" Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente, come perfettamente sono conosciuto. Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità" ( S. Paolo, 1° lettera ai Corinzi 13,1 )

giovedì 31 maggio 2012

Un soffio di vita


Continua  la nostra rassegna di clip dedicate ad alcuni film sul tema della disabilità, scelti tra quelli  più significativi e a volte meno noti. Si tratta di opere che affrontano spesso con lucida coerenza gli aspetti più dolorosi, intimi e realistici,  dell' handicap.
E' il caso di  Un soffio di vita ( Le Signes Vitaux) di Sophie Deraspe (2009). Simone è una giovane ragazza che, in seguito ad un lutto in famiglia, lascia l'università per dedicarsi all'assistenza dei malati terminali. Inizia per lei la ricerca del vero significato  della vita, una ricerca che parte da un cambiamento  sulle scelte compiute  sino a quel momento, mettendo altresì in  discussione il rapporto d'amore con il fidanzato Boris. Una caratteristica della protagonista, accennata con discrezione esemplare,  aumenta  ancora di più  la forza emotiva di questa vicenda  straordinaria per molti aspetti. 
La presenza della morte, osservata senza compiacimento nella fisicità dei corpi degli anziani, diviene lo strumento di una dolorosa presa di coscienza, permettendo la nascita  di uno  sguardo più maturo e adulto sulla vita. In opere come questa la diversità fisica  non è mai consolatoria o strumentale.
Il film, premiato in molti festival internazionali, è disponibile in versione italiana.

domenica 27 maggio 2012

Un ricordo di Don Lorenzo Milani



Il 27 maggio 1923 nasceva a Firenze Lorenzo Milani. Ricordiamo oggi questo anniversario per  il ruolo fondamentale che la sua figura e i suoi libri hanno  avuto dopo gli anni ottanta nella crescita di una coscienza civile diffusa e di una rinnovata sensibilità  verso la realtà umana degli ultimi. Senza ricordare qui la sterminata biografia sul prete di  Barbiana, basti citare da ultimo il volume di Adele Corradi, Non so se Don Lorenzo, Feltrinelli, 2012, che sta ottenendo in queste settimane un significativo successo editoriale. Goffredo Fofi ha tracciato su Lo Straniero uno struggente profilo della collaboratrice di Don Lorenzo e del suo libro di memorie.
Il brano filmato proviene  dalle Teche Rai  ed  è tratto da  Figurina del giorno di Paola Ippoliti - Cristiana Turchetti - Paolo Zappelloni.

Adriano Olivetti e la responsabilità sociale d' impresa

Si è svolto nei giorni scorsi a cura del Dipartimento benessere di comunità del Comune di Bologna un insolito incontro centrato sulla visione del film In me non c'è che futuro, del regista Michele Fasano, dedicato alla vicenda umana e professionale di Adriano Olivetti (...si proprio quello delle macchine da scrivere e dei personal computer) svoltasi in una arco di tempo che va dagli anni '20 a quelli '60.
Olivetti a tutti gli effetti può essere considerato un antesignano dei temi e delle riflessioni attorno alla responsabilità sociale che le imprese hanno o possono avere nei confronti del territorio dove operano e dei proprio dipendenti.
La Responsabilità sociale di impresa (RSI), assieme anche alle Fondazioni di comunità, è tra i temi che sono all'attenzione della Giunta comunale e del Dipartimento benessere di comunità circa alcuni aspetti che potrebbero risultare innovativi degli scenari di welfare e di benessere della comunità che si stanno, pur tra mille difficoltà e approssimazioni, delineando nell'era della "crisi".
Su questi aspetti, si è ribadito, è necessario muoversi sia attraverso il livello organizzativo, ma avendo cura di promuovere anche occasioni di approfondimento e dibattito per costruire un'orizzonte di senso condiviso.
Il regista del film, Michele Fasano, ha tra l'altro recentemente pubblicato sulla rivista on line Inchiesta un contributo dedicato alla figura di Olivetti e al tema della RSI.

venerdì 25 maggio 2012

Un convegno a Roma su disabili, formazione e lavoro




Quale Lavoro senza Formazione?

Percorsi di autonomia, emancipazione e integrazione per le persone con disabilità

Roma 29 Maggio 2012  ore 8.30 – 14.00
Sala dell’ex Cartiera Latina
Via Appia Antica n° 42

Questo momento di confronto è stato voluto per fare il punto sulla Formazione Professionale per giovani con disabilità, ma anche e soprattutto per valutare risultati e benefici concreti raggiunti in vari ambiti, insieme a famiglie, imprese ospitanti e a tutte le diverse realtà con cui ormai da anni collaboriamo.
In questo momento di transizione ed incertezza urgono risposte capaci di dare una prospettiva sull’immediato futuro.
Vogliamo testimoniare le nostre esperienze, esplicitarne valori e contenuti per condividerle, diffonderne gli aspetti positivi, migliorarne le eventuali criticità.
La necessità di  accogliere adeguatamente l’inevitabile eterogeneità dei nostri allievo ci ha fatto approdare ormai da anni al cuore del nostro lavoro: tenere sempre presente ciascun ragazzo nella sua irripetibile unicità, in ogni fase del suo percorso con noi.

Nel rispetto di questa realtà sono stati elaborati i Percorsi Formativi Individualizzati, ormai riconosciuti come pratiche di eccellenza irrinunciabili. Attraverso questo convegno, vogliamo che siano colti nella loro concretezza e che ne sia compreso appieno il senso e la rilevanza nella vita dei giovani con disabilità e in quella delle loro famiglie.

Questo tipo di Formazione Professionale, proprio grazie a una notevole elasticità nel leggere le differenze e nell’adeguarsi a insolite realtà, è un importante strumento di integrazione, un ponte tra le esperienze scolastiche ed il mondo del lavoro, o di avvio a una molteplicità di percorsi di emancipazione. C’è bisogno di un Sistema Integrato con Servizi Sociali e Sanitari, Scuola, Formazione Professionale, Centri per l’Impiego, Cooperazione Sociale al fine di mettere insieme le risorse professionali già esistenti.

Ore 8.45 registrazione dei partecipanti

Video: l’esperienza di Ilaria “Avere un diritto da qualche parte” 

Apre e presiede
Don Vinicio Albanesi
Presidente della Comunità Capodarco di Roma Onlus e dell’Associazione Capodarco Roma Formazione Onlus.

Interventi:
Antonio Chimento, Direttore Associazione Capodarco Roma Formazione Onlus
 “ Il valore della formazione professionale. La proposta: realizzare un sistema integrato di servizi per l’inserimento al lavoro”
Maria Odoni, Responsabile Disabilità Centro Formazione Professionale Comune di Roma
Augusto Battaglia, Promotore della Legge 68/99
Fausto Giancaterina, Coordinatore gruppo lavoro Don Calabria
Alessandra D’Avach, Psicologa, Servizio Disabili Adulti ASLRMD

Testimonianze:
Massimo Battistini, allievo tirocinante del Centro di Formazione Professionale Capodarco
Video-Testimonianza: “Se c'è qualcosa che non ti va...dillo alla Luna! Può darsi che porti fortuna"

Le esperienze di tirocinio formativo raccontate dalle aziende:
Chiara Malagrida, SMA SpA
Cinzia Cagnoli, Società Supermercati GS SpA
Rinaldo Satolli, Segretario Nazionale Lavoratori Pubblici, Ministero dei Beni Culturali

11,30- 11, 45 pausa caffè

Interventi delle associazioni:
 “Perché i genitori si associano? Non tutti i ragazzi si inseriscono al lavoro, ognuno di loro ha un suo percorso di integrazione che necessita di risposte personalizzate e il lavoro non esaurisce tutti i bisogni”
Stefania Firrincieli, Associazione “Il Ponte” Onlus
Costantino Boncori, Associazione Onlus “Ylenia e gli Amici Speciali”
Dino Barlaam, Componente Commissione Tripartita per il Lavoro - FISH

Intervengono:
Mariella Zezza, Assessore al Lavoro e Formazione, Regione Lazio
Massimiliano Smeriglio, Assessore alle Politiche del Lavoro e Formazione, Provincia di Roma
Claudio Cecchini, Assessore alle Politiche Sociali, Provincia di Roma

Dibattito

Ore 14.00 Chiusura dei lavori


Invitati: Angiolo Bruschi, Comitato Genitori Giovani Disabili Psichici; Bruno Povegliano, Comitato Genitori Laboratori Sociali Capodarco; Bianca Veloci, ASLRMB; Gemma Azuni, Comune Roma Capitale; Luciana Gennari, Consulta Municipio XII; Maria Pia Rossi, Coordinatrice Asilo Nido; Paola Bottaro, Dirigente Dipartimento III - Servizi per la Formazione, il Lavoro e la Promozione della Qualità della Vita; Paola Fanzini, Presidente Consulta XV Municipio; Patrizia Del Fiore, Servizio Disabili Adulti RMC; Pasquale Calzetta, Presidente Municipio XII; Rossana Mazzi, Assistente Sociale RMB; Rita Gregori, Consulta Disabilità Municipio X; Sandro Medici, Presidente X Municipio; Vincenzo Carboni, Assistente Sociale H Adulti ASLRMC; Tiziana Biolghini Responsabile Ufficio delle Politiche dell’Handicap della Provincia di Roma  
Genitori degli allievi del C.F.P. Capodarco, Genitori degli allievi del C.F.P. Comune di Roma
Enti di Formazione Professionale (Comune di Roma, Albaform, Tivoli Forma),
Organizzazioni Sindacali

Sala dell’ex Cartiera Latina
Via Appia Antica n° 42

Come arrivare:
con le linee 118 e 218 da Via Appia Antica,
oppure con le linee 30, 160, 671,714,715
da Via Cristoforo Colombo con un piccolo tragitto a piedi,

info: tel  06-7188839     -  www.capodarcoroma.it
        tel  06-5827598    -  www.yleniaegliamicispeciali.org
        tel  338-6486010   -  www.ilponte2008.org

mercoledì 23 maggio 2012

Istat: nel 2011 calano i lettori, donne meglio degli uomini

Nel 2011 poco meno di 26 milioni di italiani di 6 anni e piu' dichiarano di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l'intervista, per motivi non strettamente scolastici e/o professionali. Rispetto al 2010 i lettori di libri diminuiscono, passando dal 46,8% al 45,3% della popolazione. Lo rileva l'Istat. In Italia, anche chi legge, legge molto poco: il 45,6% dei lettori non ha letto piu' di 3 libri in 12 mesi, mentre soltanto i "lettori forti", cioe' chi ha letto 12 o piu' libri nello stesso lasso di tempo, e' il 13,8% del totale. Le donne confermano di essere lettrici piu' assidue degli uomini: leggono almeno un libro il 51,6% delle femmine rispetto al 38,5% dei maschi. Le differenze di genere sono massime tra i 15 ed i 44 anni e tendono a ridursi significativamente con l'avanzare dell'eta', dopo i 60 anni.
La quota piu' alta di lettori si riscontra tra i ragazzi e le ragazze con eta' compresa tra 11 e 17 anni (60,5%). Avere genitori che leggono rappresenta un fattore che influenza i comportamenti di lettura dei figli. Leggono libri il 72% dei ragazzi tra 6 e 14 anni con entrambi i genitori lettori, contro il 39% di quelli i cui genitori non leggono. A leggere di piu' sono laureati, dirigenti, imprenditori e liberi professionisti, direttivi, quadri e impiegati e studenti. Meno lettori si ritrovano tra chi possiede la licenza elementare o nessun titolo di studio, gli operai, i ritirati dal lavoro e le casalinghe.
Il titolo studio pesa fortemente su livelli di lettura. Il titolo di studio influisce fortemente sui livelli di lettura anche a parita' di eta': si va da un massimo dell'81,1% tra i laureati a un minimo del 27,9% tra chi possiede la licenza elementare o nessun titolo di studio. Rispetto al 2010, spiega l'Istat, la quota di lettori tra le persone in possesso di un diploma di scuola secondaria inferiore o superiore e' diminuita di circa due punti percentuali. Con riferimento alle persone di 15 anni e piu', se si tiene conto della condizione professionale, si evidenziano livelli di lettura superiori alla media tra dirigenti, imprenditori e liberi professionisti (69%), direttivi, quadri e impiegati (66,3%) e studenti (65,3%). I piu' bassi livelli di lettura si registrano tra gli operai (32%), i ritirati dal lavoro (33,6%) e le casalinghe (34,4%).

 
( Fonte: DIRE)

martedì 22 maggio 2012

Produzione e lettura di libri in Italia

I dati ISTAT ogni anno aiutano a discutere i problemi della lettura e della diffusione del libro in modo organico e non occasionale. 
Ne pubblichiamo alcuni  punti, che possono aiutare il dibattito sul ruolo dell'editoria sociale e l' impegno delle piccole case editrici.

Nel 2010, in Italia, si contano circa 2.700 case editrici e/o altri enti dediti alla pubblicazione di opere librarie. Il confronto con l'anno precedente conferma il saldo negativo del settore: il numero di nuovi editori è inferiore a quello degli editori che hanno cessato l'attività.
Il 2010 segna un incremento complessivo della produzione libraria, interrompendo la tendenza negativa degli ultimi anni. Rispetto al 2009, le opere pubblicate passano da 57.558 a 63.800, con un aumento del 10,8%.
In crescita anche le tirature, la cui ripresa è più contenuta: da 208 milioni di copie a oltre 213 milioni (+2,5%). Si è poi ridotta del 7,6% la tiratura media di ciascuna opera (da oltre 3.600 copie per titolo del 2009 a poco più di 3.340 nel 2010).
Le case editrici si orientano verso una maggiore offerta per varietà e quantità delle opere e un contenimento dell'attività di stampa. Tra il 2005 e il 2010, si registra una crescita dei titoli del 6,8% e una contestuale decrescita del 23,6% delle tirature medie.
Nel 2010, la quota più consistente, tanto dei titoli (26,2%) quanto delle tirature (40%), è rappresentata dalla categoria di prezzo fino a 10 euro. Sempre in testa nella produzione libraria risulta la categoria della letteratura moderna: i romanzi e i racconti pubblicati nel 2010 rappresentano il 20% dei titoli e il 28% delle copie stampate. Si conferma una crescita sostenuta delle opere per ragazzi, che rispetto al 2009 aumentano del 13,7% per numero di titoli e del 12,6% per tiratura.
-Leggi tutto nel sito ISTAT qui 
-Testo del rapporto qui 


( Fonte: Istat

sabato 19 maggio 2012

Lo sguardo degli Aspie



Nel 2008 il Cineclub Detour di Roma e il Gruppo Asperger Onlus hanno avviato un progetto atto ad incentivare la socializzazione e l´interazione tra giovani Asperger partendo da un comune denominatore: la passione per il cinema. Dopo tre anni di attività, nel corso della stagione 2010 – 2011, quattro dei ragazzi coinvolti nel progetto hanno deciso di affiancare i responsabili del Detour nella gestione del cineclub e di servirsi di una piccola telecamera per documentare la loro esperienza. Da questa collaborazione è nato  Lo sguardo degli Aspie (Italia, 2011, 26′)  di Giuseppe Cacace, di cui qui potete vedere una clip. Presentato in diverse manifestazioni,  è  un esempio significativo dell'interesse  cinematografico al tema della Sindrome di Asperger, che negli ultimi anni si è manifestato sia nella forma del documentario che della fiction.

venerdì 18 maggio 2012

Quando il meccanismo dell' informazione sbaglia obiettivo

Stampa e televisione ci raccontano di una coppia lombarda, che ha un figlio affetto da epilessia [la forma specifica è esattamente la sindrome di Dravet, N.d.R.], a cui in un primo momento era stata negata dal Tribunale dei Minori di Milano la possibilità di un'adozione internazionale, possibilità invece poi accordata dalla Corte d'Appello milanese, dietro ricorso della famiglia.
Mi sembra che in occasione di una notizia come questa, la cosa sensata da fare sia quella di rimettere al centro il vero protagonista della vicenda che invece sulla stampa tende ad essere escluso: il bambino o la bambina che eventualmente verrà adottato e che in questo caso concreto ovviamente ancora non ha né un nome né un volto.
È infatti di lui in primis, prima ancora che dei genitori di un bambino disabile e del bambino disabile stesso, che questa vicenda ci narra e della necessità di tutelarlo, di inserirlo eventualmente in un nucleo che possa ragionevolmente garantirne una crescita e uno sviluppo il più sereno ed equilibrato possibile.
Il Giudice Minorile aveva deciso in un senso, la Corte d'Appello in un altro. Le carte non le abbiamo, né io, né i Lettori di Superando, né quelli del «Corsera». Sarebbe sbagliato assumere un tono da crociata ed etichettare tra i "cattivi" il Giudice Minorile e tra i "buoni" l'avvocato della coppia e la Corte d'Appello. Senza le carte, tutto quello che sappiamo ce lo dicono i giornali e il meccanismo "buoni/cattivi" proprio dell'informazione è troppo poco per una vicenda che è complessa e incide sul futuro di quattro persone.
La Corte d'Appello aveva il potere di emettere un giudizio diverso, lo ha fatto, anche sulla base di quanto hanno ritenuto di evidenziare i legali della famiglia in tema di limite del dispositivo del Tribunale dei Minori. Bene così.La disabilità, come la malattia, è una forma della vita, non è elemento necessariamente ostativo a un'adozione («...hanno già un figlio con problemi...»), ma nemmeno necessariamente favorente («...con un figlio disabile sanno già come affrontare le difficoltà...»). Dipende.
Dipende dalle singole storie e dalle capacità umane e professionali di chi opera nell'ambito delle problematiche dei minori e deve valutare l'affidabilità di una coppia e di quello specifico, unico, irripetibile sistema familiare.
Meglio quindi evitare di generalizzare, come fanno già in queste ore televisioni e giornali, trasformando una possibilità quasi in una sorta di diritto intoccabile e finendo quindi per dimenticare invece qual è il vero protagonista della vicenda, pur ancora senza un nome e senza un volto, ma con un'anima che già esiste proprio per la disponibilità di quella coppia.
«Le sentenze non si giudicano, si rispettano», sentiamo spesso recitare dai politici in televisione: che per una volta possiamo dare loro ragione?

 Andrea Pancaldi - Responsabile Redazione Sportelli Sociali del Comune di Bologna.


( Fonte: Superando

Storia e memoria nel film di Gianni Amelio

Alla fine degli anni cinquanta, la questione dell’ Algeria lacerava la società francese, tra chi  voleva abbandonare  un ruolo coloniale  giudicato ormai anacronistico e chi difendeva la missione civilizzatrice della Francia ( e la vita di migliaia di coloni  che per ostacolare la lotta  del Fronte di liberazione nazionale  scatenarono una violenta reazione, durata anni).
In questo clima di  conflitto tra culture e gruppi etnici,  uno scrittore francese,  Jean Cormery, torna nella sua patria d'origine  con due obiettivi. Vuole parlare all’ università per difendere pubblicamente  la sua visione di una soluzione politica della questione algerina: la sua  lotta è   per  un paese in cui francesi  e mussulmani possano  convivere  in  pace.  Ma il protagonista del film di Gianni Amelio, Il  primo uomo,  ha anche un intento privato,  forse più difficile di quello pubblico. Vuole ritrovare le proprie radici.  Va  a trovare la madre malata,  si mette alla ricerca dei luoghi della sua infanzia e dei ricordi  del padre, morto nella prima guerra mondiale. Il principale di questi testimoni è il suo insegnante, che  aveva convinto la famiglia poverissima  a far studiare un ragazzo intelligente e sensibile.  
Il film è tratto dal romanzo postumo di Albert Camus ( pubblicato da Bompiani),  mai completato e uscito dopo molti anni. Amelio ha ben presente la  figura dell’ intellettuale francese, esponente di una filosofia esistenziale  lucida e militante, rimasto però  estraneo ad ogni intruppamento ideologico ( celebri le sue polemiche con i comunisti francesi e con Sartre sull’ Algeria).
La narrazione di Amelio procede   tra  il presente e il passato doloroso del bambino, afflitto dall’ impossibilità di  trovare amici tra i  suoi compagni di classe,  provenienti da famiglie mussulmane.  Il dominio coloniale e la diversità  tra  le due culture  segnano la sua  formazione intellettuale e la sua vita emotiva. Convinto assertore dell’ indipendenza del paese, da adulto cercherà di  convincere algerini e francesi a rifiutare la violenza, in nome delle ragioni di una giusta convivenza.
L’ autore de  Il Ladro di bambini  non  smentisce  il suo tradizionale attaccamento al pudore stilistico e alla riduzione degli effetti esteriori. Visto il tema, si potevano temere predicozzi  banali da film “ impegnato”. Il racconto procede invece per scorci emotivi, con  un lavoro critico sui volti e sulle  emozioni, che trova nella figura commovente della madre  l’ elemento di coesione.  Servito da un complesso di attori eccellente, Amelio innesta il film  in un paesaggio algerino, pieno di colori e suoni vibranti che  accompagnano i rapporti psicologici dei personaggi.
Nell’ insieme,  il racconto mette in tensione il rapporto tra l’ individuo e la storia e fa emergere con  forza   il valore fondamentale  che     Amelio vuole salvare : l’ umanità delle vittime, senza distinzioni di parte, quelle vittime che la violenza della storia travolge  senza pietà. Per Amelio ( e per Camus) è impossibile cedere ad una visione machiavellica del mondo, che  escluda dall’ analisi il giudizio morale. Il film ci invita a valorizzare  la memoria,  intesa non solo come  rifugio crepuscolare,  ma   come strumento critico per  ricostruire   vicende private e conflitti pubblici, in uno spirito di  dialogo e di apertura all’ altro.
Se è possibile usare una sintesi rozza, potremmo dire che siamo di fronte ad un’ opera  pervasa di spirito “ umanistico”. Non è poco e non a caso il pubblico sta rispondendo benissimo.                                                                                                  
                                                                                                    Umberto Brancia


 ( In uscita sul mensile Confronti)

martedì 15 maggio 2012

Stranieri in patria

Foto: Rocco Luigi Mangiavillano
I ragazzi e le ragazze del popolo Rom,  nati in Italia, di seconda, a volte anche di terza generazione scrivono al Presidente della Repubblica per porre fine ad una palese discriminazione riguardo alla privazione della cittadinanza, su cui da tempo si discute.  L’ appello è stato presentato  al Senato della Repubblica e alle forze politiche.


AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Giorgio Napolitano

Caro Presidente,
siamo in tanti, ragazzi e ragazze del popolo Rom nati in Italia, di seconda, a volte anche di terza generazione, da genitori apolidi o residenti irregolarmente nel nostro Paese. Ci rivolgiamo a Lei perché ancora una volta abbiamo apprezzato le parole chiare che ha inteso indirizzare al Sindaco di Nichelino, che ha avuto la sensibilità di concedere la cittadinanza onoraria a 450 ragazzi nati da genitori stranieri in quel territorio.
Siamo italiani, ci sentiamo “parte integrante della nostra società”, ma viviamo quotidianamente il disagio di essere considerati impropriamente stranieri. Disagio doppio e particolarmente pesante per noi ragazze e ragazzi Rom. Non è assolutamente facile, ci creda, per tanti di noi regolarizzare posizioni giuridiche, ottenere un permesso di soggiorno, fare richiesta di cittadinanza, perché veniamo da famiglie che vivono da sempre situazioni precarie, per la difficoltà di reperire la necessaria documentazione, in particolare per quelli di noi i cui genitori e nonni sono nati e provengono da luoghi che hanno vissuto recenti e drammatiche vicende belliche.
Una situazione difficile, quella che viviamo, di “stranieri in patria”. Che rende precaria la nostra vita e non agevola l’integrazione sociale e l’accesso al lavoro, nonostante molti di noi abbiano frequentato le scuole e, soprattutto, vorrebbero inserirsi regolarmente e legalmente nella comunità civile. In tanti abbiamo vissuto la violenza degli sgomberi dei campi e l’umiliazione della reclusione nei CIE, i Centri di identificazione per l’espatrio. Ed in tanti viviamo in case popolari o case proprie o ancora piccole aree autocostruite. Ma espatrio verso dove, se è l’Italia la nostra patria? Ci creda, sono esperienze dure e drammatiche, che spingono, purtroppo, tanti giovani verso la marginalità, l’illegalità ed il rifiuto delle regole civili. Che ricacciano le nostre comunità verso l’esclusione sociale ed una inaccettabile discriminazione.
Dal Governo Monti, signor Presidente, governo che guarda all’Europa ed ai suoi valori fondanti di accoglienza, di solidarietà e di inclusione sociale, ci aspettavamo finalmente un provvedimento che ponesse fine a questa ingiustizia. Abbiamo anche apprezzato le aperture del Ministro Riccardi, espressione della Comunità di Sant’Egidio, i cui volontari frequentano i campi e conoscono bene le nostre difficoltà. Ma ancora una volta dobbiamo prendere atto che nulla è successo.
Non possiamo che appellarci a Lei, affinché con la determinazione e la lungimiranza che tutti le riconoscono intervenga su Governo e Parlamento per porre fine ad una discriminazione che produce solo tensioni e disagi, che è palese ingiustizia, che tradisce i valori della Carta Costituzionale. Siamo, ci sentiamo, vogliamo essere riconosciuti cittadini italiani.
Confidando in Lei, le porgiamo i più distinti e cordiali saluti.

venerdì 11 maggio 2012

Versi e foto per discutere di cultura e periferie a Roma

In occasione della giornata conclusiva della mostra fotografica: Ritratte, donne del mondo un incontro-dibattito, tra poesia e realtà del territorio:
  Incontro pubblico su cultura, sociale e periferie
POESIE DELLA CITTA'
presentazione GIAN MARIO GILLIO, direttore del mensile Confronti
     letture di MARCO BRANCIA
        Mercoledì 16 Maggio     2012 ore 17.30
BIBLIOTECA BORGHESIANA 
(Largo Monreale - Via di Vermicino)

Intervengono:
Fabrizio Cremonesi – Vicepresidente Consiglio del Municipio VIII
Ana Maria Montenegro – Donne per la solidarietà
Fabiola Del Vecchio – insegnante Scuola Media S. Benedetto
Nicoletta Teodosi e Letizia Cesarini Sforza – European Anti Poverty Network Italia
Maria Leporini – gruppo donne EUTOPIA
Elisa Bruno – 6° CTP, Scuola Media via Rugantino

Sono state invitate le scuole e le realtà del territorio.
 
Lungo le pieghe urbane, il progetto di ricerca fotografica che  Rocco  Luigi Mangiavillano, ha intrapreso nel corso degli ultmi anni, trova nel libro  Poesie della città  lo spazio ideale  dove " prendere voce". Il volume, un racconto sulle mille facce della fragilità del nostro tempo, quindi, ne diviene non il mezzo di mera divulgazione di una tematica generica quanto  uno strumento per creare momenti di incontro con il mondo reale. In questo senso, la mostra in corso, dal titolo RITRATTE, DONNE DEL MONDO intende rappresentare un  "procedere"  e un invito a camminare dentro il libro per scoprire, ad esempio, l' immagine di una donna affacciata a una finestra... e mettendosi in ascolto, farsi catturare per sperimentare una dimensione più profonda.  L' intento è  quello di cogliere frammenti del femminile nella spontaneità del quotidiano
Nell' incontro, che si svolgerà in occasione della giornata conclusiva della mostra, grazie alla presenza delle associazioni della società civile insieme alle istituzioni, si darà spazio alle tematiche evidenziate dal rapporto CEDAW , una convenzione internazionale sui diritti delle donne, ai progetti europei di inclusione sociale e al territorio come luogo di partecipazione e di formazione umana.
  

NOTE SUL LIBRO

Il volume, che  è stato curato dalla rivista Confronti, mette in relazione  le poesie di  Marco Brancia  e una serie di immagini che raccontano momenti del disagio nelle periferie di Roma, realizzate da Rocco Luigi Mangiavillano.  I versi ci introducono alle mille facce della fragilità: “ Avere trent’ anni è un lusso,/ avere trent’anni è una comodità,/ trent’anni sono un secolo/ e pare di no.” Un filo sotterraneo collega tutti i componimenti poetici: l’amore, evocato e descritto con semplicità e lirismo: “ C’è un modo per parlare./ C’è un modo per dire ti amo./ C’è un modo per sorridere./ I modi sono tanti, / basta trovarli”.
Il racconto  delle immagini ci guida lungo le vie consolari sino ad un quartiere difficile come Tor Bella Monaca. Le poesie entrano così in dialogo con i molteplici aspetti di una metropoli: strade ed edifici segnati dalle difficoltà, migranti in fuga, volti di disabili che chiedono diritti e aspirano ad una personale felicità. Sono proprio le mille fragilità che per fretta, egoismo o crudeltà, non riusciamo  a vedere. Completano il volume vari contributi  di riflessione critica. Augusto Battaglia fornisce un quadro analitico delle vecchie e nuove forme del disagio sociale a Roma.  Simonetta Salacone riflette sul ruolo della scuola per favorire l' integrazione dei giovani più fragili. Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, ci invita ad uno sguardo più umano su persone e cose. Anna Maria Torroncelli evoca con sensibilità  gli stimoli che la lettura dei libri apre nell' animo dei giovani. Un gruppo di ragazzi  del gruppo Asperger esprime il proprio parere sul volume, in frasi brevi e paradossali. Infine, Riccardo Pieroni ci racconta la fotografia come sguardo "altro" sulla realtà.

Editoria e società nell' epoca della rete


Si  è aperto a Torino il XXV Salone Internazionale del libro, che  sino a lunedì 14  vedrà la partecipazione di centinaia di scrittori, giornalisti, intellettuali ed  operatori  editoriali, impegnati a discutere il futuro dell' editoria digitale. 
In un dibattito pubblico sull’ editoria, spesso  caotico e casuale, questo appare come il tema  centrale ed evidenzia scenari imprevedibili: mutamenti della sensibilità, degli stili di vita, dei modi di avvicinarsi alla lettura. Il Web 2.0 aumenta le possibilità di relazioni sociali, ampliando gli spazi della comunicazione. Allo stesso tempo, la crisi economica isola e respinge sempre di più in una solitudine drammatica i gruppi più  fragili della società. E si tratta di gruppi  che crescono vistosamente.
Oltre che riflettere sulle novità dei parametri tecnologici, bisognerebbe però interrogarsi su un difficile problema di contenuto: come è mutata in questi anni l' antropologia culturale del nostro paese? siamo realmente disponibili verso la diversità e l' incontro con l' altro? O forse stiamo diventando più egoisti e  aggressivi verso ogni diversità ? La risposta a questa domanda ci permetterà di capire meglio come vivere le relazioni sociali nell' epoca di Facebook e come costruire progetti di solidarietà in un contesto del tutto nuovo.
Un contributo prezioso a questa discussione in corso è offerto da questa  breve conversazione -in video- del 2010 con Elena Pulcini, professore di Filosofia sociale presso il Dipartimento di filosofia dell'Università̀ di Firenze, che conduce da anni una ricerca importante  su temi di antropologia filosofica e di filosofia sociale e politica.  Da ricordare  tra i suoi lavori almeno: L'individuo senza passioni. Individualismo moderno e perdita del legame sociale, Bollati Boringhieri, Torino 2001; La cura del mondo. Paura eresponsabilità nel mondo globale, Bollati Boringhieri, 2009. Ed è sperabile che la discussione continui (ub)
         

mercoledì 9 maggio 2012

Una lettura/spettacolo a Bologna: bambini Rom in Svizzera: 1926-1973

In Svizzera tra il 1926 ed il 1973 ebbe luogo un'operazione di sedentarizzazione coatta del popolo nomade per estirpare il fenomeno zingaro. Circa 600 bambini furono sottratti alle loro famiglie e cresciuti in collegi, istituti psichiatrici o famiglie adottive.
Mariella Mehr, nata a Zurigo da madre zingara di ceppo Jenisch, fu strappata ai genitori e affidata a famiglie stanziali. Poi è sballottata in sedici orfanotrofi e tre riformatori. Subisce il ricovero in clinica psichiatrica, trascorre diciotto mesi in prigione, è oggetto di violenze di ogni tipo, dagli abusi sessuali, all'elettroschock. Madre di un figlio, le viene subito tolto e subisce la sterilizzazione. Da queste esperienze nasce la sua ricca produzione letteraria.
Sui queste vicende martedì 15 maggio, ore 21, Aula UniBo, via Mascarella 46, Bologna,
lettura/spettacolo "VITA MIA, PARLA - Dal nostro rifiuto allo sterminio scientifico (la persecuzione dei Rom in Svizzera dal 1926 al 1973), a cura del Centro Donati.
(fonte Centro Donati Bologna)

domenica 6 maggio 2012

Utilizzare il cinema per la formazione: un corso professionale a Verbania - Pallanza

L' utilizzo del cinema nei processi formativi ha generato nel corso di questi ultimi anni interesse e consenso fino a diffondersi e consolidarsi come  un vero e proprio strumento didattico.
Il Centro Maderna organizza il corso residenziale VISIONI - Formare econdurre gruppi utilizzando il cinema: dalla teoria alla pratica, presso la struttura ricettiva Casa Immacolata di Verbania – Pallanza, il 12 e 13 luglio 2012.Come anche altre metodologie attive, questa si rivela utile ed efficace soprattutto in chi ha già un proprio bagaglio di esperienza da mettere in gioco per rafforzare e migliorare le proprie competenze professionali. Il cinema costituisce uno specifico linguaggio che offre una sfaccettata e complessa rappresentazione della realtà a cui i formatori possono ispirarsi per mobilitare a loro volta emozioni e pensieri, valori e sentimenti dei partecipanti ai loro gruppi in formazione. Immagini in movimento verranno così utilizzate per far emergere una ‘visione riflessiva’ dei singoli e del gruppo, per promuovere una comprensione reciproca e, attraverso una discussione guidata dal docente, far emergere le questioni in gioco sia a livello emozionale che cognitivo.
Il percorso formativo prevede inoltre l’acquisizione delle tecniche per selezionare ed estrarre sequenze di film, per costituire una sorta di cassetta degli attrezzi da utilizzare e sperimentare nei propri ambiti professionali. Per questo è necessario che i partecipanti abbiano una discreta padronanza degli strumenti informatici a partire dalla quale potranno apprendere l’utilizzo di software idonei all’estrapolazione di sequenze di film.
Il corso è destinato ad assistenti sociali, educatori, animatori, psicologi, formatori, conduttori di gruppi di auto e mutuo aiuto, coordinatori di servizi, educatori, volontari referenti di associazioni.
Sulle modalità di iscrizione, il costo e la ricezione, prosegui qui
 
Per informazioni:
Tel. 0323 934663
E-mail: formazione@centromaderna.it

l diritti dell' infanzia: strumenti per gestire le informazioni

Il rapporto uomo – informazione nella società digitale è sempre di più un rapporto complesso, che investe ogni aspetto della vita quotidiana: la vita fisica, le relazioni psicologiche, i contenuti culturali.  In ogni contesto della nostra esistenza  riceviamo una massa sempre più ampia e  caotica di  notizie, che dobbiamo organizzare ed inserire in una struttura  concettuale. Il concetto di architettura dell’informazione quindi  tocca molti aspetti che riguardano il sociale e le sue  potenzialità  di aggiornamento culturale.
Di grande interesse sul  sito di Luca  Rosati,  architetto  dell' informazione e progettista di  sistemi informativi complessi, è l’intervento  dedicato mostrare come un importante ente culturale e di ricerca italiano, l’Istituto degli Innocenti di Firenze, stia abbracciando un approccio sistemico per collegare insieme le diverse realtà e fonti di conoscenza sull’infanzia e l’adolescenza che possiede e gestisce: l’archivio storico e di deposito dell’ente, la Biblioteca Innocenti Library (specializzata a livello internazionale sui diritti dei bambini), le attività svolte per il Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza del Governo italiano e per la Regione Toscana, e infine il nuovo museo. Trovate qui un ampio abstract dell’ intervento.
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Donne nel mondo



Frammenti dalla Mostra fotografica  Ritratte in corso alla Biblioteca Borghesiana a Roma sino al 16 maggio


venerdì 4 maggio 2012

Un' altra città è possibile: le esperienze ci sono


Un' efficace politica di solidarietà e di tutela delle fasce più fragili della società ( disabili, anziani, poveri vecchi e nuovi)  non può prescindere da una riflessione critica  sull’ attuale  modello di sviluppo  industriale. Autori come Serge Latouche o Jeremy Rifkin occupano ormai un posto centrale nella discussione più che trentennale  su parametri ecomici, fondati sul saccheggio indiscriminato dell’ ambiente e l’ uso di tecnologie inquinanti.
Termini come green e economy o economia verde, sono  divenuti  di uso comune non solo nel linguaggio politico, ma nella vita quotidiana delle persone. C’ è  il bisogno diffuso  di un cambiamento dei nostri parametri economici, verso un nuovo tipo di relazioni sociali fondate sulle ragioni dell’equità e della pace.
E’ assai vasta la rete di iniziative pratiche, legate ad una economia della solidarietà: cooperative di consumo, gruppi di acquisto solidale, gruppi per la tutela dell’ ambiente, ecc. Tra le ultime iniziative  giornalistiche, dedicate ad illustrare questo segmento importante della vita nazionale,  vale la pena segnalare l’ apertura sulle pagine romane del Corriere della Sera di una rubrica dedicata ad un' altra idea di economia  e pubblicata la domenica. Gioacchino de Chirico, giornalista ed esperto di editoria e comunicazione, compie ogni settimana un viaggio nelle diverse realtà del territorio romano, raccontando esperienze concrete nate dalla partecipazione diretta dei cittadini alla  tutela del proprio tessuto civile e alla qualità della vita.
Si va da problemi come la nascita di nuovi lavori, capaci di garantire la sostenibilità ambientale, ai progetti editoriali , legati alle culture dei migranti e dei rifugiati,  o al lavoro di associazioni per il turismo responsabile. Grazie a resoconti, che segnalano indirizzi e notizie  specifiche, ne scaturisce  non solo una lettura piacevole, ma uno strumento per potersi mettere in connessione con  tanti soggetti, che hanno fatto della solidarietà il loro marchio di fabbrica. E’ sperabile che questa iniziativa del Corriere della sera non rimanga isolata ed anche  altri organi di stampa nazionali aiutino a diffondere la sensibilità per un’ idea solidale  dei rapporti economici.

giovedì 3 maggio 2012

Donne nel mondo globale: una mostra fotografica a Roma

Venerdi 4 maggio 2012, alle ore 17, 30 si inaugura alla Biblioteca Borghesiana  (Largo Monreale - Via di  Vermicino, Roma) la Mostra fotografica di Rocco Luigi Mangiavillano, che rimarrà aperta fino al 16 maggio 2012.  
Il percorso espositivo dell' autore, da sempre impegnato nella ricerca sulla fotografia sociale, si intitola RITRATTE ed è frutto di una ricerca di immagini che ripercorrono la condizione quotidiana delle donne, incontrate in Italia, in Europa, in India e in America Latina. 
Dietro corpi e  volti  di ogni età e condizione, vengono raccontate  le storie vive, le emozioni di persone concrete, che aspirano alla solidarietà e all' incontro personale :  le loro vicende sono parte delle contraddizioni  sociali e umane del nostro tempo. Le fotografie si aprono ad una prospettiva  di relazioni solidali  tra culture diverse. Nell' epoca della globalizzazione, queste foto  ci dicono  con chiarezza che il nostro mondo comprende tutti, nessuno escluso.
La mostra fotografica è proposta in contemporanea agli incontri della seconda edizione del Caffè Letterario, ospitati nella biblioteca.L' ingresso libero e gratuito per le/gli iscritte/i alla biblioteca: è possibile iscriversi il giorno stesso.
Note biografiche:
Rocco Luigi Mangiavillano è nato in Sicilia e dal 1980 vive e lavora a Roma. Come educatore, con la Comunità Capodarco, si occupa di progetti di inclusione sociale di persone con disagio. Ha condotto diversi laboratori di fotografia e comunicazione sociale nelle scuole medie e negli istituti superiori, realizzando diversi reportage sia in Italia che all’estero. Collabora come redattore con il mensile Confronti e il trimestrale, sulla disabilità, Vivere Insieme.