

Nella crisi che  tocca drammaticamente l' occupazione, le famiglie con  disabili adulti vivono con angoscia il problema del lavoro. Si moltiplicano in queste settimane le iniziative  di associazioni, gruppi, ecc. sull' inclusione lavorativa dei soggetti con disabilità.
Il  4 luglio dalle ore 9.00 alle 11.00 presso Porta Futuro in via Galvani, 108 a Roma si svolgerà la presentazione e sottoscrizione ufficiale del manifesto FORUM FORMAZIONE E LAVORO PER LE PERSONE CON DISABILITA’ – IL VALORE DELL’INCLUSIONE LAVORATIVA.
Il Forum è composto da persone che liberamente vogliono mettere insieme il loro tempo, la loro intelligenza, la loro esperienza, i loro progetti e qualche desiderio per studiare, promuovere, attuare e verificare azioni, proposte e progetti efficaci a favore dell’inclusione lavorativa, perché non siano né la crisi, né i soli meccanismi del mercato a decidere la collocazione lavorativa delle persone con disabilità.
Per ulteriori informazioni qui

lunedì 18 giugno 2012

Le associazioni di terzo settore. Un' analisi sociologica

Giovanna Rossi, Lucia Boccacin, L'associazionismo multilivello in Italia. Reti relazionali, capitale sociale e attività prosociali, Franco Angeli editore, Milano, 2012
 
Cosa distingue le associazioni prosociali multilivello di rilevanza nazionale dalle altre forme associative operanti nel terzo settore italiano? Qual è il loro apporto specifico al perseguimento del benessere della società e quali sono i beni relazionali che sono generati entro i processi complessi di reticolazione che caratterizzano queste associazioni?
Il volume risponde a tali quesiti attraverso i risultati emersi nel corso di un'indagine quantitativa condotta in Italia su 110 associazioni multilivello.
Particolare attenzione è stata posta alla generazione del capitale sociale da parte degli organismi stessi, alla sua differenziazione nelle funzioni bonding e bridging e al significato di queste ultime all'interno dei contesti associativi e nella realizzazione di attività e servizi.

La recensione completa qui

( Fonte: Sportello sociale Comune di Bologna) 

La Pubblica Amministrazione e le novità dei social network

Gian Luigi Cogo, I social network nella PA, Maggioli editore, Rimini, 2012
 
La Pubblica Amministrazione, nel corso degli ultimi anni, si è trovata a rincorrere paradigmi e stili di vita associati al digitale, che tuttavia scarsamente ha compreso e raramente ha adottato.
Ora che la crisi, economico-finanziaria e istituzionale, impone rigore e ricerca di alternative modalità di lavoro ed erogazione dei servizi, è quanto mai ineludibile il ricorso alle vie del web: le P.A. che non sapranno mettere in discussione le loro norme e procedure interne per adattarle a questa nuova realtà, rischiano di segnare ancora più marcatamente la distanza fra cittadini e istituzioni.
Il libro propone i modelli che hanno favorito la crescita della partecipazione e della democrazia elettronica, analizzando poi le buone pratiche internazionali dove questi fenomeni hanno convinto le istituzioni a porsi in una posizione di ascolto e collaborazione verso i social network come Facebook e Twitter.
Vengono illustrati i servizi già maturi e più diffusi che un’amministrazione pubblica può adottare da subito e senza costo, e i vantaggi per i cittadini derivanti dall’adozione di queste pratiche sociale.
La recensione completa  qui

(fonte : Sportello sociale Comune di Bologna)

Diritto al futuro: storie di rifugiati a Bologna

La mostra fotografica che la città, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato il 20 giugno, dedica ai suoi rifugiati e richiedenti asilo, ritrae momenti di vita di alcuni di loro, tra chi arrivato da poco ancora fatica a immaginarsi una propria quotidianità in Italia e chi, a Bologna da più tempo, ha trasformato una terra di approdo nel luogo dove costruire un nuovo inizio.
Mostra promossa da Comune di Bologna (Settore Servizi Sociali) e Istituzione Gian Franco Minguzzi – Provincia di Bologna, con il contributo del del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) – Ministero dell'Interno, in collaborazione con Associazione Mondo Donna Onlus, ASP Poveri Vergognosi, Arca di Noè Soc. Coop. sociale, Consorzio di cooperative L'Arcolaio, Consorzio di cooperative Indaco, Associazione TerzoTropico. Le fotografie sono di Ivano Adversi e Alessandro Zanini.
La mostra è aperta dal 20 al 30 giugno 2012, presso la Biblioteca Sala Borsa, Piazza Nettuno 3, Bologna. Inaugurazione: mercoledì 20 giugno ore 17.30
Approfondisci qui
(fonte : Sportello sociale Comune di Bologna)

domenica 17 giugno 2012

Per Roma città reciproca

Il progetto Roma Reciproca è un laboratorio pastorale, promosso dalla Caritas diocesana e che riunisce le maggiori organizzazioni sociali di ispirazione cattolica, nato dall’esigenza di creare una “voce comune”, per continuare a rispondere ai problemi sociali della città, per reagire a questo stato di crisi che sta colpendo la comunità, per comprendere le nuove emergenze sociali, in uno spirito di collaborazione rispettoso della storia e della vocazione di ciascun aderente.
Ne fanno parte COMUNITA’ di SANT’EGIDIO, ACLI, OPERA DON GUANELLA, OPERA DON CALABRIA, UNITALSI ROMA, COMPAGNIA DELLE OPERE di ROMA e del LAZIO, CENTRO ASTALLI, BORGO RAGAZZI DON BOSCO, FONDAZIONE DON GNOCCHI, FONDAZIONE DON LUIGI di LIEGRO, MOVIMENTO dei FOCOLARI, COMUNITA’ CAPODARCO di ROMA, ASSOCIAZIONE SOCIETA’ SAN VINCENZO DE PAOLI.
Dopo la presentazione ufficiale del manifesto costitutivo, avvenuta lo scorso 15 dicembre, il gruppo di Roma Reciproca vuole proporsi alla comunità cristiana con un convegno dal titolo “proposte per una convivenza fraterna e cristiana”.
Il Convegno si svolgerà il 23 giugno 2012, dalle ore 9.00 alle 13.00, presso la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica (Viale Pietro De Coubertin, 30). Per Locandina e programma, qui.

(Fonte: Caritas Roma)

sabato 16 giugno 2012

Il cinema e la morte al lavoro



Con l' avvicinarsi delle vacanze le iniziative sui temi  del blog (disabilità, editoria, comunicazione sociale, ecc.) cominciano a diradarsi e ne approfittiamo per continuare il nostro viaggio per immagini sulle mille facce della diversità  nel cinema.
L' occhio che uccide (1960) di Michael Powell è  uno dei film più importanti e significativi che siano  mai  stati realizzati intorno a questo tema. La storia è ambientata nel mondo oscuro del cinema pornografico, di cui esplora miserie e inquietudini psicologiche. Mark Lewis (Carl Boehm) è un operatore-regista ossessionato da una pulsione omicida, legata alla sua stessa attività: vuole  filmare l' ultima  espressione delle  persone di morire. I soggetti che sceglie devono essere  ripresi nell' attimo stesso in cui hanno coscienza della loro morte. Con la macchina da presa, modificata in modo perverso, arriverà a compiere diversi omicidi.
Sono tanti gli interrogativi e gli angoli bui che il film invita ad esplorare. Che cosa vediamo realmente quando  guardiamo il mondo? Quali pregiudizi ci ossessionano e mettono in crisi la nostra presunta normalità? Il nevrotico ed infelice assassino, protagonista del film, fa da specchio alle miserie e alle infelicità del suo ambiente sordido. Powell ci invita a guardare con pietà alle sue colpe di omicida, raccontando le violenze che ha subito da bambino: in sequenze spietate evoca la crudeltà di un' educazione  autoritaria. 
Nell' insieme il film anticipa genialmente tutte le grandi questioni che interesseranno il cinema e la società degli anni sessanta: la prevalenza diffusa delle immagini, i mutamenti dell' immaginario collettivo e della sessualità. (ub)

mercoledì 13 giugno 2012

Dichiarare guerra al dolore

Due giovani allegri e vitali, che si chiamano Juliette e Roméo, non possono non  sentirsi attratti, specie se si incontrano in una discoteca. Trascinati dalla passione, si sposano immediatamente, con  scarsa coscienza delle difficoltà che  possono incrinare e distruggere anche il rapporto più intenso.  La vita li sottopone  subito ad una prova  durissima, che rischierà di distruggerli:  al figlio  nato da poco viene diagnosticato un tumore al cervello. 
La sentenza dei medici è impietosa: c’è una possibilità minima di guarigione. Con  il coraggio e la passionalità, tipici  della giovinezza, i due  decidono di dichiarare alla malattia   una  vera  guerra  psicologica,   fatta di scelte determinate e di una dolorosa speranza. Saranno aiutati solo dalla loro forza e dall’ affetto  della famiglia e degli amici.
Si poteva  temere molto  da un  film come La guerra è dichiarata, seconda opera  di Valérie Donzelli, giovane regista francese. Si poteva temere soprattutto  la caduta nelle consuete vicende consolatorie, segnate dalla retorica del dolore  di tante opere commerciali. Non è stato così e il risultato è sorprendente, da non perdere.  Come è già stato raccontato sulla stampa, va detto innanzi tutto che la vicenda è autobiografica: la regista ci racconta i primi cinque anni della  malattia del figlio Gabriel e ha voluto lei stessa interpretare il ruolo della protagonista.
Questa scelta iniziale dà alla narrazione un tono di verità e di forte partecipazione emotiva. La vitalità  della storia è aumentata da altre due originali caratteristiche.  La regista sceglie come asse del film  il punto di vista dei due giovani, generosi e frenetici: ne sottolinea l’ amore per la vita, la voglia di divertirsi e anche le incoscienze. Nella costruzione narrativa non c ‘ è quindi nessun appesantimento melodrammatico:  i rapporti psicologici tra i due  sono descritti con dolorosa  autenticità . Si alternano in loro  momenti di  speranza e depressione,  che la regista segue  con un montaggio angosciato e pieno di cesure. L’ altro elemento che completa  l’esito felice di quest’ opera,  e ne fa un risultato abbastanza unico,  è appunto lo stile. L’ autrice  procede per  stacchi sincopati, che esprimono bene la spinta emotiva dei due giovani e diminuiscono ogni  possibile  effetto  lacrimevole. Per prendere le distanze dal materiale bruciante, inserisce nella narrazione anche brevi parti cantate, secondo una tradizione tipica del cinema francese ( si pensi, per esempio, a Jacques Demy ). Si rimane per un attimo sconcertati, ma l’ intento di tenere sveglia l’ attenzione dello spettatore è raggiunto.
Una storia di umana solidarietà, quindi, raccontata con intelligenza critica e  una partecipazione umana  insolita per i nostri tempi. Vale la pena notare che,  oltre all’ opera di Valérie Donzelli, vi sono stati  in quest’ ultimo anno altri film di forte impegno etico, che prendevano le mosse da forti casi esistenziali e che stanno avendo un buon successo. Basti citare  Quasi amici  di Olivier Nakache ed Eric Toledano,  dedicato al tema della disabilità,  e Amour, l’ ultimo film di Michael Haneke sull’ eutanasia, non ancora arrivato in Italia.  
Evidentemente abbiamo bisogno di pensare in profondità, oltre la chiacchiera quotidiana.

Umberto Brancia

( in uscita sul mensile Confronti)

mercoledì 6 giugno 2012

Storie di vita in presa diretta



Le nuove potenzialità dei media, quelle note ormai con la formula  del Web 2.0, hanno ampliato da tempo le forme della comunicazione sociale. Per chi si occupa dei  soggetti più fragili della società come disabili, anziani, ecc. la diffusione on line di videoclip,  documentari e presentazioni  diviene uno strumento prezioso di  interlocuzione con la società civile e le istituzioni.
Presentiamo  qui un esempio significativo di storie di vita in presa diretta. Si tratta di un video testimonianza che racconta l'esperienza dei giovani disabili al Centro di Formazione Professionale di Capodarco nella Sede di Via Michele Saponaro, 20 nel quartiere Laurentino 38 di Roma.

martedì 5 giugno 2012

Salviamo lo Stato sociale: un appello al governo

Famiglia Cristiana pubblica un appello di don  Vinicio Albanesi (Comunità di Capodarco), don Luigi Ciotti (Gruppo Abele, Libera), don Antonio Mazzi (Fondazione Exodus), don Armando Zappolini (presidente del Cnca, il Coordinamento nazionale delle comunità d’accoglienza) affinché il governo Monti fermi i tagli e "salvi lo Stato sociale".  Chiediamo che il necessario rigore per risanare il Paese coinvolga tutti, nessuno escluso, gravando equamente sulle spalle di ciascuno, secondo i pesi che ciascuno può portare. A chi più ha, più deve venire chiesto.  Nessuno dev’essere lasciato indietro. Abbattimento di insensati quanto onerosi privilegi, lotta all’evasione fiscale, contrasto ai fenomeni di corruzione, drastica riduzione delle spese militari: i soldi vanno presi là dove ci sono. E’ intollerabile che non si possa finanziare il Fondo per la non autosufficienza e si continuino a riempire gli arsenali ”  scrivono i quattro sacerdoti. 
 E aggiungono: "Il modello sociale europeo è nato proprio dal riconoscimento che, abbandonando gli individui a sé stessi, perderemmo o non valorizzeremmo molte energie, creatività, aspirazioni: creare le condizioni per sviluppare queste risorse è diventato il compito di una responsabilità pubblica, collettiva, ancorata alla tutela dei diritti di cittadinanza". Non è soltanto una questione etica, di giustizia o di tenuta della coesione sociale. "È un problema che va dritto al cuore del patto che fonda il nostro sistema. Democrazia, infatti, significa anche che ciascuno possa costruire autonomamente il proprio progetto di vita, partendo da opportunità che vanno garantite nel campo educativo". "Creare le condizioni per sviluppare queste risorse è diventato il compito di una responsabilità pubblica, collettiva, ancorata alla tutela dei diritti di cittadinanza. Questo chiediamo. Sappiamo di non essere soli a farlo".

fonte: agenzia stampa quotidiana redattoresociale - abbonati gratis alla newsletter sui lanci quotidiani

lunedì 4 giugno 2012

Un' originale gioco per bambini con Sindrome di Asperger

Kikkerville è un gioco da tavolo pensato principalmente per bambini con la sindrome di Asperger, ma ideato in modo che possa divertire tutti i bambini, progettato da Ginevra Tomei con la consulenza di Flavia Caretto e Giorgio Munafò.
Differentemente da altri bambini, i bambini con sindrome di Asperger hanno difficoltà a capire il mondo sociale e, conseguentemente, hanno difficoltà a giocare con gli altri e vengono quindi  spesso “tagliati fuori” dai giochi dei compagni. 
Quando nel 2005 è nato Kikkerville (come tesi di laurea in disegno industriale), l’idea non era quella di creare un gioco specifico per un gruppo di bambini, ma un gioco (ovverosia un momento di divertimento) per tutti che avesse però degli accorgimenti tali da renderlo fruibile anche a bambini con difficoltà nelle relazioni in maniera da favorire l’inclusione e la comprensione dell’altro. Proprio per raggiungere questo scopo, i giocatori giocano “insieme” e non gli uni “contro” gli altri: Kikkerville è infatti un gioco “cooperativo”, in cui i bambini sono spinti a interagire e collaborare fra loro per superare delle piccole sfide calibrate sui punti di forza e sui punti di debolezza dei bambini neurodiversi. Non solo: nel gioco si vince o si perde tutti insieme.
Dopo essere stato testato a lungo e progressivamente affinato, il gioco è finalmente uscito lo scorso gennaio per le edizioni Uovonero: sul sito della casa editrice si possono trovare indicazioni più   dettagliate sulle caratteristiche del gioco e alcune recensioni.

Per saperne di più
Le edizioni Uovonero
 

sabato 2 giugno 2012

Il settimanale Vita diventa maggiorenne

Vita, il settimanale del non profit, diventa maggiorenne e cambia look. Dal prossimo 8 giugno, infatti, il settimanale cambierà formato, periodicità e veste grafica: non più il vecchio tabloid, che ha segnato la storia del settimanale per ben 18 anni, ma un mensile e un sito internet rinnovato, che sarà online dalla fine di giugno.
“Dobbiamo voltare pagina e rideclinare le forme della nostra indipendenza e del nostro lavoro ­ scrive Riccardo Bonacina, direttore editoriale di Vita nell’ultimo numero del settimanale -. Dobbiamo farlo perché in questi anni è cambiato tutto, non solo il mondo, ma le forme del comunicare e dell’informare”. Un giornale “fatto di meno pagine e sempre più di incontri”, aggiunge Bonacina. “Dal prossimo mese, aumenterà la nostra informazione e i nostri servizi sul digitale e rallenterà la periodicità del magazine cartaceo che diventerà mensile”. Cambieranno, assicura Bonacina, “le forme del nostro impegno e del nostro informare pur rimanendo incardinate nella stessa passione civile e voglia di cambiare in meglio il mondo che viviamo”.
Porta d’ingresso del giornale sarà la sezione 4Weeks, dedicata a notizie “a tema”, scelte su cinque parole chiave: donare, innovare, cooperare, curare, investire. Ogni numero avrà poi un’inchiesta o un reportage a cui verrà dedicata la copertina e ad aggiudicarsi la prima sarà il sostegno a distanza. Una realtà che secondo Vita ha superato quota un milione di adozioni attive per un totale di 300 milioni di euro donati dagli italiani. Oltre all’inchiesta, poi, ci sarà anche un’intervista importante. Il numero di giugno raccoglierà le riflessioni di Amartya Sen, economista, sulla gestione della crisi da parte dei governi europei. 
A chiudere il magazine, la sezione Come si fa, uno spazio dedicato alle associazioni del comitato editoriale e agli esperti di Vita. Anche il sito internet avrà una rinfrescata: da fine giugno si arricchirà di nuove funzionalità, puntando su tanti servizi mirati per il terzo settore e anche sugli esperti a cui il mensile dedica le pagine finali. Le notizie saranno aperte ai commenti dei lettori e sarà possibile interagire con gli autori degli articoli. 
Oltre allo spazio dedicato alle associazioni del comitato editoriale, lo spazio imprese dedicato alle realtà impegnate sui fronti della responsabilità sociale e della sostenibilità e l’agenda, con gli appuntamenti del non profit e legati al tema della sostenibilità, col nuovo sito scenderà in campo anche una squadra di una ventina di blogger , “tutti rigorosamente social e a briglie sciolte ­ spiegano -, che ci aiuterà ad aprire finestre e a proporre chiavi interpretative inedite che consentano di fare comunità e massa critica”.

fonte: agenzia stampa quotidiana redattoresociale - abbonati gratis alla newsletter sui lanci quotidiani

Scrivere per i ragazzi


Uno dei settori dell' editoria che, malgrado la grave crisi in corso, continua a  registrare una tenuta e una crescita è quello della letteratura per ragazzi. Qui si è concentrata l' iniziativa generosa di  giovani autori, di intellettuali e operatori editoriali interessati a proporre ai giovani un  progetto culturale ed educativo, fatto di fantasia, libertà e rispetto  delle diversità. L' intento, come ha detto Goffredo Fofi, è quello di considerare i giovani " non dei consumatori, ma esseri umani in formazione che meritano prima di tutto rispetto".
Va quindi segnalata  la 3a edizione di TU - La Tribù dei Lettori che quest’anno, dal 28 maggio al 2 giugno 2012, si è spostata al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo. L' iniziativa, che continua a registrare un crescente successo,  ruota intorna a questioni decisive come la promozione della lettura nella scuola, il ruolo delle biblioteche, il rapporto con le librerie, ecc. E' una festa della lettura e dell’editoria aperta a tutti che porta nella capitale oltre 40 tra editori italiani e stranieri con più di 800 titoli da leggere e sfogliare.

Qualche  risorsa informativa :
- Letteratura per ragazzi 
Un portale di informazione con utili notizie sulle principali manifestazioni che si svolgono ogni anno in Italia.
- Andersen
Il più noto e diffuso mensile di informazione sui libri per ragazzi e le iniziative che vi sono legate.
Una manifestazione, di livello internazionale, dedicata esclusivamente agli operatori del settore ( editori, autori, illustratori, traduttori, agenti letterari,  stampatori, distributori, librai, bibliotecari, insegnanti, fornitori di servizi editoriali).



giovedì 31 maggio 2012

Un soffio di vita


Continua  la nostra rassegna di clip dedicate ad alcuni film sul tema della disabilità, scelti tra quelli  più significativi e a volte meno noti. Si tratta di opere che affrontano spesso con lucida coerenza gli aspetti più dolorosi, intimi e realistici,  dell' handicap.
E' il caso di  Un soffio di vita ( Le Signes Vitaux) di Sophie Deraspe (2009). Simone è una giovane ragazza che, in seguito ad un lutto in famiglia, lascia l'università per dedicarsi all'assistenza dei malati terminali. Inizia per lei la ricerca del vero significato  della vita, una ricerca che parte da un cambiamento  sulle scelte compiute  sino a quel momento, mettendo altresì in  discussione il rapporto d'amore con il fidanzato Boris. Una caratteristica della protagonista, accennata con discrezione esemplare,  aumenta  ancora di più  la forza emotiva di questa vicenda  straordinaria per molti aspetti. 
La presenza della morte, osservata senza compiacimento nella fisicità dei corpi degli anziani, diviene lo strumento di una dolorosa presa di coscienza, permettendo la nascita  di uno  sguardo più maturo e adulto sulla vita. In opere come questa la diversità fisica  non è mai consolatoria o strumentale.
Il film, premiato in molti festival internazionali, è disponibile in versione italiana.

domenica 27 maggio 2012

Un ricordo di Don Lorenzo Milani



Il 27 maggio 1923 nasceva a Firenze Lorenzo Milani. Ricordiamo oggi questo anniversario per  il ruolo fondamentale che la sua figura e i suoi libri hanno  avuto dopo gli anni ottanta nella crescita di una coscienza civile diffusa e di una rinnovata sensibilità  verso la realtà umana degli ultimi. Senza ricordare qui la sterminata biografia sul prete di  Barbiana, basti citare da ultimo il volume di Adele Corradi, Non so se Don Lorenzo, Feltrinelli, 2012, che sta ottenendo in queste settimane un significativo successo editoriale. Goffredo Fofi ha tracciato su Lo Straniero uno struggente profilo della collaboratrice di Don Lorenzo e del suo libro di memorie.
Il brano filmato proviene  dalle Teche Rai  ed  è tratto da  Figurina del giorno di Paola Ippoliti - Cristiana Turchetti - Paolo Zappelloni.

Adriano Olivetti e la responsabilità sociale d' impresa

Si è svolto nei giorni scorsi a cura del Dipartimento benessere di comunità del Comune di Bologna un insolito incontro centrato sulla visione del film In me non c'è che futuro, del regista Michele Fasano, dedicato alla vicenda umana e professionale di Adriano Olivetti (...si proprio quello delle macchine da scrivere e dei personal computer) svoltasi in una arco di tempo che va dagli anni '20 a quelli '60.
Olivetti a tutti gli effetti può essere considerato un antesignano dei temi e delle riflessioni attorno alla responsabilità sociale che le imprese hanno o possono avere nei confronti del territorio dove operano e dei proprio dipendenti.
La Responsabilità sociale di impresa (RSI), assieme anche alle Fondazioni di comunità, è tra i temi che sono all'attenzione della Giunta comunale e del Dipartimento benessere di comunità circa alcuni aspetti che potrebbero risultare innovativi degli scenari di welfare e di benessere della comunità che si stanno, pur tra mille difficoltà e approssimazioni, delineando nell'era della "crisi".
Su questi aspetti, si è ribadito, è necessario muoversi sia attraverso il livello organizzativo, ma avendo cura di promuovere anche occasioni di approfondimento e dibattito per costruire un'orizzonte di senso condiviso.
Il regista del film, Michele Fasano, ha tra l'altro recentemente pubblicato sulla rivista on line Inchiesta un contributo dedicato alla figura di Olivetti e al tema della RSI.

venerdì 25 maggio 2012

Un convegno a Roma su disabili, formazione e lavoro




Quale Lavoro senza Formazione?

Percorsi di autonomia, emancipazione e integrazione per le persone con disabilità

Roma 29 Maggio 2012  ore 8.30 – 14.00
Sala dell’ex Cartiera Latina
Via Appia Antica n° 42

Questo momento di confronto è stato voluto per fare il punto sulla Formazione Professionale per giovani con disabilità, ma anche e soprattutto per valutare risultati e benefici concreti raggiunti in vari ambiti, insieme a famiglie, imprese ospitanti e a tutte le diverse realtà con cui ormai da anni collaboriamo.
In questo momento di transizione ed incertezza urgono risposte capaci di dare una prospettiva sull’immediato futuro.
Vogliamo testimoniare le nostre esperienze, esplicitarne valori e contenuti per condividerle, diffonderne gli aspetti positivi, migliorarne le eventuali criticità.
La necessità di  accogliere adeguatamente l’inevitabile eterogeneità dei nostri allievo ci ha fatto approdare ormai da anni al cuore del nostro lavoro: tenere sempre presente ciascun ragazzo nella sua irripetibile unicità, in ogni fase del suo percorso con noi.

Nel rispetto di questa realtà sono stati elaborati i Percorsi Formativi Individualizzati, ormai riconosciuti come pratiche di eccellenza irrinunciabili. Attraverso questo convegno, vogliamo che siano colti nella loro concretezza e che ne sia compreso appieno il senso e la rilevanza nella vita dei giovani con disabilità e in quella delle loro famiglie.

Questo tipo di Formazione Professionale, proprio grazie a una notevole elasticità nel leggere le differenze e nell’adeguarsi a insolite realtà, è un importante strumento di integrazione, un ponte tra le esperienze scolastiche ed il mondo del lavoro, o di avvio a una molteplicità di percorsi di emancipazione. C’è bisogno di un Sistema Integrato con Servizi Sociali e Sanitari, Scuola, Formazione Professionale, Centri per l’Impiego, Cooperazione Sociale al fine di mettere insieme le risorse professionali già esistenti.

Ore 8.45 registrazione dei partecipanti

Video: l’esperienza di Ilaria “Avere un diritto da qualche parte” 

Apre e presiede
Don Vinicio Albanesi
Presidente della Comunità Capodarco di Roma Onlus e dell’Associazione Capodarco Roma Formazione Onlus.

Interventi:
Antonio Chimento, Direttore Associazione Capodarco Roma Formazione Onlus
 “ Il valore della formazione professionale. La proposta: realizzare un sistema integrato di servizi per l’inserimento al lavoro”
Maria Odoni, Responsabile Disabilità Centro Formazione Professionale Comune di Roma
Augusto Battaglia, Promotore della Legge 68/99
Fausto Giancaterina, Coordinatore gruppo lavoro Don Calabria
Alessandra D’Avach, Psicologa, Servizio Disabili Adulti ASLRMD

Testimonianze:
Massimo Battistini, allievo tirocinante del Centro di Formazione Professionale Capodarco
Video-Testimonianza: “Se c'è qualcosa che non ti va...dillo alla Luna! Può darsi che porti fortuna"

Le esperienze di tirocinio formativo raccontate dalle aziende:
Chiara Malagrida, SMA SpA
Cinzia Cagnoli, Società Supermercati GS SpA
Rinaldo Satolli, Segretario Nazionale Lavoratori Pubblici, Ministero dei Beni Culturali

11,30- 11, 45 pausa caffè

Interventi delle associazioni:
 “Perché i genitori si associano? Non tutti i ragazzi si inseriscono al lavoro, ognuno di loro ha un suo percorso di integrazione che necessita di risposte personalizzate e il lavoro non esaurisce tutti i bisogni”
Stefania Firrincieli, Associazione “Il Ponte” Onlus
Costantino Boncori, Associazione Onlus “Ylenia e gli Amici Speciali”
Dino Barlaam, Componente Commissione Tripartita per il Lavoro - FISH

Intervengono:
Mariella Zezza, Assessore al Lavoro e Formazione, Regione Lazio
Massimiliano Smeriglio, Assessore alle Politiche del Lavoro e Formazione, Provincia di Roma
Claudio Cecchini, Assessore alle Politiche Sociali, Provincia di Roma

Dibattito

Ore 14.00 Chiusura dei lavori


Invitati: Angiolo Bruschi, Comitato Genitori Giovani Disabili Psichici; Bruno Povegliano, Comitato Genitori Laboratori Sociali Capodarco; Bianca Veloci, ASLRMB; Gemma Azuni, Comune Roma Capitale; Luciana Gennari, Consulta Municipio XII; Maria Pia Rossi, Coordinatrice Asilo Nido; Paola Bottaro, Dirigente Dipartimento III - Servizi per la Formazione, il Lavoro e la Promozione della Qualità della Vita; Paola Fanzini, Presidente Consulta XV Municipio; Patrizia Del Fiore, Servizio Disabili Adulti RMC; Pasquale Calzetta, Presidente Municipio XII; Rossana Mazzi, Assistente Sociale RMB; Rita Gregori, Consulta Disabilità Municipio X; Sandro Medici, Presidente X Municipio; Vincenzo Carboni, Assistente Sociale H Adulti ASLRMC; Tiziana Biolghini Responsabile Ufficio delle Politiche dell’Handicap della Provincia di Roma  
Genitori degli allievi del C.F.P. Capodarco, Genitori degli allievi del C.F.P. Comune di Roma
Enti di Formazione Professionale (Comune di Roma, Albaform, Tivoli Forma),
Organizzazioni Sindacali

Sala dell’ex Cartiera Latina
Via Appia Antica n° 42

Come arrivare:
con le linee 118 e 218 da Via Appia Antica,
oppure con le linee 30, 160, 671,714,715
da Via Cristoforo Colombo con un piccolo tragitto a piedi,

info: tel  06-7188839     -  www.capodarcoroma.it
        tel  06-5827598    -  www.yleniaegliamicispeciali.org
        tel  338-6486010   -  www.ilponte2008.org