
L' arrivo di un figlio disabile è una sorta di cartina al tornasole sulla capacità di resistenza di una famiglia: ne mette alla prova il mondo emotivo, le relazioni e la vita lavorativa. A proposito del comportamento del figlio, l' autrice scrive: " Nutriva un enorme "sete" di essere approvato, gradito, rassicurato. Così per far sentire la sua voce, il suo grido di disperazione, rifutava di essere un bravo bambino, Era la sua sfida.. alla scuola, alla famiglia, alla società per vedere se sarebbe stato approvato così per quello che era " ( p.40).
Il racconto si snoda attraverso le tappe di un lungo, doloroso calvario: i contrasti con il marito, le difficolta con la propria madre, le disavventure del lavoro. Il capitolo chiave è l’ultimo che non a caso s’intitola “Una luce in fondo al tunnel“. Dopo una serie di vicende drammatiche, Claudia arriva ad una nuova consapevolezza di sè e del suo ruolo nel mondo. Scopre la funzione della scrittura e accetta sino in fondo il carico di dolore che la vita gli ha riservato. Il libro si chiude su una tonalità di speranza, un sentimento consapevole e non consolatorio: “..senza neppure rendefrmi conto mi stupirò un giorno di pensare al fascino irresistibile ed inquietante di una scalata e lassù aggrappata ad una roccia mi sentirò persino fortunata, la prescelta colei che ha ricevuto l’onore… e l’emozione di avere un figlio speciale come il mio piccolo grande RAFFA“ ( p. 68).
Completano il volume una serie di intense poesie, in cui Claudia Amadei con un lirismo appassionato dà voce ai propri sentimenti, alla rabbia verso una società ingiusta, ad un profondo, radicato bisogno d'amore e alla disponiblità verso una nuova vita. Il suo itinerario in prosa e in versi dà vita ad un libro di grande sensibilità, che aiuta a capire meglio il nostro tempo inquieto.
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