Nella lunga, ambigua e complessa vicenda legata al rapporto tra cinema e disabilità il film di David Lynch The elephant man ( 1980) è una delle opere imprescindibili, e proprio per questo mai compresa sino in fondo. Il grido lancinante: "Io sono un essere umano" risuona ancora oggi con una radicale, struggente attualità.
Un blog sulla comunicazione sociale, intesa in un' accezione molta larga. Cinema, teatro, libri, notizie e tanto altro!
" Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente, come perfettamente sono conosciuto. Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità" ( S. Paolo, 1° lettera ai Corinzi 13,1 )
venerdì 23 marzo 2012
" IO SONO UN ESSERE UMANO "
Etichette: sociale, politica, cinema, cultura
Cinema
mercoledì 21 marzo 2012
A Roma il convegno su disabili psichici e integrazione lavorativa. Qualche riflessione
Il
convegno sull’
inserimento lavorativo dei disabili psichici, che si svolgerà a Roma il 27 marzo 2012 ( Sala Di Liegro, Provincia di Roma, ore 9,30 ), con la
partecipazione di forze sindacali come la CGIL, associazioni di genitori e
esponenti delle istituzioni, è importante per diversi motivi che vale la pena
sottolineare.
Vi
sono state in questi anni alcune esperienze
importanti a livello locale, ma si può dire con sicurezza che il problema dell’
avviamento al lavoro dei disabili psichici nel suo complesso è stato progressivamente rimosso dall’ opinione pubblica nazionale e
dalle forze politiche e sociali. Le ragioni sono molte e basterà qui accennarle.
Si
sono andate man mano affievolendo le
potenzialità riformatrici e civili
legate a alcune leggi fondamentali come
la riforma psichiatrica, L.
13 maggio 1978, n. 180,
voluta con grande determinazione da Franco Basaglia e quelle legate alla riforma sanitaria, a partire dalla l.833/78 .
Dopo
gli anni Novanta sono ricomparsi sempre
più nel tessuto sociale pregiudizi
oscuri e la tendenza ad una nuova ghettizzazione del “ diverso”. La sofferenza mentale è
tornata ad essere per molti sintomo di minaccia o addirittura agitata da quelle
forze politiche che fanno un ‘uso indiscriminato delle paure collettive.
A
questo si è aggiunto un’ altro problema, tutto oggettivo. La crisi dei modelli
industriali fondati sulla grande fabbrica, la diffusione del lavoro precario ed
informale ha fatto sì che le possibilità di sbocchi lavorativi per i disabili
psichici si riducessero a tre settori, con problematiche molto diverse e complesse: il settore pubblico (ministeri ed
enti decentrati), il terziario (supermercati, commercio, ecc.), il privato-
sociale.
Rispetto
a queste trasformazioni, si pone il
problema di una verifica della legge 68/ 99 e di una sua effettiva applicazione, in particolare rispetto ad un tema come il
funzionamento dei Centri per l’ impiego.
Il Convegno di Roma è in questo senso significativo perché si svolge
nella città con maggiore densità di amministrazioni centrali dello stato, che
hanno organici nazionali. Il pubblico impiego
sta subendo da anni poderosi processi di ristrutturazione. Ridefinire un
quadro d’ insieme delle vacanze organiche
degli apparati pubblici è una priorità fondamentale, in rapporto alle richieste
di avviamento al lavoro per i disabili psichici. Specie in un’ epoca di crescente scarsità di lavoro.
Ma
c’ è un’ altra priorità. I convegni sono
preziosi, ma rischiano di rimanere senza conseguenze se non si realizza una
presa di coscienza e una mobilitazione di altre componenti decisive della
società: gli intellettuali e il mondo della comunicazione, che devono
trasmettere un’ immagine meno piagnona e sentimentale della disabilità.
A tutto questo andrà aggiunta
quindi una riflessione più
vasta
su se e come il tema lavoro e
disabilità sia oggetto di interessi informativi ed editoriali.
L'impressione è che a fronte della sua grande importanza sia invece
estremamente sottostimato nel panorama informativo ed editoriale
sia del mondo della disabilità, sia esterno a questa.
Sono pochissimi i libri ed articoli
che vengono prodotti, tutti o quasi di
taglio essenzialmente tecnico o
normativo e manca quasi totalmente una pubblicistica in materia. Basta
dare un occhio alle principali riviste cartacee o anche ai siti che vanno per la maggiore per rendersi conto
che di lavoro si scrive molto meno che di turismo, di sport, di barriere e trasporti,
di scuola, di tecnologie per l'autonomia.
Un’ annotazione del genere era scritta nel n.50/199 della rivista
Rassegna stampa handicap, curata dall' AIAS
di Bologna: sono passati più di vent'anni e tutto è rimasto, su
questo aspetto specifico, apparentemente inalterato.
Umberto Brancia
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Politiche sociali,
Sociale
Nel carcere della Dozza nasce una biblioteca universitaria

Tra gli ultimi progetti, va ricordato quello del carcere di Bologna in cui nasce una biblioteca universitaria in piena regola. E
così per i detenuti iscritti all’università d’ora in poi sarà più facile preparare
gli esami. L’iniziativa è dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti
contabili di Bologna che, grazie all’aiuto dei volontari di Ausilio per la cultura, ha già riempito gli scaffali
della biblioteca con 41 volumi. Testi utili per preparare gli esami di
Giurisprudenza, Scienze politiche, Lettere
e Agraria.
“Ma ce ne vorranno più di 100 per completarla”, spiegano
dall’Ordine, “se si considera che i corsi universitari ai quali possono
accedere i detenuti (ossia quelli che
non hanno l’esame d’ingresso e che non prevedono l’obbligo di frequenza) sono
una decina”. L’Ordine sta anche studiando
la possibilità di coinvolgere docenti universitari per organizzare delle
lezioni dentro il carcere una o due volte al mese.
Con quella universitaria salgono a nove le biblioteche presenti all’interno della casa circondariale: a rifornirle sono i volontari di Ausilio per la cultura, quelli di Avoc e dell’Istituto Poggeschi, che già aiutano i detenuti a preparare gli esami universitari. “Le domande sono tantissime”, spiega Laura Luchetta, coordinatrice del gruppo che ha creato il contatto tra i commercialisti e la direzione del carcere, “ogni mese facciamo entrare circa 200 libri”.
La nascita della biblioteca universitaria, spiega Gianfranco Tomassoli, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Bologna, “è frutto di un accordo siglato tra la direzione della casa circondariale e l’Ordine, lo scorso novembre. Mi rendo conto che i problemi dei detenuti sono tanti e tutti molto seri. Ma anche l’aspetto culturale ha una sua importanza. L’impegno allo studio e alla lettura, durante il periodo di detenzione, costituiscono un momento importante per il recupero dei detenuti oltre che attività che aiutano gli individui a trascorrere meglio le giornate. Mi auguro che con questo piccolo contributo si riesca in quale modo a migliorare la loro qualità della vita”.
Con quella universitaria salgono a nove le biblioteche presenti all’interno della casa circondariale: a rifornirle sono i volontari di Ausilio per la cultura, quelli di Avoc e dell’Istituto Poggeschi, che già aiutano i detenuti a preparare gli esami universitari. “Le domande sono tantissime”, spiega Laura Luchetta, coordinatrice del gruppo che ha creato il contatto tra i commercialisti e la direzione del carcere, “ogni mese facciamo entrare circa 200 libri”.
La nascita della biblioteca universitaria, spiega Gianfranco Tomassoli, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Bologna, “è frutto di un accordo siglato tra la direzione della casa circondariale e l’Ordine, lo scorso novembre. Mi rendo conto che i problemi dei detenuti sono tanti e tutti molto seri. Ma anche l’aspetto culturale ha una sua importanza. L’impegno allo studio e alla lettura, durante il periodo di detenzione, costituiscono un momento importante per il recupero dei detenuti oltre che attività che aiutano gli individui a trascorrere meglio le giornate. Mi auguro che con questo piccolo contributo si riesca in quale modo a migliorare la loro qualità della vita”.
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Documentazione sociale
venerdì 16 marzo 2012
La microeditoria autoprodotta in mostra a Bologna
L’ avvento delle nuove
tecnologie nell’editoria ha aperto ormai da vari anni un dibattito tumultuoso
non solo su riviste specializzate, ma anche sulle pagine culturali dei grandi
giornali. L’ editoria digitale mette a disposizione di una platea vastissima di
potenziali autori “in proprio” la possibilità di pubblicare. A parere di molti, rischia così di saltare la mediazione culturale dell’
editore.
Le conseguenze produttive, sociali e culturali dell'editoria " fai da tè" sono facilmente
immaginabili. Ne hanno discusso di recente su Stefano Mauri, presidente del Gruppo
editoriale Mauri Spagnol e presidente di Edigita e il saggista Raffaele Simone.
L' editoria autoprodotta tocca da vicino anche il mondo del sociale e della disabilità perchè in molte realtà di volontariato e di associazionismo diviene uno strumento prezioso per fare informazione e diffondere esperienze e progetti dal basso.
A Bologna dal 20 al
24 marzo si svolge la Prima
Edizione di FRUIT, rassegna di
microeditoria autoprodotta all'interno
della splendida cornice degli spazi di Vicolo Bolognetti, con l' esposizione di oggetti editoriali innovativi, un tour guidato tra piccole
case editrici, laboratori per bambini e adulti.
Un ricco programma prevede
incontri ed eventi collaterali che toccano sia realtà italiane che internazionali. Una particolare attenzione verrà dedicata nella rassegna al mondo dell' illustrazione.
A Bologna la Fiera del libro per ragazzi (19- 22 marzo 2012)
Da quando è nata come specifico spazio letterario con una propria autonomia, la letteratura per i ragazzi è sempre stata uno strumento importante per analizzare le dinamiche profonde della disabilità.
Nei romanzi, nelle raccolte dei grandi autori di favole sono state creati i
contenuti dell’ immaginario collettivo, gli stereotipi più comuni e le verità
più profonde, che hanno accompagnato le difficoltà dell’ integrazione nel mondo contemporaneo.
Una manifestazione
come la Fiera del libro per ragazzi - Children's Book Fair ( Bologna, 19 - 22 marzo 2012)
permette di verificare attraverso le nuove collane e gli autori più giovani lo stato
attuale di questo rapporto tra
letteratura e disabilità.
Riconosciuta in tutto
il mondo come l'evento da non perdere per tutti coloro che si occupano di
contenuti culturali per ragazzi, alla Fiera del Libro sono ammessi unicamente
gli operatori del settore: editori, autori, illustratori, traduttori, agenti
letterari, stampatori,
distributori, librai, bibliotecari, insegnanti, fornitori di servizi
editoriali.
Gli operatori del
mercato globale del copyright possono
trovare in questa Fiera l’ ambito ideale in cui sviluppare al meglio le proprie
attività quali vendere e acquistare
copyright, scegliere i migliori contenuti dell'offerta editoriale e
multimediale globale per ragazzi, sviluppare nuovi contatti e consolidare
rapporti
professionali,
scoprire nuove opportunità commerciali e
confrontarsi con le nuove tendenze del settore.
Sul rapporto
letteratura- disabilità
Francesca Lazzarato, una delle maggiori studiose italiane di letteratura per ragazzi, ha
scritto un saggio di grande interesse
sulle immagini dell’ handicap nella letteratura moderna : qui
Risorse informative e bibliografiche su questi due siti:
http://www.asl1.to.it/informa/CeDoc/pagineinterne/dossier_cult.htmlgiovedì 15 marzo 2012
A proposito di cinema e psicoanalisi
Una clip da A Dangerous Method di David Cronenberg con Keira Knightley, Viggo
Mortensen, Michael Fassbender e Vincent Cassel, in Concorso all' ultimo festival
di Venezia
Il sindaco di Bologna Merola sugli sviluppi del sistema bibliotecario a Bologna.
Virginio Merola, sindaco di Bologna,
approfondisce in questa intervista lo stato delle biblioteche italiane,
analizzando in profondità quello delle due biblioteche centrali, Archiginnasio
e Sala Borsa, che insieme alle undici biblioteche presenti nei quartieri e ai
due enti culturali specializzati permettono a Bologna di essere un polo
all’avanguardia sotto il profilo bibliotecario nel paese. La realizzazione di biblioteche aperte al
territorio, inclusive e multiculturali, è uno strumento importante anche per la
piena integrazione della disabilità. Occorre realizzare l’ “.. armonizzazione
della loro presenza con i tempi di vita, le aspettative e i nuovi bisogni”.
Il 9 marzo 2012, a Genova, l’Associazionenazionale comuni d’Italia, con
l’Associazione italiana biblioteche, ha organizzato su questi temi un convegno che ha analizzato il sistema e il
ruolo delle biblioteche in Italia.
D. Sindaco parliamo del sistema delle biblioteche di Bologna.
D. Sindaco parliamo del sistema delle biblioteche di Bologna.
R.
“Il sistema delle biblioteche costituisce la più ampia e diffusa rete di
istituti culturali del comune di Bologna. Costituito da due biblioteche
centrali, Archiginnasio e Sala Borsa, undici biblioteche nei quartieri e due
enti culturali specializzati. Si tratta dunque di un insieme di realtà diverse
per caratteristiche e complessità, sia sotto il profilo della attività che
sotto quello organizzativo e gestionale il quale, oltre a garantire il normale
funzionamento dei servizi bibliotecari, sostiene attività di divulgazione della
lettura, realizza iniziative culturali e promuove la collaborazione con
associazioni ed altri organismi, nazionali e internazionali, ospita tirocini
formativi, e si apre all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Il
consiglio di amministrazione dell’istituzione biblioteche appena insidiato,
d’accordo con la Giunta e i presidenti dei quartieri, ha ritenuto però
essenziale tentare un ripensamento profondo del ruolo delle biblioteche della
città, e ha avviato una riflessione su ciò che le trasformazioni sociali,
culturali e tecnologiche impongono a tutto il sistema, e quindi la
armonizzazione della loro presenza con i tempi di vita, le aspettative e i
nuovi bisogni, la presenza di turisti, studenti e city users”.
D. Quali sono i
prossimi obiettivi?
“Sotto il profilo più concreto, uno dei
primi obiettivi che si intende perseguire è quello di razionalizzare
l’organizzazione del sistema, fino a farne un insieme coordinato e funzionale,
seguendo l’idea che a Bologna (come in alcune tra le più significative
esperienze straniere) esistano le condizioni e le potenzialità per realizzare,
nei fatti, una vera e propria multipurpose library diffusa sul territorio e
articolata in sezioni di informazione generale, per ragazzi, di conservazione e
ricerca, speciali. A questo fine occorre rafforzare il “centro” di governo del
sistema, armonizzare la struttura organizzativa e funzionale delle diverse
entità, migliorare il coordinamento delle singole biblioteche tra loro e
valorizzarne la diversa identità e il diverso ruolo. La razionalizzazione del
sistema delle biblioteche consentirà di avviare in modo più concreto e
costruttivo una profonda revisione anche del complesso delle relazioni tra il
“sistema delle biblioteche” e gli altri soggetti operanti nel medesimo ambito
presenti sul territorio metropolitano, e in particolare le altre realtà che
contribuiscono all’offerta di servizi bibliotecari, l’Università innanzitutto,
i soggetti che, direttamente, attraverso il loro contributo personale, o
indirettamente, attraverso finanziamenti e sponsorizzazioni, contribuiscono al
pieno funzionamento dell’Istituzione biblioteche, e infine il mondo delle
imprese, dalle case editrici alle librerie”.
R. “Seguendo il modello di un sistema
policentrico fortemente coordinato, l’Istituzione biblioteche sta iniziando a
dare visibilità ad una propria politica culturale, attraverso una serie di
eventi che celebrano personalità rilevanti del mondo della cultura. Così nel
2012 daranno spazio ad eventi dedicati a Charles Dickens, Giovanni Pascoli e
Giulio Einaudi, con manifestazioni realizzate attraverso uno sforzo corale
delle biblioteche assieme alle altre istituzioni e ai soggetti privati.
Parallelamente si ritiene strategico lo sviluppo delle risorse digitali. In
questo senso l’offerta di Media Library On Line, una piattaforma di contenuti
digitali gratuiti per tutti gli utenti delle biblioteche, che conta 5.000
e-book; 1800 quotidiani, 1000 audiolibri, oltre a musica, video e film, banche
dati e risorse per l’e-learning, ha rappresentato una prima importante
iniziativa già realizzata in questi mesi, capace di sollevare grande attenzione
e un successo misurabile in ragione delle moltissime adesioni registrate in
pochi giorni. Ma non basta”.
D. Cosa vi proponete
ancora?
R. “L’istituzione biblioteche intende
promuovere l’adesione del nostro sistema cittadino a reti virtuali di risorse
bibliotecarie, incentivare la presenza delle nostre collezioni su depositi
internazionali di risorse digitali e accelerare la digitalizzazione del
patrimonio locale (registriamo, a questo proposito, un importantissimo accordo
raggiunto con l’Università di Stanford). Infine, sotto questo profilo, si
ritiene che l’offerta di accesso gratuito ad internet in modalità Wi-Fi in
banda larga esteso a tutte le biblioteche del sistema rappresenti un obiettivo
strutturale non rinunciabile. Detto tutto questo, sullo sfondo rimane
l’ambizione di saper cogliere la trasformazione che si chiede oggi alle biblioteche
pubbliche, e cioè quella di farsi luoghi capaci non solo di far incontrare i
libri e le persone, ma anche le persone tra loro, accogliendo e facendo
incrociare gli interessi e i bisogni, le aspirazioni e le domande di coloro che
altrimenti resterebbero senza uno spazio di socializzazione e scambio. Una
sfida che Bologna è pronta ad accettare”.
(newsletter ANCI)
La V edizione della rassegna " Cinema e psicoanalisi" a Rimini
Il rapporto tra psicoanalisi e cinema è uno dei più complessi ed
interessanti nella storia della cultura del Novecento. Basti citare due
film fondamentali come Notorious
(1946) di Alfred Hitchcock sino a Freud, passioni
segrete (1962) di John Huston, alla cui sceneggiatura collaborò anche Sartre. Per non parlare dell’ ultimo film di David
Cronemberg A Dangerous Method, che racconta il
contrastato rapporto tra Jung e Sabrina Spielrein, agli albori del Novecento.
Su questo tema è aperta a
Rimini l’ 8 marzo e durerà sino al 30 di questo mese la V edizione
della rassegna di Cinema e Psicoanalisi
intitolata L'Adolescente, presso il cinema Tiberio in Viale Tiberio 59,
organizzata dall'associazione Itaca ed inserita all'interno del progetto Calipso dedicato
alle problematiche dell'adolescenza.
Ha inaugurato la
rassegna l'assessore al Welfare e vicesindaco di Rimini Gloria Lisi e , dopo la proiezione del
film Scialla!, ha commentato il film Paola Carbone,
docente di psicologia dinamica
presso l'universita' di Roma, presidente dell'Associazione romana di psicoterapia
psicoanalitica dell'adolescenza (ARPAd), psicoanalista SPI e socio onorario Itaca.
Tra i
film che verranno proiettati ci saranno anche Restless. L' amore che resta (2011) di Gus Van Sant, This is England (2006) di Shane Meadows e Tomboy (2011) di Celine Sciamma.
PER APPROFONDIRE
Un sito dedicato
la scheda di Wikipedia
un volume in materia
cinema e psicoanalisi: video e
bibliografia
martedì 13 marzo 2012
Handicap e sessualità: stiamo perdendo memoria del passato?
Sul blog del Corriere della sera si parla di handicap e sessualità con il
racconto di una madre. Sembra che 38 anni siano passati invano...da quando Camillo Valgimigli, proprio
dalle pagine del Corsera, scrisse per
la prima volta di questo argomento...o forse per la seconda (ne aveva già parlato Rosanna Benzi sulla sua rivista Gli Altri). Un
paio di anni dopo il CEMP a Milano organizzò il primo convegno e Feltrinelli ne pubblicò gli
atti.
Il tema è complesso e carico di ambiguità, come lo è la disabilità, ma un po' è anche responsabilità di chi fa informazione nell'ambito della disabilità di far restare sempre il tema all'anno zero, trattandolo come "novità" ad ogni nuova iniziativa editoriale e riproponendo sempre le stesse cose ..le madri, le prostitute, le assistenti sessuali...che parrebbero, appunto, l'ABC del tema, l'argomento della lezione n.1.
In Italia si sono scritte decine di libri, centinaia di articoli.Fatte centinaia di conferenze e convegni. Centinaia anche le attività di formazione. Avviati innumerevoli progetti. Persone disabili, anche con deficiti gravi, anche intellettivi, si amano, fanno figli, si sposano, divorziano. Carla, 25 anni ha anche la sindrome di down, dopo la sudata laurea in biologia ha raggiunto il suo fidanzato a Parigi e ha trovato lavoro li.
Il tema è complesso e carico di ambiguità, come lo è la disabilità, ma un po' è anche responsabilità di chi fa informazione nell'ambito della disabilità di far restare sempre il tema all'anno zero, trattandolo come "novità" ad ogni nuova iniziativa editoriale e riproponendo sempre le stesse cose ..le madri, le prostitute, le assistenti sessuali...che parrebbero, appunto, l'ABC del tema, l'argomento della lezione n.1.
In Italia si sono scritte decine di libri, centinaia di articoli.Fatte centinaia di conferenze e convegni. Centinaia anche le attività di formazione. Avviati innumerevoli progetti. Persone disabili, anche con deficiti gravi, anche intellettivi, si amano, fanno figli, si sposano, divorziano. Carla, 25 anni ha anche la sindrome di down, dopo la sudata laurea in biologia ha raggiunto il suo fidanzato a Parigi e ha trovato lavoro li.
Non ha fatto un comunicato stampa né
vuole scriverne un libro né raccontarlo a Mara Venier di pomeriggio in TV. Vive la sua vita. Non siamo all'anno zero ed è fondamentale ricordarselo per non tornare, come
nel Monopoli, sempre al VIA... per sole 20mila lire.
Per sapere cosa si è fatto, consultare questo piccolo e modesto archivio
sul sito dell'AIAS di Bologna.
Andrea Pancaldi
Andrea Pancaldi
lunedì 12 marzo 2012
La scatenata vitalità di un diavolo custode
Non
si ripeterà mai abbastanza un concetto
banale, ma che aiuta ad erodere lo schema culturale di un certo pensiero
progressista piuttosto ipocrita. A proposito dei disabili, non è vero che
vogliamo per loro l'accettazione e l'integrazione, non è vero, come sosteniamo
spesso di pensare, che li consideriamo " una risorsa per la società
". In realtà, nel nostro intimo, la ferita inferta al corpo o alla psiche
di un altro essere umano ci mette in imbarazzo, ci chiama a delle responsabilità che spaventano: sentiamo minacciati
i nostri fragili equilibri. Come del resto, non è vero che i disabili siano buoni: la
malattia spesso avvelena il carattere,
rendendoci perfidi.
Una
premessa necessaria per parlare di un film, che
ha avuto un enorme successo grazie alla capacità di rompere tutte le
convenzioni del politicamente corretto rispetto ai disabili: "Quasi
amici" di Eric Toledano e Olivier Nakache affronta il problema dell'
handicap grave, adoperando uno schema classico nella storia della commedia: la
contrapposizione tra due personaggi opposti per carattere, cultura e condizione
sociale. Qui la novità è che uno dei due è un tetraplegico completamente
paralizzato dopo un incidente avvenuto
durante una pericolosa prova di parapendio.
La nascita di un' amicizia duratura
Philippe, un aristocratico parigino molto ricco, decide di assumere come infermiere e accompagnatore un giovane africano della banlieue, che lo attira immediamente per il suo comportamento sboccato e fuori dalle regole sociali. Driss ( è il suo nome) ha tutti quelli che per il suo nuovo padrone dovrebbero essere dei difetti: è incolto, sboccato, rumoso, non ama la musica classica, ma gli ultimi prodotti della musica popolare più fracassona. Philippe non può più amare le donne, mentre Driss non riesce ad avvicinarne una senza saltargli adosso.
Paradossalmente
( ma non troppo) da questi contrasti
nasce lentamente, tra equivoci, discussioni e scene esilaranti, un' amicizia profonda e commovente. Il film, oltre ad un ' enorme successo, ha suscitato
anche molte discussioni. La
demitizzazione della condizione dell' handicappato, le prese in giro rivolte dal protagonista allo
stupito tetraplegico sono apparse offensive.
La
chiave per giudicare sta in una frase
che Philippe dice, a metà del film, ad un amico che lo mette in guardia da un’individuo poco raccomandabile. Riassumo a memoria: "Driss è
offensivo, magari violento, ma non mi compatisce, è vivo."
Il
protagonista sente in realtà che il suo interlocutore gli sta regalando
qualcosa di importante: un frammento di
quelle sensazioni vitali e autentiche che pensava di aver perso per sempre.
I
due registi non risparmiano nessuna delle situazioni tipiche della commedia cinematografica: gli
inseguimenti della polizia dopo una corsa nella notte in macchina; il volo in
parapendio di un Driss terrorizzato, le prostitute, ecc. Ma
la furiosa vitalità del protagonista, interpretato da uno scatenato Omar
Sy, ha il sopravvento sulle convenzioni narrative. Alla fine, il film si rivela, per quello che realmente è
: un ' inno ragionevole e umano al
rispetto reciproco e all' amore tra gli uomini, raccontatto senza retorica e
pesantezze idelogiche.
C'
è infine un altro elemento che dà spessore al film. L' amicizia tra il raffinato intellettuale francese
e il vitale ed aggressivo africano è un'
evidente metafora dei rapporti difficili tra il Nord e il Sud del mondo. Tratto
da storia vera, uscita in Italia con il titolo Il diavolo custode (
Ponte alle Grazie, 2012 ), è un invito ad una speranza di dialogo tra culture diverse, svolto con allegra
furbizia. Buona visione.
( in uscita sul mensile Confronti)
( in uscita sul mensile Confronti)
venerdì 9 marzo 2012
Lavoro e disabili psichici: un importante convegno a Roma
L' iniziativa della CGIL, dellla CGIL Funzione Pubblica e del Comitato Genitori Giovani Disabili Psichici, organizzata a Roma il 27 marzo, si segnala come un' appuntamento molto importante per chi si occupa dei problemi del disagio, per le famiglie e gli operatori del settore. Troppi silenzi e pregiudizi si sono accumulati in questi anni verso i disabili psichici e il lavoro resta uno strumento fondamentale per l' uscita dalla solitudine e una piena integrazione sociale, sopratutto in tempi di crisi economica che rischiano di pesare sui soggetti più fragili.
Ecco l'annuncio della manifestazione:

Ecco l'annuncio della manifestazione:

CONVEGNO
LAVORO
E DISABILITA' PSICHICA
27
marzo 2012 – ore 9.30 – 13.30
Sala
Di Liegro – Palazzo Valentini – Roma
VINCERE
IL PREGIUDIZIO
DIRITTO
AL LAVORO PER I DISABILI PSICHICI
|
Partecipa
Nicola
Zingaretti (Presidente
Provincia di Roma)
Apre i lavori e coordina
Nina Daita
(Responsabile
Nazionale Ufficio Politiche per le Disabilità CGIL)
Introduce
Mercato
del lavoro e applicazione della legge 68/99
Fabrizio
Fratini
(Segretario
FP CGIL - Welfare e Mercato del Lavoro)
Relazioni
Il
quadro normativo: dalla legge 68/99 all'intesa Stato Regioni del 2006
Maria
Barilà
(Dir.
Gen. del U.O.R.C.C. del Dipartimento Funzione Pubblica della P.C.M.)
L'informazione
sul rapporto tra lavoro e disabilità psichica
Franco
Deriu
(Ricercatore
Isfol)
La
condizione dei disabili psichici: l'inserimento al lavoro e lo
strumento del tirocinio “mirato”
Virginio
Massimo (Comitato
genitori giovani disabili psichici)
Interventi
Tina
Balì (Segretaria
CGIL Roma e Lazio)
Dino
Barlaam
(Direttore Agenzia per la Vita Indipendente)
Augusto
Battaglia
(Comunità
Capodarco)
Gianpaolo
Celani (Presidente
AIPD – Sezione di Roma)
Francesco
Costanzo (Dir.
servizio I Politiche del lavoro e servizio per l'impiego Dip. III
Prov. di Roma)
Tonino
D'Annibale (Vice
Pres. Comm. Politiche Sociali Regione Lazio)
Fausto
Giancaterina (Resp.
Inclusione lavorativa Opera don Calabria - Roma)
Laura
Imbimbo
(Vice Presidente F.A.N.T.A.SI.A)
Maria
Odoni (Coord.
Area disabilità Form. Professionale Comune di Roma)
Massimiliano
Smeriglio
(Ass.
Lavoro e Formazione Prov. di Roma)
Roberto
Speziale
(Presidente Nazionale ANFFAS)
Enrico
Troiani (Presidente
F.A.N.D. Roma)
Conclude
Rossana
Dettori
(Segretario
Generale FP CGIL)
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Documentazione sociale
Troppo spesso per i disabili l' inferno è qui
C’
è da dire subito che il libro di Massimo Fioranelli (Il decimo
cerchio. Appunti per una storia della disabilità, presentazione
di G. Cosmacini, Laterza, 2011, 16.00 euro) è una felice
sorpresa nel dibattito culturale sui mille risvolti della
disabilità. Un dibattito che negli ultimi quindici anni è stato
troppo spesso rinchiuso nelle sedi specialistiche (operatori,
associazioni, ecc.). La
società dello spettacolo, in mezzo ad alcuni meriti indubbi come
quello di diffondere la conoscenza a milioni di persone, ha avuto
verso il tema della condizione disabile una mancanza grave: ha usato
troppo spesso l’ handicap come strumento di commozione
superficiale, di stupore momentaneo.
Sono
scomparsi dalla visibilità pubblica i temi dei diritti
non acquisiti e delle promesse mancate, che le associazioni e le
famiglie avevano portato avanti nel ventennio 1970 – 1990. La
riflessione culturale sulla percezione sociale della disabilità, sui
pregiudizi mentali che ne impediscono una visione autenticamente umana
si è andata attenuando in troppi ambienti.
Fioranelli
ci riporta sin dal titolo dentro le radici culturali, sociali e
psicologiche che ostacolano un mutamento dei pregiudizi collettivi.
Nella Divina Commedia Dante aveva narrato tutti e nove i
cerchi dell'Inferno ma non aveva collocato da nessuna parte i
disabili, che venivano considerati non conformi all’immagine di
Dio, e quindi portatori del peccato massimo. Per l’ autore il
decimo cerchio, l’ inferno per i disabili non è nell ' al di là,
ma è qui, sulla terra.
Fioranelli
parte dall’antichità e attraverso il Medioevo e il Rinascimento
ricostruisce una storia di orrori e un lentissimo cammino di
consapevolezza. Stabilità un' ipotetica norma del corpo e dello
spirito, nel corso dei secoli la società ha teso a combattere
chiunque non si conformasse a questa norma.
Come dimostra questo racconto attraverso episodi significativi e dimenticati, combattere ha significato non solo la reclusione, ma più semplicemente la segregazione e lo sterminio: non solo per i mendicanti del medioevo o dell’ottocento, ma per i disabili psichici della civile Europa del novecento, abbandonati nelle strade delle metropoli o uccisi nei campi di concentramento.
Come dimostra questo racconto attraverso episodi significativi e dimenticati, combattere ha significato non solo la reclusione, ma più semplicemente la segregazione e lo sterminio: non solo per i mendicanti del medioevo o dell’ottocento, ma per i disabili psichici della civile Europa del novecento, abbandonati nelle strade delle metropoli o uccisi nei campi di concentramento.
Il volume spiega con finezza i progressi compiuti nella percezione collettiva dei
disabili con l’ avvento della medicina moderna e delle concezioni
del progresso post- illumistiche. Ma il suo libro, affrontando l' età
contemporanea, è percorso da un' inquietudine terribile. Le
antiche ed irrazionali paure dell’uomo verso chi è diverso,
“alieno” rispetto alla cosiddetta normalità, possono riemergere
in un contesto segnato da gravi difficoltà economiche.
“.. Se il sistema va in crisi, i vecchi nodi tornano al pettine: ecco riaffacciarsi lo spettro dell’inutilità, del peso in più da sostenere, dello spreco di risorse sottratte al normale e date a chi nemmeno può capirle” ( p. 121). Potrebbe ritornare la tentazione di dividere gli esseri umani tra “utili” e “ inutili” ( e qualche tentazione ogni tanto già riappare, con la giustificazione dei costi sociali eccessivi!)
“.. Se il sistema va in crisi, i vecchi nodi tornano al pettine: ecco riaffacciarsi lo spettro dell’inutilità, del peso in più da sostenere, dello spreco di risorse sottratte al normale e date a chi nemmeno può capirle” ( p. 121). Potrebbe ritornare la tentazione di dividere gli esseri umani tra “utili” e “ inutili” ( e qualche tentazione ogni tanto già riappare, con la giustificazione dei costi sociali eccessivi!)
L’
autore evoca con rigore scientifico e fervore morale questa
preoccupazione, ricordandoci come un eventuale ritorno indietro “
sulla strada dei diritti” ( p. 121) sarebbe grave non solo per i disabili, ma
per tutta la società.
Umberto Brancia
giovedì 8 marzo 2012
La storia spietata di un amore adulto
Sono rari i
libri sull’handicap che non riescano a commuovere già ad una prima
lettura. Il volume di Massimiliano Verga ( Zigulì.
La mia vita dolceamara con un figlio disabile, Mondadori,
2012,
euro.
16,
50, p.186) è uno di questi e vale la
pena spiegare il perché. Il racconto di vita sulla disabilità è
un genere letterario molto diffuso negli ultimi anni e ha quasi
sempre lo scopo di catturare l’ emozione del lettore, di suscitarne
la partecipazione al dolore altrui.
Padre di un
bambino di otto anni con un grave handicap cerebrale, questo
docente universitario descrive la sua drammatica esperienza
senza le consuete notazioni sentimentali. Il racconto è organizzato in
brevi frammenti epigrammatici di poche decine di righe che evocano in gran parte episodi della vita di Moreno, un bimbo di otto anni con un cervello
grande come una Zigulì (una celebre caramella degli anni sessanta).
Con
apparente freddezza e doloroso sarcasmo, Virga racconta i momenti più
intimi (i pasti, il bagno) e quelli pubblici. Ne trasmette le
sensazioni attraverso odori e sapori spesso sgradevoli. Man mano che
si procede nella lettura si riesce a penetrare il muro di feroce
ironia e la corazza di dolore, dietro cui Virga tiene ben viva la sua
riserva d’ amore per il figlio con cui deve comunicare per gesti
simbolici, indiretti.
In un
frammento brevissimo, intitolato “ quando ridi..”, Verga scrive:
…non me ne fotte letteralmente un cazzo di quello che mi succede
intorno” ( p. 172). Questo amore irato e severo esprime meglio di
un mediocre sentimentalismo la condizione estrema di un disabile
grave e della famiglia che lo circonda.
Questi sentimenti hanno molti nomi: ansia, rabbia, angoscia. Ma sicuramente non la pietà, almeno nel senso generico dato a questo termine. “Amo Moreno. Anche se è handicappato. Non sempre ne sono convinto. Ma fatti due conti non riesco davvero a pensare alla mia vita senza di lui. Nonostante tutto. Però ho perso, non so dove, l' amore per me stesso..Sento il bisogno di avere più spazio e più tempo. Per me. Io e il sottoscritto da soli” (p. 110).
Questi sentimenti hanno molti nomi: ansia, rabbia, angoscia. Ma sicuramente non la pietà, almeno nel senso generico dato a questo termine. “Amo Moreno. Anche se è handicappato. Non sempre ne sono convinto. Ma fatti due conti non riesco davvero a pensare alla mia vita senza di lui. Nonostante tutto. Però ho perso, non so dove, l' amore per me stesso..Sento il bisogno di avere più spazio e più tempo. Per me. Io e il sottoscritto da soli” (p. 110).
Il racconto
di Virga è un incitamento ad andare oltre la retorica dei buoni
sentimenti, guardando ad una verità che non riusciamo a confessare a noi stessi: la disabilità spaventa o suscita repulsione. L’
autore, raccontando le proprie angosce di padre ci regala la
testimonianza di un amore adulto e responsabile verso il proprio
figlio.“ .. Non posso nascondere che lui mi ha insegnato a
mettere i piedi dove cammino” (p.185).
Umberto Brancia (in uscita sul periodico Vivere insieme)
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Libri
mercoledì 7 marzo 2012
8 marzo 2012: iniziative, discussioni e niente retorica

Anche in
occasione dell’ 8 marzo 2012
è fitto in tutto il paese il calendario
di iniziative con uno spessore culturale rilevante. Nel dibattito sulla condizione femminile vi è stata una grande quantità di concezioni teoriche, di temi affrontati e di ricerche, in particolare sul rapporto tra donne e disabilità. Una sintesi esauriente di queste risorse documentarie si può trovare qui.
Tra le iniziative dell' 8 marzo in Italia, citiamo in particolare quella della Regione Emilia Romagna. L’adolescenza e la costruzione
dell’identità femminile sono le tematiche scelte quest’anno per celebrare la
giornata delle donne e che saranno approfondite in occasione del seminario Specchio delle mie brame, l’evento in
programma proprio giovedì 8 marzo alle 10 a Bologna, nella Cappella Farnese di
Palazzo d’Accursio (piazza Maggiore). Qui
il programma integrale dell’ iniziativa.
(
a.p.)
venerdì 2 marzo 2012
Lettera aperta dei genitori giovani disabili psichici su legge 68/99 e inserimento lavorativo
Il 27 marzo dalle ore 9,30 alle ore 13,30
presso la sala Di Liegro di palazzo Valentini, sede della Provincia di
Roma, via IV novembre 119/a, si terrà un convegno con interventi di
personalità del mondo del lavoro e della disabilità, per discutere sulle
difficoltà di inserimento lavorativo dei disabili psichici.
Il mondo della disabilità è pienamente consapevole dell’importanza della legge 68/99 che costituisce un punto di riferimento fondamentale per l’inserimento lavorativo dei disabili. La legge, dalla sua entrata in vigore, ha però trovato attuazione solo in misura assai limitata:molte aziende private e anche tanti Enti Pubblici, hanno, di fatto, ignorato la normativa che prevede la quota del 7% d’assunzioni obbligatorie di lavoratori disabili.
In questa situazione, già così difficile, si sono aggiunti interventi tesi a ridimensionare la portata della 68/99 o addirittura a tentare di cancellarla; ricordiamo che solo la mobilitazione e l’impegno delle associazioni delle persone disabili, del sindacato e di tanti cittadini è riuscita ad ottenere il ripristino della quota garantita del 7% che era stata di fatto annullata dal comma 7 dell’art. 5 della legge 126 del 2010.
L’ATTACCO ALLA LEGGE 68/99
Nell’anno trascorso, il precedente governo si è particolarmente impegnato a contrastare la piena attuazione della legge 68/99 con provvedimenti che giudichiamo di particolare gravità e che denunciamo con forza:
- l’esonero dall’obbligo di presentare annualmente la situazione occupazionale delle persone disabili per le aziende che partecipano a gare per appalti pubblici (sottraendo il potere di verifica agli uffici provinciali per l’impiego), costituisce, di fatto, un forte incentivo ad evadere tale obbligo (art.4 del decreto legge n° 70 del 2011);
- la drastica riduzione dei contributi concessi al Fondo Nazionale per l’occupazione delle persone disabili (11 milioni per il 2011 e 2,5 milioni per il 2012) indebolisce gravemente le possibilità d’effettivo sostegno al loro inserimento lavorativo;
- la formulazione dell’art. 9 del Decreto legge n. 138 del 13/08/2011 in merito alla deroga concessa alle autorizzazioni per le compensazioni territoriali, sembra evocare il rischio della creazione di reparti ”speciali” in cui confinare le persone disabili (e pensiamo soprattutto agli psichici). In questo modo verrebbero, di fatto, cancellati i principi fondamentali dell’integrazione e dell’inclusione.
L'INFORMAZIONE SUL RAPPORTO TRA LAVORO E DISABILITÀ PSICHICA
Una conoscenza più completa e articolata della realtà che riguarda i disabili psichici in riferimento al loro inserimento lavorativo richiede certamente un notevole sforzo di approfondimento; comunque si deve partire dalla constatazione, di tutta evidenza, che esiste una loro penalizzazione nell'assegnazione dei posti di lavoro disponibili. E questo accade perché, da qualunque parte si affronti la questione, dobbiamo purtroppo riconoscere che esiste nei loro confronti, in ampi settori della società, un pregiudizio negativo.
Ciò determina, di fatto, una discriminazione in ambito lavorativo, originata da un atteggiamento di chiusura per paura della loro “diversità”; questo rafforza “l'errata”convinzione che i disabili psichici siano sostanzialmente incapaci di lavorare in maniera produttiva, seria ed affidabile.
Dobbiamo ritenere, sulla base di numerose testimonianze dei diretti interessati e dei loro familiari che i disabili psichici disponibili al lavoro rappresentino ben oltre un terzo del totale degli iscritti nelle liste speciali. Ma la vera dimensione del fenomeno si potrà conoscere soltanto quando saranno disponibili presso i centri per l'impiego i dati disaggregati secondo le diverse tipologie di disabilità. Per questo motivo noi chiediamo che si promuova una ricerca, su base nazionale, sul tema della disabilità psichica che si articoli sostanzialmente in tre fasi:
- disegnare una mappa dei posti disponibili nelle imprese private e negli enti pubblici obbligati al rispetto della quota del 7 percento riservata ai disabili e delle eventuali “scoperture”;
- rilevare i dati disaggregati per tipologia, grado d'invalidità, capacità lavorativa dei disabili presenti nelle liste speciali presso i centri per l'impiego;
- incrociare i dati forniti dalla mappa dei posti disponibili con quelli delle persone con disabilità psichica disponibili al lavoro.
I risultati della ricerca renderebbero possibile l'attuazione di una strategia d'intervento diretta a favorire l'inserimento lavorativo dei disabili psichici.
QUANTI SONO I DISABILI PSICHICI INSERITI AL LAVORO
conferma pienamente quanto affermato in precedenza sulla percentuale estremamente ridotta di disabili psichici inseriti al lavoro. Da un campione rappresentativo della realtà nazionale – composta da 495 aziende con più di 15 dipendenti e quindi tenute al rispetto della legge 68/99 – si ricavano due dati particolarmente significativi:
- solo il 45,5 percento delle aziende rispetta l'obbligo di legge (ciò significa che oltre la metà del totale delle aziende considerate non si attiene a quanto previsto dalla legge
68/99);
- nel campione preso in esame su 570 disabili assunti solo 62 sono psichici, il che significa che sul totale dei disabili assunti gli psichici rappresentano poco più del 10 percento.
DUE SCELTE POSSIBILI PER L'INSERIMENTO AL LAVORO DEI DISABILI PSICHICI
La prima è quella che tende a riunire attorno ad un progetto lavorativo soggetti disabili con un grado generalmente medio-alto d'invalidità. Avere la possibilità di lavorare costituisce certamente un fatto di grande importanza per un disabile psichico: rafforza la sua autostima e ne sviluppa l'autonomia in un ambiente “protetto”. Per questo motivo diamo un giudizio positivo sulle esperienze maturate nelle cooperative e nei laboratori sociali che offrono occasioni di lavoro a persone con particolari difficoltà.
D'altra parte noi sosteniamo la scelta dell'inserimento nel mondo del lavoro “normale”, perché siamo convinti che solo in questo modo possa avvenire una reale inclusione dei soggetti con disabilità psichica che, affrontando insieme con i lavoratori normodotati i problemi e le difficoltà, possono sentirsi cittadini a pieno titolo: diversi nella condizione personale ma uguali nei diritti, non più solo persone assistite ma cittadini contribuenti.
INSERIMENTO LAVORATIVO E RICORSO AL TIROCINIO
È del tutto evidente che l’inserimento al lavoro delle persone con disabilità psichica debba prevedere necessariamente un periodo di prova in un contesto lavorativo. Un’esperienza formativa svolta, con serietà in un ambiente di lavoro adeguatamente preparato all’accoglienza, costituisce certamente un’ occasione di crescita per un disabile psichico.
Dobbiamo purtroppo rilevare che molte delle esperienze formative denominate a vario titolo “tirocini” non garantiscono uno sbocco lavorativo e rischiano pertanto di causare ulteriori frustrazioni in soggetti già particolarmente vulnerabili.
Lo strumento principale attraverso il quale può avvenire il loro inserimento resta esclusivamente il tirocinio “mirato”, cioè quello finalizzato all’assunzione previsto dall’articolo
11 della legge 68/99; esso rappresenta, a nostro giudizio, l’aiuto più concreto per superare quell’atteggiamento negativo, ancora molto diffuso, di pietismo e sfiducia nei confronti delle persone con disabilità psichica.
APPELLO A TUTTI I SOGGETTI INTERESSATI
Invitiamo tutti a prendere contatto con noi; è importante far crescere, il più possibile, il numero dei soggetti (associazioni, enti, comitati, singoli cittadini) che vogliono impegnarsi in prima persona, garantendo una attiva partecipazione, per favorire l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità psichica.
A tutti proponiamo di incontrarci per discutere concrete proposte d’intervento in un convegno previsto a Roma il 27 marzo p.v. dalle 9,30 alle 13,30, presso la sala “Mons. Di Liegro” di Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, via IV Novembre, 119/a
Comitato Genitori giovani disabili psichici
Angiolo Bruschi
Giuseppe Dominijanni
Virginio Massimo
Alessandro Paramatti
Maria Giulia Spinedi
Roma, 01/03/2012
Contatti : angiolobruschi@alice.it / ebqdom@tin.it
Etichette: sociale, politica, cinema, cultura
Documentazione sociale,
Sociale
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