" Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente, come perfettamente sono conosciuto. Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità" ( S. Paolo, 1° lettera ai Corinzi 13,1 )

domenica 18 aprile 2010

Nei prossimi mesi la disoccupazione aumenterà

Da quasi dieci anni mi sto occupando di lavoro da un 'ottica particolare, che aiuta a capire la drammaticità dell' argomento per milioni di persone: il lavoro per i disabili, in una città come Roma, senza fabbriche, a prevalenza impiegatizia. Le statistiche ci dicono un dato: sono più di centomila i disabili fisici e psichici in grado di lavorare. Il mercato ne riesce ad assorbire un po più di trentamila (cito numeri a memoria, ma più o meno ci siamo): in particolare nel nord- Italia.
Non è poco, ovviamente, ma il dato drammatico in alcune grandi città - e Roma e tra quelle- è l' estrema farraginosità delle procedure. Il privato ne assorbe abbastanza pochi, e solo in alcune realtà (come, ad esempio, i supermercati).
Malgrado una buona legge e l' impegno di molte associzioni, l' assorbimento negli enti pubblici è reso difficoltoso da incrostazioni burocratiche e resistenze di diversa origine. Tra queste, ce n'è una che vogliò approfondire ancora.
Al fondo della mentalità di tanti, c'è un sostanziale rifiuto della condizione dei disabili. La loro condizione ci obbliga sempre a pensare, a scegliere un atteggiamento più etico verso gli altri. E questo, in un' epoca di conformismo di massa. non ci piace.
Non a caso nelle nostre strade c'è chi adopera parole come " handicappato" o " minorato" come un insulto e giovani senza cervello e cuore sbeffeggiano i disabili nelle scuole superiori. L' handicap sollecita le nostre paure, e ci costringe a pensare a un dato che Giuseppe Pontiggia ricordava : prima o poi, disabili lo diventeremo tutti. Qui una battaglia culturale è indispensabile. Ne riparleremo..

Per saperne di più:

http://www.superabile.it/web/it/Home/


La Bce lancia l'allarme: nei prossimi mesi la disoccupazione aumenterà


La Banca centrale europea mette in guardia da possibili «ulteriori aumenti della disoccupazione nell`area dell`euro». Sui prossimi mesi «sono probabili», avverte l'istituzione monetaria nel suo ultimo bollettino mensile, «seppure a un ritmo minore rispetto a quello osservato e atteso nel 2009».
Dopo «una temporanea stabilità al volgere dell'anno, il tasso di disoccupazione nell'area dell'euro è salito in febbraio al 10 per cento, dal 9,9 in ognuno dei tre mesi precedenti, attestandosi al livello più elevato dall'agosto 1998 - si legge -. In prospettiva, gli indicatori delle indagini sono migliorati dai loro minimi, ma suggeriscono tuttora che ulteriori aumenti della disoccupazione nell`area dell`euro sono probabili nei prossimi mesi».
«I dati recenti hanno confermato che le condizioni nei mercati del lavoro dell'area dell'euro si sono deteriorate ulteriormente - prosegue la Bce - in quanto la dinamica dell'occupazione spesso risponde in ritardo alle oscillazioni del ciclo economico». Questo deterioramento è stato meno pronunciato rispetto ai trimestri precedenti, quando il calo degli occupati era stato nettamente più elevato«. Guardando ai vari settori di attività, l'industria si conferma il comparto che ha contribuito maggiormente al calo dell'occupazione aggregata nell'ultimo trimestre del 2009, in calo anche il lavoro nelle costruzioni, si legge, mentre nei servizi è complessivamente variata di poco. Tuttavia il dato generale del terziario contiene andamenti a volte molto differenziati tra le sue componenti. Ad esempio l'occupazione nel commercio e nei trasporti dell'area euro alla fine dell'anno »è diminuita di nuovo in misura consistente«.
In più, in un riquadro analitico sulle generali prospettive di ripresa dei vari settori dell'economia, guardati nella chiave dei precedenti storici, la Bce rileva che sono i servizi a rappresentare il fattore di debolezza alla base del recupero a rilento dell'Unione monetaria. »Mentre solo l'attività industriale ha finora segnato un recupero più rapido delle riprese precedenti e l'attività nel settore delle costruzioni ha continuato a contrarsi in una maniera relativamente simile alla ripresa successiva alla recessione del 1992-1993, la quasi stagnazione del valore aggiunto nel settore dei servizi - si legge - dimostra di essere la principale fonte di debolezza relativa dell'attuale incremento del Pil in una prospettiva storica«.


da L' Unità, 15 aprile 2010

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