" Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente, come perfettamente sono conosciuto. Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità" ( S. Paolo, 1° lettera ai Corinzi 13,1 )

martedì 2 agosto 2011

Paradossi delle rivoluzioni fallite

" ..Una contessa, sorpresa nel proprio palazzo di Pietroburgo dalla Rivoluzione d'ottobre, allarmata dalle scariche di fucileria che s' odono nelle strade, chiede al maggiordomo chi stia facendo tanto frastuono:
- I rivoluzionari, contessa:
- E che cosa vogliono?
- Che non ci siano più i ricchi, contessa.
- Strani rivoluzionari, questi. I miei antenati decabristi volevano fare la rivoluzione perchè non ci fossero più i poveri".
La barzelletta, diffusa in Urss, è citata nel bel volume di Marco Revelli e Galliano Rovelli, La fiera dell' Est, Un imprenditore italiano nella Russia che cambia, Feltrinelli, 1993, p.137. Si tratta di uno dei primi libri sul crollo del comunismo in Urss: una diagnosi lucida, definitiva, e quindi tragica. Il volume nasce come cronaca di una viaggio nella Russia di Eltsin e prevede molti degli esiti autoritari degli anni successivi. Una sola citazione: ".. L' opera sistematica di un apparato statale che ha programmaticamente rivendicato per sé il monopolio della socialità, ponendosi come garante del carattere " sociale" di quel modello di vita, ha finito per prosciugare la società alle fonti. Per privarla di tutti quei requisiti originari che costituiscono la condizione perché una collettività possa autogovernarsi: possa cioè essere costruita collettivamente in modo consapevole. E in modo consapevole mutata" ( p. 162).
Revelli ricorda che, dopo il naufragio del piano, in Russia non " .. esiste né un ceto imprenditoriale, nè capitale accumulato disponibile all' investimento, ma non esiste neppure (se non in misura disperatamente minoritaria) cultura operaia dell' autogestione, capacità di costruzione di strutture autonome solidaristiche" ( p. 163).

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