" Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente, come perfettamente sono conosciuto. Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità" ( S. Paolo, 1° lettera ai Corinzi 13,1 )

venerdì 24 settembre 2010

Paura e desiderio a Garbatella combat zone

Sul nodo del rapporto tra letteratura e analisi sociale, vi sono state negli ultimi tre-quattro anni molte polemiche ( spesso velenose) e anche tante opere (per fortuna). Basti ricordare alla rinfusa romanzi e racconti di Aldo Nove, Michela Murgia, Giorgio Vasta, il collettivo Wu Ming e molti altri.
Libri di diverso valore, ma tutti segnati dall'urgenza di capire un presente insopportabile: la crisi morde anche l' immaginario degli intellettuali e non tutti si arrendono soddisfatti alle lusinghe della letteratura televisiva.
Tra i romanzi da ricordare, c'è sicuramente Il contagio di Walter Siti: un ritratto disperato e lucido delle nuove periferie romane, segnate da droga, criminalità e corpi dilaniati. Con impeto sociologico e furore etico pasoliniano Siti vi sosteneva una tesi radicale: a Roma, e forse nel mondo, i nuovi borghesi assumono i comportamenti - sessuali e criminali - delle borgate e il mondo popolare incorpora i peggiori stili di vita dei ceti arricchiti ( lusso volgare, cultura televisiva, droga, ecc.)
La lettura del primo romanzo di Massimiliano Smeriglio, dirigente politico e saggista interessato al destino delle metropoli, m' ha riportato alla mente la tesi del libro di Siti a cui Garbatella combat zone rende omaggio con una citazione indiretta, ma assai precisa.
Se l' ispirazione sociologica e l'ambientazione romana è la stessa, diversi sono i personaggi e i toni di questo libro. Diverso è innanzi tutto l' intreccio, meno corale e centrato sul protagonista.


Tra illegalità e destino precario


Valerio, trentenne precario, vive nel quartiere della Garbatela un 'esistenza inquieta e rischiosa. Nel suo mondo emotivo si intrecciano le memorie della resistenza, gli echi del movimento del 1977 e un presente chiuso a qualsiasi prospettiva. Diviso tra fantasmi del passato e una quotidianità, fatta di violenza e piccole illegalità, Valerio si troverà ben presto a intraprendere un percorso distruttivo che sembra predestinato. La malavita romana non è più quella folkloristica degli anni cinquanta o degli odierni sceneggiati televisivi. Nei meandri del narcotraffico, la sua vita si perderà sulle strade del Messico, alla ricerca di una redenzione impossibile.
Il libro ha molti elementi, che ne compongono la struttura. Il primo, il più semplice se si vuole, è quello di un thriller veloce, appassionante, immerso nella cronaca: è la parabola di un giovane ingenuo, precipitato in un giro criminale più grande di lui tra Italia, Stati Uniti e Messico.
Ma nel destino melanconico di Valerio c' è un secondo livello, più intenso e doloroso. Le vicende di un giovane popolano alla ricerca di un riscatto individuale si allargano al rapporto con la storia: l' impegno politico della sua famiglia nella Resistenza e poi nella sinistra del dopoguerra.
Qui emerge il tema della frattura generazionale: le speranze di cambiamento sociale sono cadute e non sembrano esserci altre vie per i giovani del quartiere, perduti tra la mancanza di lavoro e le violenze tribali di una città ormai nemica,


Le ombre dei morti


Unifica questi due livelli quella che chiamerei un' asprezza esistenziale, con forti risonanze politiche e morali. Provo a dirlo così. Lo scrittore si pone interrogativi antichi, ben noti ai teologi prima e ai filosofi dopo: il destino degli uomini, specie dei più poveri, è determinato per sempre dalle gerarchie sociali? Al sangue e alla violenza non c' è scampo? La costrizione sociale rende impossibile alle scelte di Valerio la " coerenza di una retta" ( p. 32) e lo imprigiona dentro un cerchio soffocante che ha come ultima tappa la morte. Lui sembra saperlo sin dall'inizio della storia, quando si addormenta mentre gli tengono compagnia" le ombre dei morti "( p.93).
Il romanzo non dà ovviamente risposte, inseguendo con apparente levità il proprio protagonista tra osterie, aeroporti e alberghi internazionali ( è la globalizzazione, quella del crimine). Ma è appunto una levità apparente: il filo profondo che lega le varie tappe della vicenda è un grumo struggente di dolore rabbioso. Il romanzo si chiude non a caso su un orizzonte di morte.
Gli incipit dei diversi capitoli scandiscono questi interrogativi con una serie di citazioni dei testi sacri, di inesorabile bellezza.Sono i nostri interrogativi, per chi non vuole rimuoverli. Al romanzo e al suo autore va dato il merito di avercelo ricordato, con bella tensione emotiva.


Massimiliano Smeriglio
Garbatella combat zone
Voland, 2010, p.189, £ 13,00

Per saperne di più

http://www.garbatellacombatzone.it/home

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